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Inter, manca la luce. Brozovic non è un vero regista. Ingiusto parlare di Modric, ma…

Alla squadra di Spalletti manca l'uomo capace di dettare i tempi

Marco Macca

La sconfitta di ieri contro il Parma è stata vivisezionata in ogni suo frangente, analizzata nelle sue pieghe più oscure. Difficile non essere ripetitivi. Ma sembra opportuno, comunque, scavare ancora più in profondità, per provare a ipotizzare delle vie d'uscita a un campionato che di positivo ha visto ben poco. D'altronde, tra meno di due giorni a Milano arriva il Tottenham, non proprio la squadra più abbordabile d'Europa. Serve una sterzata decisa, netta. Perché i tifosi dell'Inter aspettano il ritorno in Champions League da sette anni e offrire nuovamente uno spettacolo come quello di ieri sarebbe semplicemente irrispettoso, al netto di errori arbitrali evidenti che hanno palesemente alterato il risultato finale del match contro i gialloblù.

Volendo analizzare allora alcuni aspetti fondamentali, si potrebbe dire che lo 0-1 del Meazza ha lasciato nell'Inter tanti dubbi, ma anche alcune certezze, seppur negative. Una su tutte: la mancanza di un gioco fluido, chiaro, lineare ed efficace. Insomma, manca la luce. Sarebbe troppo facile additare il tutto al mancato arrivo di Luka Modric. Bene provare ad andare oltre. Del resto, la rosa a disposizione di Spalletti è questa e sarebbe immaturo continuare a disperarsi per un giocatore che, detto banalmente, non può aiutare l'Inter a uscire da questa situazione.

Chi c'è è invece Marcelo Brozovic che, proprio per l'assenza di un vero e proprio regista in stile Modric, si è dovuto assumere (chissà quanto volontariamente) la responsabilità di essere il fulcro del gioco della squadra, il giocatore designato a dettare tempi e manovra. Un ruolo che, per quanto la qualità del croato non sia in discussione, non appartiene al suo bagaglio. Semplicemente, non è quello il compito che gli riesce meglio. E, se nella seconda parte della passata stagione Brozo era stato uno dei più positivi, trascinando la squadra verso la conquista del quarto posto tanto da spingere Spalletti a fare mea culpa ("Ho capito troppo tardi che quello era il suo ruolo", ipse dixit), quest'anno sono tornate a galla le sue vere caratteristiche. Ed è stata l'Inter tutta a risentirne.

Il gioco mostrato in queste prime quattro giornate è stato tutt'altro che esaltante: manovra lenta, macchinosa, spesso poco chiara nelle intenzioni. E' questo il vero campanello d'allarme, oltre a quello suonato a causa della mancanza di determinazione dimostrata in alcuni frangenti dei match fin qui giocati. Manca la luce, semplicemente perché non c'è un vero regista in squadra. Non lo è Brozovic, non lo sono Vecino, Gagliardini, Borja Valero né tanto meno Nainggolan. Ingiusto continuare a parlare di Modric, vero, ma è altrettanto poco lucido nascondere il fatto che un giocatore di quelle caratteristiche serva come il pane all'Inter. Del resto, tutte le grandi squadre d'Europa ne hanno uno. Se si vuole competere ad alti livelli entro e fuori confine, non si può essere da meno. I tifosi aspettano risposte, e in fretta.

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