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Inter, per la panchina si punta sul made in Italy: due i requisiti richiesti da Suning

La dirigenza nerazzurra punterà su un allenatore italiano

Fabio Alampi

La strategia dell'Inter per la panchina è delineata da tempo: Luciano Spalletti si giocherà le sue chance di riconferma in questo finale di stagione, ma nel frattempo i vertici interisti si guardano intorno. Non si cambierà tanto per cambiare, ma solo se l'eventuale sostituto dell'attuale tecnico nerazzurro garantisca due requisiti fondamentali: un concetto espresso così da La Gazzetta dello Sport.

DUE REQUISITI - "Per volere della dirigenza e forse anche della proprietà, attenta a mantenere radici nonostante il profilo e gli orizzonti internazionali, il prossimo allenatore dovrà essere rigorosamente «made in Italy», il che sembra definitivamente chiudere la suggestione di un ritorno di Mourinho. E poi non si cambierà per cambiare, ma solo se il profilo dell'eventuale sostituto sarà un oggettivo upgrade, almeno a livello di vittorie in bacheca. Un dato che peraltro non è una garanzia assoluta, ma va testato poi sul campo e nell'ambiente Inter. Questo comunque è il secondo requisito, piuttosto stringente, perché partendo dall'attuale allenatore e volendo salire un gradino ci si ritrova al cospetto di una cerchia davvero ristretta".

CONTE UNICA ALTERNATIVA A SPALLETTI - "(Conte) risponde sicuramente ai due requisiti e darebbe una spinta anche a livello di entusiasmo e fiducia nella caccia alla Juve. Ma restano anche dei conti economici da considerare. Assumere Conte è oneroso (chiede un triennale da 11,6 milioni di euro a stagione) e comporterebbe il pagamento di Spalletti per i due prossimi anni di contratto (a 5 milioni). Compreso lo staff, parliamo di un esonero che costerebbe oltre 20 milioni lordi, con ricadute anche sui conti del Financial Fair Play. Abbastanza per far fare più di una riflessione alla proprietà, che dovrebbe essere convinta che un investimento del genere cambi davvero le prospettive della squadra nella prossima stagione. Altrimenti Zhang potrebbe non vedere i motivi per salutare un tecnico che comunque ha portato la nave nel porto richiesto".

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