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E’ un’Inter a 5 stelle. Dal Tottenham al PSV, ecco come i nerazzurri sono diventati grandi

Dalla crescita dei big al turnover, Spalletti ha ritrovato la sua Inter che ora corre forte

Andrea Della Sala

Qualcosa è scattato nell'Inter dopo la sconfitta col Parma. Da lì solo vittorie per i nerazzurri, 5 di fila, un filotto che Spalletti non aveva mai realizzato a Milano. Tottenham, Sampdoria, Fiorentina, Cagliari, e PSV, 5 gare in cui i nerazzurri hanno tirato fuori il carattere e hanno portato a casa il bottino pieno.

BIG - L'Inter si è affidata ai suoi big per uscire da quel momento di crisi, e loro hanno risposto presente: Icardi ha cambiato il destino dei nerazzurri con quel gol in Champions, Radja ha scosso la squadra ad Eindhoven e anche Brozovic che ha siglato il gol vincente con la Samp che ha dato continuità in campionato alla vittoria di Champions.

MODULO - "Spalletti ha scelto un modulo fisso, il 4-2-3-1. È stato un passaggio decisivo. Stop all’alternanza tra difesa a tre e difesa a quattro, altalena di cui Spalletti aveva abusato nella fase iniziale della stagione. Il tecnico ha scelto la via che la squadra conosce meglio e non l’ha abbandonata neppure quando – contro il Tottenham, appunto – sulla fascia destra ha deciso di adattare Skriniar", riporta La Gazzetta dello Sport.

PERSONALITA' - "Un rimprovero più degli altri veniva riconosciuto all’Inter balbettante: la mancanza di personalità, la tendenza a non restare lucida a fronte di un episodio negativo. Ecco: la svolta è nella freddezza che ha portato alle rimonte con Tottenham e Psv, ma pure in quella che ha saputo tenere botta di fronte al pareggio e all’andatura sostenuta della Fiorentina, aspettando il momento giusto per colpire".

TURNOVER - Si legge su La Gazzetta dello Sport "Il turnover è come quell’esame che all’università rischia di risultare indigesto. All’Inter è stata invece la scorciatoia scelta da Spalletti per aumentare il livello di autostima del gruppo. Le esclusioni di Gagliardini e Dalbert dalla lista Champions, per quanto preparate durante l’estate con lunghi colloqui, qualche frizione l’avevano creata. L’uso limitato, in alcuni casi nullo, di alcuni giocatori ha poi via lasciato spazio a una piattaforma di lavoro più larga: tranne Ranocchia, Joao Mario e il secondo portiere Padelli, tutti sono stati chiamati in causa".

CONDIZIONE"Il resto – l’ultimo punto – l’ha fatto una crescita costante della condizione fisica di alcuni elementi. Nainggolan è l’esempio più eclatante, la notte di Eindhoven ha lasciato negli occhi un Ninja atleticamente vicino al top. Ma il discorso è generale, va letto anche con i cambiamenti apportati da Spalletti rispetto alla scorsa stagione in tema di preparazione fisica. La squadra che un anno fa poté permettersi una partenza lanciata non è – non può essere – la stessa che ora invece deve gestire le risorse. Nella stagione scorsa l’Inter giocò alla fine 40 partite, ora è immaginabile che il calendario ne metta in agenda (almeno) 7-8 in più. Serve una velocità di crociera il più possibile costante. Se poi la velocità è sufficiente per fare cinque vittorie di fila, tanto meglio. Di certo c’è che l’Inter è a ottobre quello che raccontavano i pronostici di inizio stagione. Ancora in tempo per ragionare in grande", analizza il quotidiano.

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