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Inter, Spalletti non avrà fallito in ogni caso. Rafinha-Cancelo: ecco come stanno le cose

L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: dal lavoro di Spalletti ai problematici riscatti di Rafinha e Cancelo

Alfio Musmarra

"Siamo alla resa dei conti: a due partite dal termine, complice il pareggio dell’Atalanta all’Olimpico contro la Lazio adesso l’Inter ha la possibilità di riguadagnarsi il posto in Champions, dopo aver sperperato un vantaggio in classifica considerevole. Su quei maledetti due mesi abbiamo ampiamente detto e scritto. Adesso arriva il momento dove giocarsi tutto e vedere chi merita di andare il prossimo anno lin Champions League . Chiaramente è già pronto il plotone d’esecuzione in caso di mancato ingresso nell’Europa che conta per la Banda Spalletti, ma siamo sicuri che sarebbe proprio così? Dal 2011 nessuno degli otto allenatori che si sono succeduti sulla panchina dell’Inter erano arrivati a fare tanti punti. Nessuno avrebbe rimesso in carreggiata un gruppo che a gennaio sembrava tornare sul solito refrain di deriva degli ultimi anni. Invece Spalletti ha raccolto i cocci ed ha addirittura migliorato tutto. Trasformando il gruppo in una SQUADRA con un’identità ed una maturità che non si vedeva proprio dal 2010. Perché adesso è facile parlare di Rafinha e Cancelo. Quando a gennaio sembravano due mine vaganti del mercato in transito temporaneo e anonimo per motivi differenti.  Cancelo è arrivato nell’ignoranza più totale degli spettatori italiani. La maggior parte non ne conosceva neppure il ruolo. Si è sorvolati anche su un infortunio che non ha certo agevolato l’inserimento ed il conseguente adattamento. Ma nonostante tutto Spalletti lo ha plasmato trasformandolo in un giocatore dal profilo assolutamente internazionale. Migliorandolo in maniera sensibile sotto l’aspetto difensivo. È dai tempi di Maicon che non transitava un giocatore con qualità del genere.

"IL RISCATTO DI CANCELO - L’unico peccato è che non essendo dell’Inter tecnicamente non sarà facile riscattarlo per quel maledetto sistema del FFP che in realtà non fa che rafforzare le squadre che sono già forti e vincenti e limitare in maniera sostanziale chi vuole provare a migliorare l’organico, aumentando un gap che con questi paletti non diminuirà mai. In tanti pensano che Cancelo rientrando nella trattativa Kondogbia sia facilmente acquistabile dall’Inter: niente di più sbagliato. Perché qualora l’Inter dovesse riscattarlo dovrebbe spendere quasi 40 milioni che andrebbero subito messi a bilancio a fronte di una plusvalenza  di 5/6 milioni per Kondogbia, considerata la plusvalenza a bilancio. Quindi un altro – 40 che andrebbe a sommarsi ai già 40 milioni mal contati che Ausilio dovrà recuperare entro il 30 giugno facendo i salti mortali come fece già un anno fa. Il diesse nerazzurro sta cercando di trovare un accordo col club spagnolo per riscattare il giocatore in altri modi ma ad oggi non è facile. Non è facile anche perché Cancelo è seguito da top club europei che sarebbero disposti a mettere sul piatto anche più soldi rispetto la cifra pattuita lo scorso gennaio tra Inter e Valencia.

"IL RISCATTO DI RAFINHA - Discorso un po’ più ovattato invece per Rafinha, che al contrario di Cancelo si è esposto moltissimo in prima persona dimostrando di voler restare a Milano e non tornare a Barcellona, dove sa che troverebbe poco spazio. È chiaro che è difficile trovare un giocatore che preferisca ad oggi l’Inter al Barcellona, ma lui a Milano si trova bene, ha ritrovato ‘gamba’ e condizione fisica, ha riassaporato quelle sensazioni che a Barcellona aveva dimenticato: è tornato ad essere un giocatore e soprattutto  importante cosa che a Barcellona ha percepito di non essere più. Sente la fiducia della società e dei compagni e proprio per questo motivo vorrebbe restare. È chiarò che anche in questo senso la questione economica sarà molto importante. Ed in questo caso il Barcellona sembra orientato a venire incontro alle richieste del brasiliano. Toccherà poi ad Ausilio trovare l’incastro giusto, ma di sicuro il riscatto non avverrà alle cifre concordate lo scorso gennaio, perché 35 milioni più 3 di bonus non sono in linea con i parametri del FFP. Inoltre c’è un altro aspetto che ad oggi tutti dimenticano: non poter inserire un giocatore di quel costo nella lista per la coppa europea senza contare il tetto dei 21 giocatori. Avrebbe senso quindi riscattare almeno uno dei due per poi non usarlo in Europa?

"A voi la risposta, ciò che è superfluo notare è che entrambi sono giocatori di livello e che dovrebbero far parte della rosa nerazzurra, il problema però è difficilmente risolvibile col permanere di norme assurde a cui bisogna sottostare. A meno che Suning non decida di infischiarsene optando per un mercato spregiudicato garantendo a Spalletti la costruzione di una rosa di prima fascia in grado di competere davvero con chi sta davanti, ma al momento siamo nel periodo ipotetico del terzo tipo, quindi state calmi. Tra Cancelo e Rafinha non bisogna dimenticare che il signor Ausilio ha già definito gli acquisti di Lautaro Martinez, Asamoah e De Vrij. Non Sabatini come qualcuno lascia artatamente intendere ma Piero Ausilio. mi sembra già un ottimo inizio. Poi tutto dipenderà dal discorso Champions, che potrà allargare evidentemente i cordoni della borsa anche se non in maniera eccessiva. Tutto senza però distogliere lo sguardo da delle regole che per forza di cose impediscono al diesse una libertà di movimento che non gli consente di fare ciò che vorrebbe.  Spalletti lo sa, avrebbe potuto lamentarsi ma non l’ha fatto.

"IL LAVORO DI SPALLETTI - In silenzio ha reso Rafinha e Cancelo due giocatori che adesso i tifosi vogliono fortemente che si riscattino, ha reso Brozovic un giocatore imprescindibile, uno che il 31 gennaio era con le valigie in mano al Melia in attesa di partire per la Spagna. Oggi Brozovic è un giocatore rinato e fondamentale per questa squadra a tal punto che ci si domanda come si possa fare a meno di lui la prossima stagione. Anche se l’interrogatovi è un altro: durerà? Ecco perché torno alla considerazione iniziale:  tutte le considerazioni finali passeranno dalla qualificazione alla prossima Champions League, tuttavia il lavoro di Luciano Spalletti non può essere messo in discussione. Da lui si deve ripartire per dare seguito ad un progetto iniziato la scorsa stagione e rimasto a metà dopo i fatti che ormai conosciamo, senza un mercato altamente competitivo ed una panchina oggettivamente non all’altezza di una squadra che pretende di lottare per traguardi importanti. Venendo alle questioni societarie siamo ancora in fase di stallo per la questione stadio, mentre è saltato il progetto del nuovo centro sportivo nell’area di Piazza d’armi a Milano. Alla fine il club non è arrivato a formulare l’offerta perché non convinta dei costi e dei lavori di bonifica che si sarebbe dovuta sobbarcare. Niente stadio e niente nuovo centro sportivo, quindi, che ricordiamolo non rientrano nei vincoli del FFP ma anzi semmai serviranno a migliorare i conti. Ma tant’è.

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