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Spalletti: “L’Inter deve tornare in CL. Domino allenatori? Mi interessa Ancelotti. Icardi…”

L'allenatore nerazzurro ad Appiano incontra i giornalisti prima della trasferta per la sfida alla squadra di Ancelotti

Eva A. Provenzano

Penultima conferenza stampa del campionato dell'Inter e questa volta sarà prima di una trasferta importantissima, quella contro il Napoli di Ancelotti. Luciano Spalletti, che deve isolarsi dalle voci che danno per certo il suo addio alla fine di questa stagione, analizza le tematiche della gara contro la seconda della classe, una partita delicata, che potrebbe anche valere, in caso di vittoria, la qualificazione (con un turno di anticipo) alla prossima Champions League perché mancano tre punti al raggiungimento dell'obiettivo e ci sono due gare per farli (l'ultima in casa contro l'Empoli che deve salvarsi). FCINTER1908.IT, presente alla Pinetina con i suoi inviati, vi riporta le dichiarazioni dell'allenatore nerazzurro in diretta:

INTER TV - "Buongiorno a tutti voi, quando si dice che mancano solo tre punti significa che manca ancora molto. Abbiamo una trasferta insidiosa a Napoli perché negli ultimi anni si è vista la forza di questa squadra e in più hanno come condottiero uno dei maestri del nostro calcio, uno dei più bravi del calcio mondiale, e bel campionato quest'anno. Trasferta difficile, ma poi oltre ai propositi conta quello che si fa a fare e noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, abbiamo parlato in maniera corretta sulla preparazione di questa partita. Difficoltà? Sono differenti ma ugualmente pesanti da gestire perché poi quando una squadra è organizzata nel venirti addosso ti crea ancora più problemi nella costruzione del gioco e nel portare la partita dove vorresti. E per giocare nella propria metà campo servono caratteristiche che non abbiamo, dobbiamo portare la gara sui nostri binari e cercare di andare a giocare dall'altra parte, cosa che non sarà facile. Gli esterni? Segnare è essenziale nel calcio altrimenti non si vince ma arrivano da una tattica equilibrata e da un modo di stare in campo a livello di squadra e serve quindi impatto anche sulla fase difensiva, conquistare i palloni nei contrasti, essere squadra in tutto quello che si fa diventa fondamentale. Si tratta di portare nelle gare quello che abbiamo fatto nelle ultime gare e tornare a fare gol. La difesa? Loro davanti hanno veramente possibilità differenti da usare, hanno i rapidi e piccoli che puntano l'uomo e segnano o quelli fisici che presidiano l'area di rigore. Noi abbiamo una delle migliori difese del campionato. Sarà un bel confronto da vedere".

-Con quale approccio si giocherà a Napoli?

Si cerca sempre di affrontare le partite provando ad affrontarle al massimo. Siamo nella condizione di disputarle bene per come ci siamo allenati come abbiamo fatto nelle ultime partite anche se non sono arrivate sempre vittorie, si cerca di vincere la partita, ma non ci metteremo a rischio di perderla, non è quella contro la Lazio dell'anno scorso, è una partita differente. Sappiamo che è una partita importantissima e diventa fondamentale arrivarci nel modo giusto, allenandosi bene in settimana: è come ti comporti dentro le intenzioni che hai che fa la differenza e noi ci siamo allenati bene.

-Si parla tanto di futuro delle panchine, che riflessioni le vengono sul lavoro dell'allenatore?

Mah, è un lavoro complicato, è un lavoro bello e complicato. Difficile in base alla scelta che fai sul come farlo, quello che interessa a me degli allenatori adesso è Ancelotti perché è un maestro del nostro mestiere, lo stimo sotto tutti gli aspetti, è uno dei più grandi che ci sono stati nel nostro calcio. E se devo andare a pensare qualcosa dell'allenatore ora penso a quello che fa fare lui alla sua squadra perché per me conta la partita di domani.

-Secondo lei Icardi resterà all'Inter?

Do sempre valore alle cose che si dicono. Il mio pensiero è che Icardi è un buon ragazzo e un grande calciatore e se lui dice queste cose a due giornate dalla fine, c'è da prendere in considerazione quello che dice, la mia valutazione va in quella direzione lì e a lui fa piacere questo.

-Come valuta la stagione di Lautaro, quanto è cresciuto?

Mi aspettavo la convocazione dell'Argentina per la Coppa America. Quando ho sentito parlare di lui i discorsi vanno sempre nella stessa direzione, in fondo si trovano d'accordo i discorsi che facciamo e credo gli possa venire poi dato un ruolo importante. Dico che fare la stagione in un club come l'Inter dà forza e convinzione, conoscenze diverse a tutti. Lui si sarà cibato di queste cose nuove e ora è un giocatore ancora più forte di quello che era quando è arrivato. La caratteristica che spicca è il carattere, ha forza mentale e caratteriale, è un calciatore da grandi club per il fatto che riesce a mantenere in qualsiasi confronto il massimo del potenziale proprio per il carattere che ha. Non si fa limitare da avversario o contesto o da come si parla di lui, lui esibisce sempre lo stesso marchio.

-Qual è la caratteristica in cui l'Inter è cambiata nei due anni? E aver raggiunto la CL un anno e quasi nel secondo cosa significa avendo sopportato il fardello del fair play?

Non siamo stati poi bravissimi a ribaltare tutto quello che era il modo di stare in campo perché anche quest'anno abbiamo lasciato qualche risultato per strada, non solo per il risultato, ma per la consapevolezza di essere di un certo livello, su questo vanno fatti passi in avanti, però siamo cresciuti. Abbiamo lavorato correttamente e secondo me i risultati si sono visti. Il massetto è stato fatto e ora bisogna sopra poggiarci un po' di roba. Sul Settlement agreement significa aver fatto bene nel presente per un futuro migliore. Quello qualche limitazione l'ha portata, c'è poco da fare, ma è chiaro che poi c'è da risalire sul pullman che porta in Champions League, quello va ancora fatto e c'è da portarci i milioni di interisti che se lo meritano e hanno fatto vedere grande attaccamento a questi colori, vanno portati nella competizione più bella del mondo.

-L'anno scorso 19 punti dal Napoli quest'anno 10, si poteva fare di più?

Non lo so, mi rimane difficile. Non voglio portare esempi su lavoro fatto e risultato, so che ci siamo impegnati molto, in maniera seria e professionale. Lo sono stati i giocatori che hanno sempre dato il massimo, ma poi torniamo anche sul discorso del carattere, dipende da che carattere hai e poi riesci ad evidenziare tutte le tue caratteristiche o molte volte vieni influenzato sulle prestazioni. Come sei fatto fa la differenza, altrimenti ogni tanto sei costretto a doverti difendere da quello che dicono di te se non ti fai vedere allo stesso modo sempre.

-Potenzialità per arrivare terzi. Quanto significa come orgoglio?

Non è che non lo voglio dire, bisogna che non si dia per scontato. Questi sono discorsi che si fanno dopo, ora non ci sposta un millimetro sulla nostra attenzione. Si può dire tutto quello che si vuole ma devo essere concentrato e fermo sull'obiettivo attuale, allenatori che cambiano e discorsi che si fanno. E' un riscaldare sempre la stessa minestra: per me la cosa essenziale è essere addosso alla partita con la squadra con quello che sono propositi e discorsi, pensieri e attenzioni e io sono lì dentro.

-Sorpreso dalla decisione della Juve di non continuare con Allegri e cosa pesa la tessera Spalletti nel domino allenatori?

L'unica cosa di cui parlo in questa direzione è Ancelotti e non aggiungo altro.

-Un'Inter al top al cento per cento senza infortuni importanti poteva raggiungere risultati migliori. E ha ripensato alla partita in Coppa Italia contro la Lazio visto la loro vittoria?

Chiaro che dei momenti di difficoltà in una stagione li passano tutte le squadre, si vede che l'entusiasmo del momento comporta e dà una mano sulla prestazione da fare, se ci si arriva tranquilli. Si mettono insieme tutta una serie di risultati utili o sconfitte in base al momento che passi: c'è stato un momento in cui anche la limitazione del numero dei calciatori ci ha dato difficoltà in più e quando entri in quel vortice lì non viene coinvolta solo una partita ma il pacchetto delle gare che si gioca in quel periodo. Involontariamente si tirano dietro anche le partite dopo come entusiasmo, convinzioni e qualità. Abbiamo passati momenti difficili sopportati bene e ne siamo usciti bene. Quando vai fuori dalla Coppa ti dispiace e che purtroppo può accadere perché la Lazio negli ultimi anni è stata spesso davanti all'Inter: ci devi giocare e devi far vedere di aver raggiunto quel livello o che sei andato oltre. E' una delle cose che pesano sulle analisi in generale essere usciti in quel turno lì. Ci sono gare che si potevano portare a casa, ma anche questa è stata condotta per larghi tratti bene. Non siamo usciti dalle competizioni evidenziando di essere inferiori, siamo usciti per i particolari che a volte girano in un modo che non ti fa portare il risultato a casa. Il lavoro è sempre stato corretto anche se poi non è stato corretto il risultato finale.

-Icardi è uscito a testa bassa perché ha sentito tutti contro i cori dei tifosi nella gara contro il Chievo, siete tornati in questo periodo sul discorso della fascia?

Stai chiedendomi se ci siamo salutati io e lui? Diventa difficile perché tornare su quel discorso significa tornare sulle nostre posizioni. E' superato perché lui si sta allenando in maniera corretta, è a disposizione della squadra, è nel comportamento che deve avere un giocatore del suo livello. E' tutto a posto.

(Fonte: FCINTER1908.IT, dalla Pinetina Fabio Alampi)

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