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Bonucci e i Marchesi del Grillo educano Mourinho: siamo al delirio in difesa del “diritto di insultare”

Il gesto di Jose Mourinho allo Juventus Stadium ha scatenato un mare di reazioni scomposte

Giovanni Montopoli

“Il gesto di Mourinho? Francamente non lo trovo così grave...io feci anche peggio”. Parole e musica di Fabio Capello che, dagli studi di Sky, interviene gettando acqua sul fuoco nell'incendio che stava divampando attorno alla reazione dell'uomo di Setubal allo Juventus Stadium.

I FATTI - All'Old Trafford, casa dello Special One, la sparuta presenza di sostenitori bianconeri leva forte e chiaro l'insulto al tecnoco portoghese, in svantaggio sul campo, contro la formazione bianconera.

Tre dita mostrate all'indirizzo del settore ospiti, dichiarazioni a fine pertita, nemici come prima.

“Certo, però ha perso...quelle tre dite rappresentano il canto del cigno...solo quello gli è rimasto”. Il commento dei professori calcio, sempre pronti a difendere l'italico valore (quello che insulta per 90 minuti, quello che ha insegnato l'appellativo edificante da gridare ai portieri ospiti al momento del rinvio ecc..) in terra straniera.

Juventus Stadium (Allianz Stadium, come preferite). Juventus-Manchester United, una sola squadra in campo, quella bianconera. Gli uomini di Allegri dominano in lungo e largo, sprecando occasioni a ripetizione, poi – però – in due minuti i Diavoli Rossi ribaltano il risultato.

Insulti.

Fischi.

Insulti.

Triplice fischio e mano all'orecchio da parte dello Special One.

Interviene Bonucci (!!!) a riprendere il portoghese. (Bonucci, quello dello “sciacquatevi la bocca” con la maglia del Milan, degli equilibri, ecc...)

ANDARCI VICINO CONTA SOLO A BOCCE - La Juventus assapora nuovamente il sapore acre della sconfitta, ancora una volta nella competizione europea (che le auguro con tutto il cuore di vincere, questa volta) e apriti cielo.

“Il pubblico ha il diritto di insultare, chi ha un ruolo deve accettare a far finta di nulla”

Questa l'iperbole che spiega come nello sport (con tanto di toppa Respect sulla maglia) esista un “diritto di insultare” e di conseguenza un “dovere di ricevere insulti, stare zitti, perchè la gente paga il biglietto ecc..”

Purtroppo, e lo dico da non più innamorato dello Special One, il portoghese (come chiunque altro a questo mondo) ha il sacrosanto dovere di rispondere (e lo ha fatto in maniera sobria amio avviso) a quelle becere provocazioni che vengono addirittura fatte passare come “diritto”. Il famoso diritto di insultare perchè è parte di uno spettacolo, perchè si è spettatori, come se l'educazione entrasse in un terra straniera, dove non le è concesso di dire la sua.

Del resto siamo pronti a cospargerci il capo di cenere ad ogni “ululato” provenga nei confronti di calciatori di colore ma Signor No! A Mourinho si può dire di tutto e lui deve stare zitto e muto perchè ha un ruolo.

Il ruolo, appunto, impone di non stare affatto in silenzio. Il ruolo impone di far capire che se ci sono degli imbecilli che insultano questi vanno rimessi al posto loro, il ruolo ha il dovere di insegnare che il rispetto si deve pretendere e che gli insulti non avranno mai la meglio sull'educazione. Devono essere sottolineati, devono essere stigmatizzati, devono essere isolati. Il resto è provocazione. Provocazione che ancora una volta ha fatto sobbalzare i soloni dalla poltrone, gridare allo scandalo, li ha fatti irrigidire perchè è successo quello che non ti saresti mai aspettato potesse succedere. Perchè il sogno di veder perdere il tuo più acerrimo nemico è svanito in due minuti, quel sogno di vederlo non solo perdere ma magari anche esonerato.

INVECE NO - Mourinho ieri sera non ha sbagliato nulla, non ha esagerato, non ha provocato, ha semplicemente reagito. Lo ha fatto alla sua maniera, non in modo banale, a ragione di un risultato ottenuto sul campo, che ha portato 3 punti in cassa a dispetto del gioco (assente).

I meriti, in fin dei conti, sono anche quelli di aver creduto che qualcosa di possibile, le accuse – invece – ricordano quelle addirittura mosse ai telecronisti di Inter-Tottenham, Trevisano e Adani, per l'eccesso di foga con cui veniva commentato il gol di Vecino al minuto 92. Gol che contribuì a ribaltare un risultato nei minuti finali, proprio come accaduto ieri.

Lo sport è passione, è rispetto, è emozione. Nessun insulto è lecito, nessun insulto è giustificato, nessun insulto deve essere tollerato e di conseguenza una risposta che non vada oltre le righe rappresenta l'ennesimo insegnamento che potremo felicemente non ascoltare, come cultura vuole, poichè seguaci della massima del Marchese del Grillo “io sono io e voi non siete un ca...”