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Rafinha e Cancelo? Inter, hai un’altra colonna da proteggere: la più importante

L'Inter è in piena corsa per la qualificazione alla Champions League ma pensa anche alla prossima stagione

Daniele Mari

Nei giorni scorsi, si è parlato molto dei riscatti di Rafinha e Cancelo. I due giocatori hanno dimostrato ampiamente di essere giocatori di livello, entrambi superiori a gran parte dei compagni di squadra con cui stanno lottando per un posto in Champions. Dal punto di vista tecnico, non ci sarebbe alcun dubbio sul riscatto di entrambi. Dal punto di vista economico, la spesa è notevolissima ma giustificata e la società, come ha lasciato intuire Piero Ausilio, sta già lavorando per rendere la doppia operazione una realtà a fine maggio (o dopo la fine di giugno, come richiederebbe il bilancio).

Ma la doppia operazione Rafinha-Cancelo non è la sola da cui deve ripartire l'Inter, a mio modo di vedere. La prima, forse la più importante, è quella legata a Luciano Spalletti. E sul tecnico toscano mi sbilancio ora che l'Inter è quinta e quindi, allo stato attuale, fuori dalla prossima Champions League: Spalletti deve essere la colonna portante del progetto Inter della prossima stagione.

Non solo per le sue innegabili capacità di allenatore ma anche per le capacità gestionali e per la indubbia capacità nel far esplodere i giocatori a disposizione. Skriniar, lo stesso Cancelo, Brozovic, Karamoh sono tutti giocatori che hanno adesso una valutazione superiore a quella che avevano prima che arrivasse Spalletti. Merito loro ovviamente ma merito anche dell'ex tecnico della Roma, non nuovo per altro a 'imprese' di questo tipo.

Legare Spalletti alla qualificazione alla prossima Champions League sarebbe un errore. Spalletti va confermato, anzi se possibile va aperto con lui un ciclo che possa andare anche oltre l'anno prossimo. Per due motivi:

1- Spalletti è un tecnico di primo livello, con cui si può pensare di fare un primo step verso un nuovo ingresso (dopo 7 anni di oblio di nuovo ingresso si deve parlare) nell'elite calcistica, ossia il ritorno in pianta stabile in Champions League (si spera già dalla prossima stagione)

2- Non c'è, su piazza, un tecnico che fornisca al momento maggiori garanzie. Non lo farebbero i tecnici cosiddetti top (che comunque non accetterebbero un'Inter ancora in condizioni precarie) e di certo non garantirebbero le giuste garanzie tecnici in cerca di affermazione (i Giampaolo tanto per capirci). Non c'è nessuno, per l'Inter attuale, migliore di Spalletti.

Dopo l'addio di Sabatini, la fiducia nel progetto di lungo termine ha traballato: ripartire di slancio con uno Spalletti confermato anche oltre il prossimo anno sarebbe il miglior viatico verso la prossima stagione, in cui l'Inter non dovrebbe più avere l'handicap di un mercato monco. Perché, giova ricordarlo, lo stesso Luciano Spalletti ha candidamente ammesso che la costruzione della squadra è stata bruscamente interrotta per motivi esterni a metà dell'estate (clicca qui per rileggere le sue dichiarazioni). "Ad un certo punto abbiamo dovuto smettere di fare mercato e siamo rimasti con la squadra che avevamo", le parole che ancora risuonano. Quest'anno il problema non si pone, dei blocchi veri o presunti tutti sanno tutto. Non ci sono scuse e soprattutto non c'è altra strada: Spalletti è la terza colonna da cui ripartire, ancora più importante rispetto a quelle rappresentate dai riscatti di Rafinha e Cancelo.

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