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Inter, riprenditi la Champions. Spalletti cala i quattro assi per scacciare i fantasmi

La gara con la Lazio rievoca il 5 maggio, ma la squadra di Spalletti non può sbagliare e deve per forza vincere

Andrea Della Sala

Tutto in una partita. Nell'ultima partita del campionato, contro la Lazio, l'Inter si gioca la stagione e l'accesso alla prossima Champions League. La squadra di Spalletti può solo vincere per ritornare dopo 7 lunghi anni nella competizione europea, ma dovrà battere la Lazio, un po' come doveva fare in quel 5 maggio del 2002. Servirà una grande Inter, una prestazione importante per conquistare i tre punti e chiudere il campionato al quarto posto, il vero obiettivo stagionale dei nerazzurri. Come ricorda La Gazzetta dello Sport "Quella di domani sera è la gara più importante degli ultimi sei anni in casa Inter. Un’altra porta in faccia dall’Europa dei big potrebbe avere effetti devastanti in corso Vittorio Emanuele: restare fuori dal giro (anche economico) che conta metterebbe a rischio progettualità e uomini, a ogni livello. Il tecnico nerazzurro garantisce per i suoi, la tifoseria ha invece qualche dubbio in più nei confronti di un gruppo che da qualche anno a questa parte è sistematicamente crollato sul più bello". Per cercare di battere la Lazio, Spalletti si affida a giocatori importanti, a calciatori che non sembrano sentire la pressione. Secondo la Gazzetta dello Sport saranno decisivi "Miranda il vincente, Cancelo il furibondo, Rafinha il freddo, Icardi il killer".

MIRANDA"E' l’unico in rosa con un palmares personale di un certo peso: ai tempi dell’Atletico Madrid ha vinto una Liga (contro Real e Barça stellari), un’Europa League e una Supercoppa europea; ha poi disputato una finale di Champions, arrivando a pochi secondi dal trionfo (pareggio Real dopo il 90’ e beffa ai supplementari). Un Generale in piena regola insomma, oltretutto colonna di una Seleçao favoritissima in Russia".

CANCELO - Gioca ancora in modo spavaldo e spensierato, senza essere stato contaminato dal campionato più tattico e difficile del mondo. "Ha passo e personalità da campione, gioca con la giusta leggerezza a prescindere dall’avversario. E domani sera metterà sul prato tanta rabbia: è infatti rimasto fuori dai 23 che difenderanno la bandiera del Portogallo al Mondiale. In patria faticano a darsi una spiegazione (fuori pure Semedo), il ragazzo a questo punto vuole una chiusura col botto anche solo per mettere un pizzico di pressione addosso al «difensivista» Fernando Santos".

RAFINHA - Toccherà al brasiliano dettare i tempi da metà campo in avanti. L'ex blaugrana ha passato la sua gioventù palleggiando con gente del calibro di Messi, Neymar, Iniesta, Suarez e difficilmente l'Olimpico gli metterà paura.

ICARDI - "Infine il tiratore scelto, il killer di Rosario, Mauro Icardi: quasi fuori dal Mondiale, motivazioni comunque alle stelle. Deve farsi perdonare qualche colpo a salve, parte però da numeri impressionanti (già 109 gol in serie A, 28 in questo campionato) e da una certezza: con le grandi spesso si esalta. La Juve è da sempre il suo bersaglio preferito, qualche mese fa ne ha rifilati tre al Milan, mentre a inizio campionato trascinò i nerazzurri nella Roma giallorossa con una doppietta. Insegue il trono dei bomber (Immobile è a quota 29), ma in testa ha solo il pass Champions e l’esordio nel giardino di Ronaldo e Messi".

(La Gazzetta dello Sport)