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“110 anni di Inter”, Toldo: “Il più forte? Hanno votato tutti Ronaldo. Solo Ibrahimovic…”

La presentazione del libro dedicato ai 110 anni di Inter ad Appiano Gentile

Sabine Bertagna

Ad Appiano Gentile si sta svolgendo la presentazione del libro "110 anni di Inter - Noi siamo fratelli del mondo" edito da Skira.  Ecco tutte le dichiarazioni dei protagonisti:

Gianfelice Facchetti: "Il piacere di scrivere ed attraversare la storia dell'Inter è stato incredibile e soprattuto farlo in un arco di tempo abbastanza ristretto. La scrittura è stata molto di getto. L'unico modo praticabile per non farsi schiacciare dalla storia. La storia dell'Inter parte con uno strappo, un corto circuito. I dissidenti che hanno cercato di affrontate in modo diverso il calcio. La cosa bella è che ritorna ciclicamente di un club che non manca mai gli appuntamenti con il tempo. Quando si avvicina al decennio scrive il suo nome nella storia, con emozioni e ricordi. Non solo i trofei che sono in bacheca. L'Inter è stata qualcosa di diverso, ha deciso di guardare agli stranieri con qualcosa non da tenere lontano ma come qualcuno che può e deve giocare con noi. E' il punto di partenza, ma è anche il punto di arrivo. Rileggere la storia del calcio italiano con il filtro nerazzurro ci ha fatto vedere come ogni tanto lo straniero diventasse un impiccio. Di colpo, dopo l'eliminazione dai Mondiali, il problema diventa gli stranieri. Penso a Weisz e come lui ad altri tecnici. L'Inter non ebbe timore di frenare e di andare in una direzione tutta sua. Una capacità ed un segno distintivo di questi colori. I protagonisti sono tantissimi. I capitani, i presidenti che hanno tenuto la linea sempre retta di viaggio, i calciatori e i tifosi. Tutta la nostra storia ha fascino."

Javier Zanetti:"Sono orgoglioso e onorato di poter fare parte di questa storia. Questo libro racconta oltre 100 anni con grande passione. In ogni pagina ci sono grandi momenti e grandi emozioni. Questa è l'Inter, una società soprattutto che al di là della qualità che dimostra in campo tiene all'aspetto umano. La cosa che ho sentito dal primo momento in cui sono arrivato. Spero di continuare a rappresentare questa società in tutto il mondo portando avanti i valori che mi hanno insegnato."

Mario Corso: "Sono arrivato nel '58, 60 anni all'Inter sono tanti: più della metà nel libro. La Grande Inter? Sono stato fortunatissimo, ad avere una società importante e una famiglia con i Moratti. La fortuna di conoscere Angelo Moratti che con Lodi ha costruito una squadra di grandissimi giocatori. Il nostro ciclo molto importante. Nell'Inter sono passati tantissimi giocatori bravi sul serio, Zanetti basta festeggiarlo perché continuiamo a festeggiarlo sempre. Vedere Ronaldo è un'emozione enorme. Mi auguro che la società ritorni a quei fasti e che dia la possibilità all'allenatore di avere una squadra in nome dell'Inter. Ringrazio sempre la società, per me un grande onore essere qui. Vorrei chiedere al mister se posso vedere un altro scudetto."

Luciano Spalletti:"Non conoscevo il contenuto del libro, dopo averlo aperto con i protagonisti si ha la sensazione di riaffacciarsi dentro quella luce che è stata l'Inter in tutti questi anni. Lo leggerò con cura e ho visto che c'è da apprendere. Servirà per dare seguito a questa forza. Mariolino Corso è sempre carino con me, mi carica di questa responsabilità. Oltre che chiedermi questo deve insegnare la sua tecnica nello stretto a tutti i calciatori."

Riccardo Ferri: "La mia esperienza arriva dal settore giovanile. Ho esordito a 18 anni. Quello scudetto è un record indelebile, non avevamo grandi mezzi rispetto a Milan e Juventus. Si giocava sempre e anche in maniera esagerata, con infortuni che ci portavamo dietro. Lo facevamo con dignità e forza. Quello che racchiude il percorso che ho fatto all'Inter credo sia il senso di appartenenza che oggi manca. Quella cosa che ti porta ad andare oltre l'ostacolo, giocare in emergenza, dare qualcosa in più all'allenatore. E' tanto che manco da Appiano Gentile, ti vengono in mente tanti ricordi. Aver potuto scrivere alcune pagine di quel libro è motivo di orgoglio."

Francesco Toldo:"Portare l'Inter nel mondo? Inter Forever è nato da una chiacchierata con Facchetti. Era un motivo di senso di appartenenza. Da lì mi sono trovato a fare la guida. Per arricchire questo libro ci siamo chiesti e lo abbiamo chiesto agli ex compagni un contributo particolare. Abbiamo chiesto a giocatori dell'era di Mariolino, Suarez, di Ferri e dell'era del Triplete. Tra tutte le domande è sempre emerso il sentimento della famiglia. Una cosa simpatica l'unica risposta diversa sul miglior giocatore nella storia dell'Inter. Tutti hanno detto Ronaldo. Ibrahimovic ha detto io e Ronaldo. Ho vissuto due epoche diverse, una sofferta e una bellissima. L'insegnamento è il senso di appartenenza. Io mi auguro che ritorni. Non devono essere solo italiani. Bello far vedere come l'Inter sia unita con Inter Forever. Manca solo far giocare Corso e Suarez. Se giochi una volta nell'Inter giochi per sempre".