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Nainggolan, quando pensi all’Inter? Il club si rivolga agli abbonati. Spalletti, è mai possibile che…

L'editoriale di Alfio Musmarra: dal pareggio contro il Sassuolo alla questione Nainggolan

Alfio Musmarra

Demoralizzante. Lo stadio vuoto, la prestazione generale della squadra, la mancanza di cattiveria e le performance contro il Sassuolo. Desolanti quei 33 minuti di Nainggolan, che non starà ancora bene ma che alla fine quando da quando è a Milano non lo è mai stato se non in due o tre partite. Troppo poco per il giocatore scelto per farci fare il salto di qualità.  Colui che avrebbe dovuto trascinare i compagni con i suoi famosi ‘strappi’ ma che ad oggi sono stati più quelli extra campo che hanno costretto la società a prendere provvedimenti. Chi vi scrive ha sempre avuto un debole per questo giocatore che evidentemente non è riuscito a recidere quel cordone ombelicale con Roma ed i suoi tifosi dai quali non avrebbe mai voluto separarsi, ma ad oggi dopo cinque mesi bisogna fermarsi e tirare le somme, perché così non si può andare avanti.

SEI MESI NON ALL'ALTEZZA - Nella mente tornano quei file audio trafugati dove capisci che nella sua testa l’Inter non ci è mai entrata nonostante la passione che lo ha investito il giorno del suo arrivo a Milano. Per loro e per tutto il movimento Nainggolan rappresentava l’’araba fenice, dopo 7 anni nefasti ma ad oggi il giocatore che era diventato un punto di riferimento alla Roma non l’abbiamo mai visto, lui che a Roma non ha mai avuto infortuni arriva a Milano e si fa subito male. Salta le prime due giornate, dalla terza alla nona di campionato è sempre titolare ( un gol  determinante a Bologna), poi si fa male in uno scontro di gioco nel derby con Biglia e da lì gioca scampoli senza mai incidere. In Champions si fa sentire nelle prime due contro Tottenham e Psv (un gol), poi si eclissa tra infortuni e cattiva condizione e non è un caso che l’Inter esca malamente dalla Champions. Ecco la stagione di Nainggolan è la rappresentazione plastica del girone di Champions dell’Inter. E giusto per non farci mancar nulla c’è la ciliegina Zaniolo che a Roma sta esplodendo sfoderando giocate di livello.

SASSUOLO INDIGESTO - Ma torniamo al Sassuolo, perché se ci aspettavamo molto da Nainggolan, lo stesso dicasi dai vari Perisic e compagni. Alla fine abbiamo dovuto dire grazie al solito Handanovic se siamo riusciti a portare a casa la posta minima. A metà campo abbiamo sofferto incredibilmente, tanti, troppi errori di impostazione, e Icardi là davanti non l’ha mai vista un po’ per colpa sua ed un po’ per demeriti dei compagni. Non so se si sia lasciato distrarre dalle polemiche relative al rinnovo, non credo e non voglio neppure pensarlo, ma la prestazione messa in campo non è da lui. L’unico a salvarsi è il solito Politano e Lautaro Martinez che negli ultimi dieci minuti messigli a disposizione si è fatto notare. Lo stesso Spalletti ascoltato in conferenza stampa è parso accontentarsi, segno evidentemente che la squadra più di questo non riesca a offrire. Il tecnico adotta come un mantra il concetto dell’equilibrio e che con questo centrocampo non possiamo permetterci le due punte, ma non è da lui non trovare qualche soluzione-tampone. Col Tottenham causa infortuni aveva adottato la difesa a tre e mezzo, cosa che aveva usato peraltro anche a Roma con discreti risultati. Possibile che non si riesca a trovare un sistema a centrocampo che consenta l’utilizzo delle due punte? 

LO STADIO - Capitolo stadio. Lodevole l’iniziativa della Società reagire con una campagna contro il razzismo, fermo restando che ci sarebbe da discutere sull’effettiva esistenza della matrice, ma sarebbe un discorso troppo lungo. Non capisco il perché non sia stato richiesto lo stesso metro in casi analoghi da altre parti, ma attendo fiducioso. Auspico che la stessa società abbia la volontà trovare un modo per ‘venire in contro’ a tutti gli abbonati che non hanno potuto assistere alle gare causa chiusura stadio. Ci sono mille modi, a volte ci si accontenta di un gesto dal forte valore simbolico. In sede lavorano persone attente e scrupolose sono convinto troveranno un sistema per ricordarsi dei loro primi tifosi che ogni gara casalinga riempiono San Siro arrivando da tutta Italia. Già, perché noi spesso lo dimentichiamo ma tanti tifosi arrivano da lontano, oltre l’abbonamento prendono treni, aerei, macchine, ore di viaggio e non basta un semplice ringraziamento alla lettura dei paganti.

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