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Inter, addio Thohir: non ha vinto, ma con una “magia” ha regalato al club un grande futuro

Ieri un altro cambiamento epocale per l'Inter

Marco Macca

Sono stati anni di cambiamenti storici per l'Inter, che dal novembre del 2013 a oggi ha cambiato proprietà, azionisti e percorsi. Ieri, un'altra svolta societaria: come vi abbiamo riportato, infatti, LionRock Capital, fondo d'investimento con sede a Hong Kong e molto vicino a Suning, ha rilevato il 31,05% delle quote azionarie precedentemente in mano a Erick Thohir, che così esce di scena definitivamente dal club nerazzurro. Un addio passato piuttosto in sordina, quello dell'imprenditore indonesiano, che comunque, come scritto da Fabrizio Biasin su Libero, ha avuto il grande merito di aver rimesso a posto i conti della società e di aver fatto sì che un colosso come Suning si facesse avanti per acquistare il club:

"C’era una volta un curioso tizio indonesiano: Erick Thohir. Rileva la gloriosa Fc Internazionale da Moratti Massimo, patron e presidente storico. L’inizio non è dei migliori. Ericketto scende dall’aereo e la spara grossa: «Mi piace Ventola, mi piace anche De Boer». E ai tifosi vengono i brividi. Ma Thohir non è fesso: paga il club una sciocchezza (circa 70 milioni), si accolla una montagna di debiti (quasi 200), chiede ed ottiene prestiti multi-milionari dalle banche con interessi mostruosi. Lui intanto dà una prima sistemata ai conti e all’organizzazione interna. Stop al «dentro tutti», iniziano i tagli. La struttura viene snellita, il debito in qualche modo si riduce, Thohir si accorda con l’Uefa per stilare un piano di rientro, nel frattempo lavora sotto traccia per trovare un compratore che possa fare quello che lui non può e non vuole fare, ovvero investire quattrini. In parallelo molti «colleghi» italiani lo prendono per il culo: Massimo Ferrero gli dà del «filippino», la signora Evelina Christillin lo definisce «Cicciobello a mandorla», Silvio Berlusconi dice «Moratti ha venduto a questo Thohir, io darò il Milan a chi ha capitali veri». Lui, Cicciobello, se ne fotte e va avanti per la sua strada. E la sua strada si chiama Zhang: il 6 giugno 2016 cede il 68,55% delle azioni e tra una balla e l’altra porta a casa una plusvalenza di circa 43 milioni (interessi sui prestiti compresi), oggi molla l’osso e ne mette in tasca altri 150 (plusvalenza 107). Totale: di calcio non ci capirà una mazza fionda,main quanto a «gestire aziende in crisi» e «far soldi» può dare lezioni a tutti. Fine. Senza la sua «magia» oggi l’Inter non potrebbe ragionare su un futuro sereno".

(Fonte: Libero)

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