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La nuova Inter è solida e ordinata. Spalletti è il condottiero, con lui gruppo protetto…

Con il tecnico toscano l'Inter sembra aver ritrovato la verve dei tempi di Mourinho

Francesco Parrone

Nella nostra serie A, spesso e volentieri la fisicità prevale sulla qualità. In sostanza, vince più facilmente chi ha chili e centimetri rispetto a chi privilegia i piedi buoni. La Juventus domina perché è una sintesi quasi perfetta di queste due caratteristiche. Secondo il Corriere dello Sport i suoi elementi cardine, infatti, sono prestanti, ma danno pure del tu al pallone. Visto che si fa sempre in tempo ad aggiungere qualità, Spalletti ha scelto la strada della fisicità, perché era fondamentale, all’inizio, partire dalle fondamenta. I titolari nerazzurri ormai sono tutti dei colossi da oltre 180 centimetri di altezza. L’ultimo ad aggiungersi è stato Santon, in difesa, che ha preso il posto di Nagatomo.

L’eccezione è Borja Valero, ma, della qualità dello spagnolo, Spalletti non può proprio fare a meno. Il risultato è una squadra solida e ordinata, in cui il centrocampo copre a dovere la difesa, ma sa anche ripartire offrendo il pallone ai due esterni, Candreva e Perisic, che hanno il compito di ribaltare l’azione. Non è un caso, insomma, che l’Inter, oltre ad avere la miglior retroguardia del torneo, con sole 10 reti incassate, come Napoli e Roma non abbia ancora preso un gol su calcio piazzato. Evidentemente, spuntarla in mezzo all’area contro Skriniar e soci è quasi impossibile. In aggiunta, quella nerazzurra, è anche la squadra che segna di più nei finali di gara. Sono ben 12 (su un totale di 33), infatti, le reti arrivate nell’ultimo quarto d’ora. Significa che, grazie al fisico, Icardi e compagni hanno anche più resistenza e, quando gli avversari sono stanchi, finiscono sempre per spuntarla.

Spalletti prova a distogliere l’attenzione dai suoi messaggi social, ma, in realtà, dietro ogni frase c’è una strategia precisa. Ad ogni modo, questa sua partecipazione piace. Sia al gruppo, che si sente protetto. Sia ai tifosi, che ormai hanno eletto Spalletti a condottiero. I paragoni con Mourinho si sprecano, ma lui è il primo a scansarli. Il suo concetto non fa una grinza, ma è altrettanto vero che l’ambiente nerazzurro avesse bisogno di un totem a cui aggrapparsi. Spalletti lo ha compreso e, sin dal primo giorno, ha fatto appello all’identità interista e al sentimento di appartenenza. Beh, oltre ai giocatori, anche la gente sta rispondendo al richiamo.

San Siro, infatti, si riempie come non accadeva da anni. La media finora è di 58.621 spettatori a partita, oltre 5 mila in più rispetto al Milan, secondo nella classifica delle presenze allo stadio in serie A. Anche sabato prossimo, contro l’Udinese, i numeri saranno in linea con il trend e si supererà agevolmente quota 50 mila. E stasera, ottavi di finale di Coppa Italia, contro il Pordenone, squadra di Lega Pro, si punta a staccare 25 mila biglietti. Anche il pubblico può essere un fattore per fare la differenza.

(Fonte: Pietro Guadagno, Corriere dello Sport 12/12/17)

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