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Pinamonti ha l’X Factor: promosso a pieni voti. E che lezione ai big nerazzurri

Il giovane nerazzurro ha sfoderato una prova molto positiva ieri sera al suo esordio in prima squadra contro lo Sparta Praga

Daniele Vitiello

La difesa a tre, il rientro di Andreolli, una rispolverata a Biabiany e addirittura lo spostamento di Ansaldi dalla fascia al centro del campo a costituire un al dir poco inedito tandem con Felipe Melo. Siamo a dicembre e l'Inter già non ha più nulla da raccontare, almeno in Europa League, ma Stefano Pioli ieri sera ha provato a mischiare il più possibile le carte per conquistare l'attenzione dei tifosi per l'inutile match con lo Sparta Praga. Temi che avrebbero dovuto destare un pizzico di curiosità fra i tifosi nerazzurri, al punto di convincerli a sintonizzarsi sul canale che ha trasmesso la partita o addirittura a presentarsi al Meazza. Atti di coraggio che in pochi sono stati in grado di compiere, preferendo la squadra nerazzurra ad X Factor, spinti però da un altro motivo: l'esordio in prima squadra di Andrea Pinamonti. E bisogna dire che ne è valsa la pena.

Senza sensazionalismi, al netto dei quintali di retorica che si sprecano in queste circostanze, va sottolineata la personalità e la grinta che il giovane, abituato a bruciare le tappe, ha saputo mettere in campo alla sua seconda uscita al Meazza (la prima qualche mese fa con gli Allievi). Poco importa se sugli spalti non s'assiepava il pubblico delle grandi occasioni, in un impianto del genere soltanto i pochi eletti riescono a tener ferme le ginocchia all'uscita dal tunnel che porta al campo di gioco. Tanto movimento, senso della posizione, confidenza con il pallone che per essere così affinata in un diciassettenne un motivo dovrà pur esserci. Corre il Pina, ha la metà degli anni di Palacio, un quarto dell'esperienza di Eder, ma è lui a rubare la scena. In pochi tocchi, tutti ragionati e misurati, strappa perfino gli applausi dei tifosi ospiti. Mangia l'erba, galoppa leggiadro da una zolla all'altra, evidentemente fiero di indossare una maglia così ricca di gloria ma al tempo stesso intrisa di responsabilità come poche altre.

Sale in cattedra e mette in evidenza il limite più grande fino a questo momento dell'Inter, che va al di là delle gambe e della testa. Indica ai big seduti in panchina, in tribuna o sul divano di casa, che senza cuore la strada che porta ai risultati positivi è tremendamente più impervia. Sta qui il segreto dei successi, il vero X Factor (per restare in tema). Pinamonti lo sa bene, a dispetto dell'anagrafe e di un palmares ancora tutto da riempire. C'è ancora tanto da lavorare, sulla tecnica, sul fisico e sulla testa, ma la via è quella giusta. Ausilio intanto conta con ansia i giorni che separano il giovane attaccante dalla maggiore età, traguardo che permetterà di blindarlo e metterlo al sicuro dai corteggiamenti di altre squadre, con il benestare dei genitori, nerazzurri sfegatati.

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