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Inter, funerale senza il morto. Spalletti e l’apriscatole, il quarto gol quello più prezioso

La riflessione all'indomani del derby vinto dai nerazzurri

Daniele Vitiello

Era ormai tutto pronto e i 90 minuti di ieri sera sembravano soltanto pura formalità. Il clima degli ultimi giorni, in particolare dopo la sconfitta con l'Eintracht, aveva preparato l'ambiente nerazzurro ad un funerale che in realtà non si è celebrato nella notte del Meazza, per colpa dei tre sussulti che ci hanno raccontato una realtà leggermente diversa e riportato a bagliori di luce che fanno sperare di essere in fondo al maledetto tunnel che si ripresenta puntuale da un po' di anni dopo la sosta invernale. L'Inter, un po' come l'Araba Fenice, ha dimostrato di avere le carte in regola per risorgere dalle proprie ceneri e ora non resta che augurarsi che sulla scia della seconda stracittadina vinta in stagione possa affrontare in discesa questo scorcio finale di stagione, per una qualificazione in Champions League con meno palpitazioni rispetto allo scorso anno.

L'APRISCATOLE - Torna utile sottolineare più possibile i meriti di uno Spalletti capace di superare la missione fallita in Europa League: fare di necessità virtù, considerando le diverse defezioni e le condizioni non ottimali di parte dello spogliatoio. Stavolta il tecnico toscano è riuscito a gestire nel migliore dei modi gli uomini a disposizione, affidando le chiavi della manovra offensiva agli strappi di Matias Vecino, uno che come De Vrij era chiamato a cancellare la prova di giovedì. Tra le linee l'uruguaiano è stato semplicemente devastante ed ha tolto il coperchio alla difesa del Milan, incapace per lunghi tratti di porre rimedio allo scacco studiato a tavolino da Spalletti. Il gol, inoltre, ha indirizzato la gara su binari ovviamente più favorevoli e per questo va ringraziato Lautaro Martinez per il regalo tanto gradito quanto inaspettato: sono pochi gli attaccanti che da tale distanza premiano l'inserimento di un compagno privandosi di una chance così ghiotta di andare in rete.

CHI L'HA VISTO? - Doveva essere la stracittadina di Krzysztof Piatek, protagonista designato nella marcia di avvicinamento, annichilito dal cinismo di un tandem di centrali che pare aver davvero poco da invidiare ai migliori dell'intero continente. Saranno corsi tutti a 'Chi l'ha visto?' al Milan, preoccupati per le sorti del polacco sulla cui presenza in campo ci si è spesso interrogati al Meazza fino al triplice fischio. E dal reparto difensivo è arrivato anche il quarto gol, che ha blindato il match nel finale: l'intervento di D'Ambrosio, sul tiro di Cutrone, che ha tolto il fiato a tutta la parte nerazzurra del Meazza, ha calato il sipario e spalancato ai tifosi le porte sui festeggiamenti.

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