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L’Inter di de Boer inizia ad essere squadra. Joao Mario? Valore aggiunto perché…

La nuova Inter di Frank de Boer, non solo ha centrato il terzo successo consecutivo, ma inizia ad essere un vera squadra

Riccardo Fusato

La nuova Inter di Frank de Boer, non solo ha centrato il terzo successo consecutivo, ma inizia ad essere un vera squadra, molto ordinata in campo.  I nerazzurri sono sempre vicini, si aiutano, accorciano con saggezza e, così facendo, dimostrano di essere una squadra. Non ancora completa, non ancora armoniosa come dovrebbe essere, non ancora perfetta, questo è vero, però è qualcosa di più di un’idea. Non si può dire con certezza se sia stata la vittoria sulla Juventus a far cambiare marcia all’Inter, perché la testa spesso conta più dei muscoli, tuttavia si può notare che adesso i giocatori di De Boer si muovono pensando alla squadra e non soltanto a se stessi. E’ un passo in avanti non da poco. Joao Mario dimostra di essersi già calato perfettamente gruppo nonostante sia sbarcato da poco nel campionato italiano. Tocchetta, dialoga con Candreva e con D’Ambrosio, lancia e, soprattutto, gioca di sponda (ne effettua addirittura 7) e in questo modo favorisce gli inserimenti dei compagni. L’impressione è che il portoghese, in un centrocampo che prima era soprattutto muscolare, rappresenti un valore aggiunto in termini di qualità tecnica (che non fa mai male...). Dal triangolo D’Ambrosio-Joao Mario-Candreva nascono 11 cross (1 di D’Ambrosio e 10 di Candreva) che sono nettare per uno come Icardi. Dall’altra parte, dove Kondogbia è una mezzala meno raffinata di Joao Mario, si arriva meno facilmente sul fondo: solo 3 cross, tutti di Perisic. Quando De Boer riuscirà a trovare l’equilibrio tra destra e sinistra, obiettivo di tutti gli allenatori (e di tutti i politici...), l’Inter potrà decollare.

(Gazzetta dello Sport)

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