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Inter, due i motivi della sconfitta. Ora Spalletti e Icardi hanno una sola chance

La riflessione all'indomani del match perso a Cagliari dai nerazzurri

Daniele Vitiello

Sono bastate poche settimane per gettare alle ortiche il congruo vantaggio che l'Inter aveva accumulato nei confronti delle dirette inseguitrici e concorrenti per un piazzamento in zona Champions League. Il pareggio di Firenze e la sconfitta di Cagliari hanno poco in comune, al di là dei punti, per atteggiamento e qualità di gioco messi in campo dalla squadra di Luciano Spalletti, ma regalano a Milan e Roma la ghiotta opportunità di riscrivere a loro favore la classifica quando siamo ormai giunti ad uno snodo cruciale della stagione e tutto è ancora in gioco. Come l'Europa League, ad esempio, appuntamento da gestire nel miglior modo possibile per provare ad andare fino in fondo.

PERCHÉ? - Facile individuare i motivi che hanno portato alla debacle dell'Inter ieri sera. L'estrema fisicità del Cagliari in mezzo al campo e l'intensità della pressione sul primo possesso hanno tolto lucidità e margine per ragionare alla squadra nerazzurra, incapace di uscire palla al piede un po' come era successo a Bergamo. E proprio per questo è facile immaginare che con l'ultima versione di Icardi in campo probabilmente poco sarebbe cambiato, anzi, considerando la non spiccata attitudine dell'ormai ex capitano di venire a giocare incontro, la squadra avrebbe potuto incontrare anche maggiori difficoltà nella produzione di gioco.

E ALLORA? - Ciò che, però, molte volte ha determinato un vantaggio per l'Inter, nonostante i limiti tattici, è stata la voglia di metterci qualcosa in più da parte di Maurito, di sporcarsi la maglia di fango e lottare a muso duro con qualsiasi avversario, fattore da trasmettere ad un Lautaro a larghi tratti già col coltello tra i denti, ma non ancora pronto ad investire le sue energie in questa attività per tutti i novanta minuti. Roba che solo un leader quale è stato il numero 9 fino a qualche settimana fa può mettere in campo, materiale prezioso per Spalletti, che al di là di tutto non può far altro che sperare che lo strappo si ricucia nel minor tempo possibile per salvare la stagione. La convivenza da separati in casa sembra l'unica strada percorribile fino a giugno, Icardi non ha alternative: solo così la sua dichiarazione d'amore per i colori nerazzurri può assumere un senso.

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