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Mazzola: “Messi? Suning può. Sarri ricorda il Mago, Pioli rimanga e via chi non è degno”

Lunga intervista a Sandro Mazzola che spazia tra passato e futuro dell'Inter con il sogno Messi che torna di prepotenza alla ribalta

Giovanni Montopoli

Lunga intervista rilasciata da Sandro Mazzola al quotidiano Il Mattino di Napoli. In vista del posticipo di questa sera, la bandiera dell'Inter del Mago Herrera, analizza le due squadre, lanciando un grosso messaggio d'ammirazione al tecnico del Napoli e a Lorenzo Insigne, che a suo dire, gli ricorda "un certo Mazzola"

NAPOLI PIU' AVANTI DELL'INTER - «Beh, ormai cene siamo dimenticati di quando eravamo noi quelli più forti di tutti, sono passati tanti anni... però se arriva Messi...».

SPERANZA -  «Guardi, questi qui (i cinesi di Suning,ndr) hanno davvero la forza per prendere quello che vogliono, pure la Pulce».

AUGURIO - «Ma dovrebbero augurarselo tutti, quando arrivano fuoriclasse come lui c’è solo da far festa: ora in serie A c’è una noia assurda, se non ci fosse il Napoli di Sarri si farebbe fatica a divertirsi, lo penso sul serio: il Napoli è una garanzia, è una squadra che pensa a far gol, ad attaccare. Ti metti davanti alla tv e sai che lo spettacolo non mancherà. Al contrario di altre formazioni che sono quasi sempre un pianto...»

PRONOSTICO - «Per principio, non posso che dire Inter: ma quel Lorenzo lì può regalare un po’ di dispiaceri ai nerazzurri. Quando Insigne fa certe giocate mi ricorda un certo Sandro Mazzola. È un campione vero, ha personalità, estro. Non ha paura di nulla né in campo né fuori. Proprio come me.Gli auguro di essere amato come loè stato Juliano dai napoletani»

PRECEDENTE  - «Lo so a cosa si riferisce. Lo ammetto: con Gonella alzai la voce quella volta. Era una cosa sbagliata ma la feci. Perdevamo 1-0 a San Siro e il Napoli con Zoff, Juliano, Altafini stava giocando bene e in più aveva anche un uomo in più per l’espulsione di Burgnich. E a Gonella glielo urlai: “Se va avanti così, qui finisce male per noi. Ma finisce male anche per lei”. Poi nella ripresa ci fula nostra rimonta, con un rigore di Boninsegna che fece arrabbiare tutti i napoletani. Oggi nessuno dell’Inter ha la personalità per permettersi quel mio gesto. Una cosa irregolare, sia chiaro, ma che in quegli anni i capitani facevano».

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