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Spalletti: “Possiamo solo vincere, i 60mila non si tradiscono. Icardi c’è. Ct? Ancelotti”

Il mister in conferenza prima di Inter-Atalanta.

Simona Castellano

Dopo la sosta per le nazionali, l'Inter affronterà al Meazza l'Atalanta domani alle ore 20.45. Alla viglia del match di campionato, Luciano Spalletti ha incontrato i giornalisti nella sala stampa del Centro Sportivo Suning per la conferenza.

FcInter1908.it live dalla Pinetina vi riporta le sue parole:

-FcInter1908.it: ha parlato di debolezze caratteriali prima, in riferimento alla mancata qualificazione. Può diventare un elemento di valutazione importante nella scelta della formazione?

Dimostrare di meritare di giocare nell'Inter passa anche da questi momenti, da queste situazioni, per cui mi aspetto che ci sia una reazione corretta, per il momento nessuno mi ha fatto vedere che c'è bisogno di andare a metter mano da qualche altra parte. Gli altri hanno questo desiderio di giocare insieme a chi ha giocato più spesso e sono lì pronti a subentrare o a prendere il posto, dando il contributo. Se c'è questa impreparazione dove vogliamo andare? Si parla di risultati importanti, ma se si è turbati dalla mancata qualificazione non si va da nessuna parte. Sarà bene che se lo tolgano subito dalla testa.

-Ha parlato con Joao Mario? È tornato motivato?

Il nostro è un buon gruppo, stiamo volentieri a lavorare insieme, si tenta di tenere presente tutto, si guarda tutto, ad esempio questa settimana abbiamo fatto anche il montaggio del video delle loro performance individuali nelle nazionali, c’è stato il gol di Perisic, quello di Karamoh, di Joao Mario. Tutti devono sapere. Si parla con tutti. Joao Mario non ha detto nulla di particolare, ma cose correttissime che può e che deve dire, poi c’è una presa di coscienza del lavoro di quelli che abbiamo fatto giocare più volte. Cancelo stesso è uno di quelli che vorrebbe partecipare, si sta allenando benissimo, però attualmente la situazione è un po’ questa, anche se tutti devono avere una preparazione adeguata per giocare. È tutto a posto, i ragazzi  fanno bene il loro lavoro e che hanno intenzioni dirette e sane.

-Chiamata dalla Nazionale?

Vi ringrazio tutti, ho la mia posizione ora. È una cosa che mi piacerebbe fare, ma non ora. Devo e voglio lavorare per l’Inter. Se mi chiede chi vedo bene sulla panchina della Nazionale dico Ancelotti, ha esperienza, ha il consenso di tutti, è un grandissimo allenatore. Per la nostra Nazionale bisogna mirare alto, al meglio e lui è il meglio.

-Non ci sono trappole domani?

No, non ci sono trappole. Le partite giocate dicevate che erano facile, se pensate che sono facili e intasate la testa dei giocatori sul facile loro leggono, sono intelligenti e vogliono conoscere. State attenti a quello che scrivete perché vi leggono. Con l’Atalanta non ci sono trappole, è una squadra di livello alto, non ha bisogno di essere motivata, chiunque giochi con l’Inter è motivato. Molti dicono che si è fatto il risultato più importante con l’Inter, si automotivano tutti. L’Atalanta è una squadra forte di grandissimo livello. Con l’Atalanta si va subito sull’impatto fisico e non siamo pronti lì sarà durissima. Gasperini è bravo a dare forza dal punto di vista individuale. Se non avremo pronti regger botta dal punto di vista fisico sarà dura, poi è chiaro che si possono creare spazi per poi andarci a giocare dentro, dipende da se sei bravo a poter sviluppare queste libertà di scegliere dove andare a giocare, perché loro te lo vietano, da qualche parte una palla libera la devi creare per scegliere dove giocare. Questi possono essere vantaggi e difficoltà.

-Tutti a disposizione?

Tutti sono a disposizione, abbiamo recuperato anche Mauro che purtroppo ha avuto questo problema e ha iniziato ad allenarsi individualmente all’inizio della settimana, questi due ultimi allenamenti li ha fatti bene, il ginocchio non si è rigonfiato. Mauro gioca, anche perché è uno di quelli a cui sembra poco giocare una partita a settimana, vuole andarne a giocare due a settimana, ha le intenzioni di arrivare lì. A lui basta giocare, è contento quando è lì dentro, quando la palla ruzzola.

-Giocatori con meno minutaggio? Dalbert, ad esempio…

Ce ne sono tanti in quel ruolo, è vero che hanno giocato di più Nagatomo e D’Ambrosio, ma ci sono Dalbert, Cancelo, Santon che mi piace proprio per testa, disponibilità, conoscenze calcistiche, lui conosce il calcio, sa attaccare, sa difendere, è fisico. Per me è uno di quei calciatori che ci darà una mano importante. Domani si gioca con l’Atalanta che non ha preso gol su palla inattiva, ha una struttura fisica importante, i giocatori hanno la struttura dei giocatori di basket e sanno giocare con i piedi. Quando si va su palle inattive e calci di punizione se non hai fisicità soffri, ci sono allenatori già bravi di me che hanno costruito squadre fisiche. La palla inattiva è un momento frequente nel nostro campionato, va tenuta in considerazione. Santon ha queste qualità.

-Risposta dei giocatori e risposta del pubblico?

Il fatto che i calciatori siano felici di avere una partecipazione così numerosa ti rende orgoglioso. I giocatori vogliono andare a incidere positivamente su quello che è il calcio in generale, sul sentimento delle persone. Non si può tradire, bisogna fare le cose seriamente, esibire competenze. È bene ricordarlo, non sono i miei ragazzi, sono i miei professionisti, devono mandare messaggi sani.

-Giocare dopo: vantaggio ?

Se si guarda quello che è stato il cammino delle squadre in testa alla classifica, possiamo dire che bisogna andare fortissimo per ambire alle prime quattro posizione. Non vedo quale possa essere il vantaggio se la qualità delle squadre è quella che si è vista finora. Si guardano sì, ma senza stare lì ad essere in ansia per gli altri risultati. Certo che se mi chiede del derby della Roma io a quei calciatori lì ho voluto e gli voglio bene, per cui io sono per la Roma, però ognuno fa l’uso che vuole delle partite. Io me la guarderò senza alcuna tensione. I ragazzi dell’Inter oggi andranno a casa, domani ci ritroveremo, c’è responsabilità, io non vado a imporre nulla a nessuno, se abbiamo capito dove siamo. Non obbligo nessuno ad andare a dormire né vieto di bere un bicchiere di vino, le cose bisogna saperle da soli, tutte le volte ci sono 60mila tifosi e non si possono tradire, questo è il futuro del calcio in Italia.

-Giocatori giovani e seconde squadre: idea vincente?

Potrebbe essere una delle soluzioni, meglio non dire cose campate in aria e ragionarci bene. Bisognerebbe ragionare in maniera più approfondita sulle soluzioni, non facciamo quello che fanno tutti, servirebbe a mettere solo più confusione. I responsabili devono venir fuori. Nell’Inter io sono responsabile, se l’Inter non va bene è corretto che se la prendano con me. Io sono di quelli lì. Seconde squadre? Già vissuta in Russia questa esperienza. La seconda squadra giocava il giorno prima della prima squadra e io potevo mandarci i giocatori che volevo, secondo me funzionava. Si ha la possibilità di creare questa introduzione, questo mischiare le qualità che ti permettono di vedere se il livello di questi ragazzi è tale da consentirgli un inserimento nella prima squadra. Mi trova d’accordo su questo fatto della seconda squadra.

-Inter che vince non si cambia?

All’inizio avevamo bisogno di un po’ di certezze e sicurezze. Quando sono arrivato e con i direttori si parlava di quello che dovevamo fare si avevano certezze e dubbi su tutti, c’era da trovare un po’ di solidità e secondo me si può allargare questa solidità trovata. Ci sono altri calciatori che possono far parte di quella squadra che ha giocato più minutaggio. In questo periodo con partite infrasettimanali avremo bisogno di molti altri e bisogna anche lavorarci nella maniera giusta per ritrovarceli pronti. Questa è una squadra che ha fatto vedere di avere sostanza e solidità, ma allo stesso tempo nella lunghezza del campionato c’è bisogno di tutta la rosa. Il modo di lavorare loro è bellissimo, molto corretto. In questa settimana quando sono tornati dalle nazionali abbiamo fatto un paio di riunioni per riprendere il discorso e puntare al nostro obiettivo più comune e cioè fare risultati. Non possiamo regalare alcun turno, abbiamo bisogno di fare risultati, le altre corrono e forte. I nostri giocatori mandano segnali di una squadra forte sul campo e nella testa. Un modo di lavorare duro di chi comprende anche il tentativo di voler giocare senza tentare di prendere il posto del compagno ma di giocarci a fianco. Finché vedo queste intenzioni si può stare abbastanza tranquilli.

-Gol subiti aumentati?

Ognuno ha i propri numeri, certo bisogna migliorare sempre, quando ci sono giocate dei nostri avversari superiori al nostro massimo si accettano, quando c’è un po’ di timidezza nel nostro modo di fare bisogna andare a trovare soluzioni nuove.

-Suo pensiero su quello che è successo post sconfitta dell'Italia?

Davvero continuiamo ad avere il bisogno di collezionare opinioni? Io faccio parte di questo calcio, ma più che criticare l’operato degli altri devo assumermi delle responsabilità. Dipende da tutti, in piccola parte anche da me, piccolissima? Bene. Devo andare a creare i presupposti per lavorare meglio e più in profondità, per riuscire a contribuire affinché da qui in avanti ci sia un calcio migliore o con qualità superiore a quella esibita, è una situazione nuova questa, non la conosciamo, è epocale perché non è mai successa, ci trova impreparati, vediamo quelle che saranno le prossime uscite della Federazione, proprio perché è successa una cosa che nessuno si aspettava non si era messa in preventivo e ora si staranno organizzando eventuali situazioni. Non stiamo qui a giocare a nascondino dove quello tanato è solo Ventura, bisogna uscire allo scoperto e assumersi le responsabilità. Io invece di criticare devo dare un contributo e lavorare meglio.

-Come ha ritrovato i nazionali?

Gli italiani sicuramente dispiaciuti, non stendiamo tappeti alle giustificazioni, non possiamo regalare turni di alcun genere, ogni volta che entriamo in campo dobbiamo tentare di fare il massimo con la stessa forza che hanno sempre fatto vedere i nostri calciatori. Non possiamo crearci distrazioni. Le nostre ambizioni non possono includere debolezze caratteriali che includono la mancata qualificazione, anzi quello deve servire da reazione, dobbiamo mandare messaggi corretti, forti, giusti, puliti, il nostro calcio ha un valore e non c’è bisogno di andare a copiare modelli in Germania o Francia, basta guardare nel nostro passato, lavorare in profondità sulla nostra qualità.

-Sentite che sta diventando un fattore giocare a San Siro?

Ne parlano spesso anche i giocatori nello spogliatoio, vogliono contribuire a questo abbraccio, a questo coinvolgimento che c'è da parte dei nostri tifosi, cercando di divertirli e di fare fino in fondo il dovere del professionista. Noi siamo felicissimi di ricevere questo abbraccio, è come se volessero partecipare alle nostre responsabilità, stando sul rettangolo di gioco. In una città così moderna si ha la sensazione di vivere un'esperienza del passato, come quando prima i beniamini non si vedevano altrove. Ormai siamo abituati ad essere sotto ai riflettori, ma ai nostri tifosi non basta, vogliono esserci anche durante le partite. È una sensazione bellissima, mi piacerebbe farvelo sentire dalla panchina. Sembra lo stadio dell'eco, lo senti arrivare da tutte le parti questo amore, questo 'amala'.

(Dall'inviata di FcInter1908.it Sabine Bertagna)

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Le parole del mister a Inter TV:

-Come ha ritrovato la squadra? I giocatori italiani devono ricaricarsi? 

Non stendiamo nessun tappeto alle giustificazioni, se c'è qualche calciatore che è rimasto turbato e poi si porterà dietro questa mancata qualificazione potrebbe essere un danno per noi, è bene far chiarezza subito, abbiamo una rosa forte e non possiamo permetterci di essere limitati da debolezze caratteriali, abbiamo da fare la nostra squadra, li ho trovati dispiaciuti, è chiari, ma la voglia di risultato con l'Inter deve venire prima di qualunque dispiacere, dobbiamo portare a casa assolutamente questa partita.

-Come sente l'affetto dei tifosi? 

Come lo sento? In una maniera molto diretta, come ho già detto li abbiamo trovati lì fin da quando siamo arrivati, erano ad aspettarci, erano a dirci che si volevano assumere delle responsabilità, che volevano partecipare direttamente, i giocatori spesso nello spogliatoio parlano di questo fenomeno e di questa affluenza e vogliono contribuire ad averne di più. È un po' vivere il sapore di una volta, quando la gente veniva allo stadio e non aveva la possibilità di vedere i beniamini altrove. È bellissimo lo stadio pieno, poi è efficiente, bisogna fare i complimenti all'amministrazione, dopo mezz'ora mi è capitato di uscire e non c'era più una macchina. In una città così moderna è importantissimo avere questa efficienza. Coinvolge poi più spettatori a venire a partecipare alle partite senza doverci perdere metà giornata.

-Stessa intensità fino alla fine? 

La miglioreremo. Per ora ha giocato spesso la stessa formazione e noi la vogliamo allargare questa rosa di titolari, abbiamo una squadra forte, abbiamo vissuto un periodo con delle necessità e naturalmente in questo periodo, dove ci saranno più partite ravvicinate, abbiamo bisogno di allargare questo numero di calciatori coinvolti. Mi fa piacere sottolineare che qui si lavora duramente non prendere il posto del compagno, ma per giocargli a fianco. Deve essere lo spirito che ci accomuna.

-Come troverà l'Atalanta?

Spesso abbiamo detto 'trappola'. Qui non ci sono trappole, l'Atalanta è forte, di livello. Come Torino  Samp può arrivare da tutte le parti. Non c'è il timore di farsi trovare impreparati, saremo pronti, loro sono una squadra di altissimo livello.

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