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Moratti: “Non potevo non prendere Baggio. Mai amato dai tecnici, solo uno pazzo di lui”

Massimo Moratti, nel giorno del 50esimo compleanno di Roberto Baggio, ricorda il suo passaggio all'Inter

Daniele Mari

Massimo Moratti, intervistato da Sky, ha parlato di Roberto Baggio, che oggi compie 50 anni. Il Divin Codino è stato uno dei grandi campioni che Moratti ha regalato alla sua Inter, uno di quelli a cui l'ex presidente nerazzurro è più legato: "Baggio ha rappresentato l'orgoglio di avere un grande campione in squadra. Mi sembrava fosse un grande regalo, non che io facessi al pubblico, ma che Baggio faceva a tutti noi.  Umanamente, poi, era una bellissima persona, di grande disponibilità, non amato dagli allenatori. Il che, però, lo rendeva ancora più vicino al pubblico. L'unico che mi chiamava e mi diceva 'venga a vedere Baggio come gioca bene, lo metto in campo senza dirgli cosa fare perché lo capisce da solo' era Lucescu, che era pazzo di lui. Gli altri allenatori lo vedevano sempre come un di più. Ed effettivamente era così perché valeva per due, quindi era un problema di abbondanza (ridendo ndr)"

RAPPORTO - "Tra noi c'era un rapporto molto buono, a me è sembrato molto buono. E' un ragazzo intelligente, ha fatto tutto ciò che poteva fare pur avendo problemi ad una gamba. Certamente c'è riconoscenza nei suoi confronti e non è facile per un grande campione essere anche una persona semplice e trasparente"

LA SCINTILLA - "Non si rinuncia, quando c'è un giocatore di quel livello e lo puoi prendere non si può rinunciare a prenderlo, è una gioia vederlo giocare. Che eredità ha lasciato? Di essere un campione, un artista. Qualcosa di diverso da tutti gli altri, come ogni campione e super campione è diverso da tutti gli altri".