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De Boer, ecco come ha cambiato l’Inter. Poche semplici regole per…

Il tecnico olandese ha cambiato qualcuna delle abitudini dei giocatori: dall'alimentazione fino al ritiro

Andrea Della Sala

Nel giro di una settimana de Boer è passato dalle forti critiche per la sconfitta contro l'Hapoel in Europa League agli applausi per le vittorie contro Juventus ed Empoli. Il tecnico olandese sta ancora abituandosi al calcio italiano, ma sta anche cercando di cambiare alcune delle abitudini dei suoi giocatori. L'allenatore dell'Inter ha inserito qualche novità nello stile di vita della squadra: mai si era vista la squadra di riposo al venerdì quando alla domenica c'era una partita di campionato; secondo la filosofia di de Boer, però, meglio riposare il giorno prima che quello successivo alle gare dove viene svolta il defaticante.

PASTI - Un'altra novità portata dall'olandese riguarda l'alimentazione: de Boer vuole che la squadra mangi assieme prima dell'allenamento e questo perché tutti rseguano una corretta alimentazione. De Boer ha abolito il ritiro prima delle gare interne in notturna (anche in trasferta, se non serve l’aereo, come appena successo ad Empoli, con partenza in treno il giorno dell match), hA chiesto ai ragazzi di fermarsi a dormire ad Appiano la notte dopo le gare esterne per essere pronti per l'allenamento del mattino seguente.

LINGUA -  Se il  Mancini post Inghilterra era molto tranquillo, ma rimanevano scorie «fumantine», De Boer  ha alzato la voce solo un paio di volte durante le partitelle. L’auto controllo di Frank non è solo legato ai problemi di lingua, che sta cercando di risolvere nel più breve tempo possibile sottoponendosi tutti i giorni a due ore di lezione. Poi subito a casa, a Milano, o a Cassano Magnago, per vedere i match di pallamano della 16enne Beau, una delle sue tre figlie.

COLLOQUI - Tra italiano, spagnolo e inglese, De Boer ha anche sentito la necessità di confrontarsi appena possibile con i giocatori. Innanzitutto per conoscerli al più presto anche nelle pieghe psicologiche, poi per tenerli tutti sulla corda. Ma pure per metterli di fronte alle responsabilità.

(La Gazzetta dello Sport)

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