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Cesari: “Voto 2 per Orsato. In palla dopo il rosso a Vecino, ha tradito la sua coerenza”

L'ex arbitro ha giudicato la prova di Orsato in Inter-Juve

Andrea Della Sala

Sull'operato di Orsato e sulla direzione di gara dell'arbitro in Inter-Juve, si è soffermato un ex direttore di gara, ora moviolista a Premium, Graziano Cesari. Queste le sue parole in un'intervista rilasciata a Tuttosport:

Cesari, che voto dà a Orsato?

«Merita 2 perché ho sempre ammirato in Orsato la coerenza, l’uniformità e l’omogeneità. Invece in questo benedetto derby d’Italia ha tradito quelle che sono le sue caratteristiche principali. Lui ha perso di mano la partita quando ha buttato fuori Vecino: sono arciconvinto che per il suo modo di arbitrare il giallo fosse la decisione giusta. Correggerla lo ha destabilizzato». 

Orsato ha dato l’idea di non aver proprio capito la partita.

«Ed è accaduto perché voleva dimostrare quanto fosse bravo dopo aver visto Rocchi arbitrare in modo meraviglioso Juve-Napoli. Questo per lui è stato un boomerang perché è andato in campo troppo carico e con troppa adrenalina addosso. Quando succede questo, a volte puoi cadere nel burrone. E farti pure molto male». 

La sua direzione ha dato fiato ai complottisti.

«Non parlatemi di queste cose oppure di malafede. Piuttosto gli arbitri vivono giornate no. Ho arbitrato per trent’anni e so che ci sono giornate no in cui non capisci nulla e vai nel pallone». 

Come giudica il campionato dei nostri arbitri?

«La prestazione di Rocchi in Juve-Napoli ha sanato tante altre situazioni. Ci sono arbitri che quest’anno mi hanno colpito per le loro negligenze e mi riferisco per esempio a Giacomelli. Al contrario ci sono ragazzi che mi sono molto piaciuti come Giua ma che, dopo aver arbitrato benissimo, non ho più visto e mi chiedo dove sia finito». 

Dove nascono tutti i problemi?

«Dal cambio di designatore. D’altronde accade lo stesso quando le squadre cambiano allenatori: i giocatori impegano un po’ di tempo per capire cosa vuole da loro chi è in panchina. E il designatore ci mette un po’ di tempo a farsi capire. Questo con la differenza che l’allenatore vede quotidianamente i giocatori, mentre il designatore gli arbitri li vede saltuariamente». 

Per fortuna c’è il Var

«Che aiuta moltissimo i direttori di gara. Ora però va migliorato: il protocollo deve diventare più semplice e meno interpretabile. Inoltre serve la specializzazione: devono nascere arbitri “varisti”». 

Cosa si augura per il gran finale?

«Che tutto sia tranquillo perché so per loro cosa voglia dire sopportare la pressione di chi è nella bufera. Io in carriera ho sbagliato tanto e certe cose ti rimangono sulla pelle». 

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