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Spalletti: “Chi pensa di non poter vincere stia a casa. Napoli spot ma noi ci siamo. E il derby…”

Le parole del tecnico prima del match con il Napoli.

Simona Castellano

Dopo aver vinto il derby, l'Inter arriva al match con il Napoli con una buona dose di entusiasmo e carica. Alla vigilia della partita con la squadra che guida attualmente la classifica di Serie A, Luciano Spalletti ha incontrato presso la sala stampa del Centro Sportivo Suning i giornalisti alle ore 14.30.

Le sue parole:

-FcInter1908, qualcuno ha definito questa sfida come quella tra bellezza e pragmatismo: condivide questa visione?

Sono d’accordo, loro sono belli ma anche concreti, hanno fatto tanti gol e hanno dato tante emozioni al loro pubblico. Io vedo in noi cose che migliorano di volta in volta e da una partita all’altra può esserci uno scalino fatto in avanti un po’ più lungo che ci permette di accorciare su quelle che potrebbero essere le differenze. Un po’ ce ne sono. Loro da tre anni lavorano insieme. Noi, però, abbiamo avuto a che fare con ragazzi che hanno assorbito subito quello che volevamo fare, con risposte di assoluta qualità. Vogliamo giocare partite belle che ci diano emozione e questa è una di quelle.

-Fortuna?

Dall’ultima settimana abbiamo anche la tutela del monsignore che ha la cappella qui vicino, lui ha rimedi eccezionali alle gufate.

-Spalletti pensa di aver dato qualcosa a livello di autostima agli stessi giocatori?

Noi siamo in tanti a lavorare e tutti valiamo uno, abbiamo un dietro le quinte completo di tutto. Poi ci sono venute altre idee e stiamo completando tutte quelle posizioni che ci permettano di non avere scappatoie, spifferi in cui qualcuno possa inserirsi. Lavoriamo tutti insieme, siamo una società forte, un gruppo importante, i miei collaboratori che sono stati in Serie A, mi insegnano e mi danno una mano in qualunque direzione c’è da lavorare. Abbiamo preso il nutrizionista, poi il monsignore...

-L’abbondanza del Napoli nei cambi quanto peso può avere? 

In questo caso nessuno, loro hanno giocato una partita infrasettimanale. Noi non siamo tantissimi, ma siamo fatti in maniera perfetta per come siamo stati costruiti, per quella che deve essere la nostra corsa e per quelle che devono essere le nostre intenzioni. All’Inter non ci lavorano degli sprovveduti, glielo garantisco. Abbiamo fatto tutto il possibile affinché non ci siano rimorsi, limitazioni di alcun genere. Quando saremo ridotti ad essere 14 calciatori dovremo essere nelle condizioni di vincere la partita comunque, tutta la rosa ha la qualità per poter confrontarsi. Per quello che so io, se a Santon faccio fare il centrocampista lui lo fa perché ha fisicità e molte cose belle, parlo di uno che ne ha passate di tutti i colori negli ultimi anni. Noi siamo nelle condizioni di per giocare la partita ad armi pari. Il Napoli ha fatto più fatica di noi, ma anche noi rigiocheremo con gli stessi, quelli siamo. Ma non abbiamo le coppe. Loro sono di più perché hanno da giocare più partite.

-La partita con il Manchester le ha insegnato qualcosa sul Napoli? 

Loro sono sempre tra le prime squadre del campionato, comandano il gioco anche contro avversari con calciatori molto più blasonati, con squadre che hanno fatto un mercato più importante. Al City chi costa meno è stato pagato 40 mln. Anche la Roma con il Chelsea: lì Rudiger sta in panchina, come in panchina c’è chi ha vinto il campionato l’anno scorso. Queste squadre italiane sono andate lì e hanno fatto questa figura perché sono squadre forti.

Lo stesso discorso di Icardi: prima del derby era quello che mancava alla squadra e che creava problemi secondo voi, ora è quello che deve sopportare il peso della squadra sulle spalle, ora c’è solo lui. Non è così insomma, bisogna mantenere un equilibrio, sia in un senso che in un altro Icardi e la squadra vanno nella stessa direzione, sia che faccia gol, sia che non faccia gol.

-Pronostico dalla parte del Napoli?

Non venire te, se la pensi in questo modo. Quelli che la pensano così che ci stiano lontano.

-Napoli e giocatori?

Non trovo niente che mi sorprende del Napoli, secondo me sono perfetti, è difficile trovare qualcosa. Ho guardato con curiosità il City perché è una squadra che conosco di meno e Guardiola è uno bravo a trovare strategie particolari. Giravano palla a tre e il terzino sinistro non lo alzavano a livello degli attaccanti, lo tiravano dentro a fare il terzo centrocampista, facendo abbassare a volte la punta esterna nel posto del terzino. È stata una situazione tattica particolare, ma il Napoli ha trovato le misure ed ha trovato le condizioni giuste per poter pareggiare la partita. Il City in quel momento credeva di aver fatto la partita totalmente sua, ma il Napoli fino al 90esimo ha avuto la stessa insistenza, la stessa volontà di andarla a prendere.

Voglio pensare che i miei calciatori abbiano già le motivazioni, altrimenti abbiamo sbagliato professionisti.

-Inter e Napoli hanno puntato su due blocchi quasi invariabili, è un caso che siano entrambe prime?

Secondo me c’è anche dell’altro. L’Inter ha lavorato bene per quelle che sono le scelte che ha fatto, il Napoli lavora da tre anni sullo stesso progetto e sullo stesso telaio. Dipende poi dalla valutazione e dall’analisi che tu fai. Secondo me noi siamo stati bravissimi, eccezionali anche nelle scelte dei momenti, nel saper cogliere l’attimo da parte dei professionisti, nella valutazione dell’importanza del momento. Il Napoli ormai da tre anni fa calcio a questi livelli e ha questi momenti qui e diventa uno spot per il nostro calcio. Ma non dimentichiamoci il resto, si commetterebbe un errore a sottovalutare. Ogni settimana parte un treno e bisogna essere bravi a cambiare biglietto. Chi è davanti vince, chi è dietro è fuori dalla Champions. Il Napoli mi è simpatico, ma bisogna arrivare davanti alla Juve per vincere il campionato, è una roba tosta sotto tutti gli aspetti. Se perdi una partita sei due punti dietro, ma ce ne sono da giocare ancora. La Roma è una squadra fortissima, io la conosco bene, poi ha venduto un paio di giocatori ma li ha ricomprati e dello stesso livello. L’anno scorso la Roma ha fatto un campionato importante e giocato un calcio importante. La Lazio è dentro, per mentalità, gioco acquisito, telaio composto, per struttura fisica di squadra, capacità di Peruzzi di dare il suo contributo eccezionale. Anche loro da due o tre anni stanno facendo risultati importanti. Poi il Milan: io mi fido di quello che ha detto Montella, se dice che ha le qualità per rientrare nel giro è una cosa probabile. Si è parlato di sei squadre tutte da zona Champions, con quelle ce la dovremo vedere fino in fondo se riusciremo a starci a quel tavolo lì.

-Può bastare la prestazione del derby?

Secondo me sono quelle prestazioni che quando si arriva in fondo hanno messo qualcosa sul piatto, perché c’è un po’ tutto: il momento in cui abbiamo sofferto e in cui è stato bravo Handanovic, in cui ci siamo difesi, ma sempre con un certo ordine. Qualche situazione gliel’abbiamo concessa, siamo stati un po’ disponibili a subirle, perché nelle altre partite non abbiamo commesso quelle leggerezze. Secondo me in generale è una partita di grande livello.

-Quanto può pesare il fatto che con la Roma li hai battuti 3-1?

A questi giocatori posso raccontargli poche cose. Per esempio, dopo il 2-2 subito al derby l’atteggiamento ti fa capire cosa hanno nel cuore e nella testa i nostri giocatori. Vogliono imbottire la squadra di interismo, lo si vede nelle azioni quotidiane. Dopo il secondo pareggio le loro intenzioni la dicono lunga, è una storia che parte dai piedi, arriva alla testa, ma passa per il cuore. La convinzione, la sicurezza sono quelle che ci fanno vedere i giocatori nel modo di allenarsi, affrontare le partite ed essere professionisti. Tali sono, non i miei ragazzi. Come hanno portato a casa qualche risultato è perché hanno capito da professionisti qual era l’atteggiamento giusto. È questione di mentalità e io non ho fatto niente. In quei momenti, quando subisci il 2-2, tu in panchina non sei niente, non puoi far nulla, non puoi dir nulla perché ci sono il rumore, l’amarezza, l’importanza della partita. Hanno saputo reagire da soli.

-Cercare una mossa tattica completamente diversa? Cosa bisogna inventarsi?

Secondo me se si vuole stare in cima bisogna essere bravi, non ci sono scorciatoie, non c’è la mossa che può determinare l’andamento della partita, bisogna andare a sfidarli, convinto che puoi avere la meglio in molte delle fasi di gioco. Noi ormai non possiamo tirarci più indietro. Non è che si va lì e si tenta di sfruttare una situazione soltanto perché loro non te lo permettono. Sono talmente bravi che di problemi gliene devi creare più di uno e noi ne abbiamo le qualità. Poi ci siamo dentro fino al collo. Magari era inaspettato, ma vivendo a un certo livello prendi i connotati del livello in cui vivi. Bisogna andarli a sfidare anche a casa loro, nella loro tana, perché è così, non ci sono scorciatoie e non ci sono alternative. Dobbiamo giocarci la partita e non valutando un solo comportamento, perché poi la palla la perdi e devi riorganizzarti, riconquistarla, ma se lo fai troppo basso loro non ti permettono di riportarla nella loro area. Ci vuole equilibrio, ci vuole arte che arriva lavorando in un certo modo tutti i giorni.

-Partita con il Napoli?

Prima di tutto il Napoli è uno spot per il calcio in generale. Loro sono una squadra forte, sono dove avevano programmato di essere, non concedono niente a nessuno, devi andarli a prendere, sfidare, se ti metti lì a fare calcoli devi essere più bravo della loro prima qualità e cioè il possesso palla. C’è un pallone solo, se lo tengono gli altri è un casino. Sarà difficilissimo reprimerli o limitarli, hanno la qualità di condizionare l’avversario a fare cosa loro vogliono, hanno continuità di gioco, hanno la perfezione in alcuni momenti, anche quando perdono delle partite. La perdono ma potevano vincerla. Non c’è mai stata una partita in cui hanno perso e sono stati più bravi gli avversari. Meritano, proprio per l’atteggiamento che hanno, di avere tutti i consensi di commenta il calcio in generale. Se Sarri avesse continuato a lavorare in banca sarebbe diventato Ministro dell’Economia. Ti costringe a fare gli straordinari durante l’allenamento per preparare una partita contro di lui, lui varia, trova la soluzione per farti male lo stesso e sottometterti alle loro volontà.

-Moratti quando parla è ancora l’interista che ha più presa. Le sue parole vi responsabilizzano?

Secondo me l’ha collocata nel modo giusto, ha detto lasciateci sognare, lasciateci l’illusione. Lui usa quello che è stato il momento che ha vissuto e che ha passato nella sua carriera di presidente, ci ha fatto piacere vederlo nello spogliatoio a fine partita con quei colossi di calciatori che sono venuti ad accompagnarlo, con Tronchetti, i dirigenti. Vederli al nostro fianco, contenti, a spingerci ci dà un valore ancora più importante a quello che deve essere il nostro lavoro.

-Fortunato?

Io sono uno che ha il vento a favore sicuramente, ho visto quello che mi è successo. Al di là di questi episodi. Ancora ne avrete da vedere delle belle. Ho più fortuna di quella che si è vista finora.

-Esame di domani?

Ne hanno già dati di esami così. Se siamo a questo punto vuol dire che abbiamo studiato molto e siamo pronti e preparati per questo confronto. Non sarà un confronto facile, perché se entriamo a dire le motivazioni ci si sta tutta la sera.

(Fonte: Dall'inviata di FcInter1908.it, Sabine Bertagna)

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