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Ranocchia: “Il mister ci fa lavorare tanto. Gli anni complicati ? Li hanno tutti. Zanetti…”

Il difensore nerazzurro si è raccontato nel programma Drive Inter

Sabine Bertagna

Andrea Ranocchia, difensore nerazzurro, ha trovato nell'ultimo periodo più spazio nella rosa di Luciano Spalletti. Di questo e della sua avventura all'Inter ha parlato nel corso di Drive Inter, format di Inter TV.

Mi chiamano Rana, Ranocchia, Andrea quasi nessuno. In famiglia? Andrea. I miei amici Rana da sempre. In Inghilterra mi chiamavano Frog. Con Brozo e Mira ci chiamiamo Grande, una volta non gli veniva il nome: è nata così la cosa. E poi Skri, Candre, Dambro: tutti i nomi abbreviati. 

Altri sport? Faccio boxe più per allenarmi che in ambito sportivo. Aiuta l'equilibrio, la stabilità. Ti fa sfogare, ti dà questo senso che ti sfoghi. E' molto utile per allenare la parte alta del corpo. Ion non faccio ring, poi dovrebbe essere abbastanza divertente. Anche gli allenamenti sono duri. Quando lo faccio sono distrutto, vado a cassa sul divano. Lavori tanto.

Il posto più bello? Parlando di lavoro è il campo, il rettangolo di gioco. Quello che si respira negli allenamenti e nelle partite è fantastico. L'altro nella vita privata è la famiglia. L'Umbria, la mia città. Sono molto legato alle origini, alla famiglia, agli amici. Sono andato via a sedici anni e ho avuto la fortuna di essere sempre rimasto in contatto con tutti. 

Calcio? Come in tutti i lavori ci sono i pro e i contro. Quello che tanti bambini sognano di fare. L'ho sempre sognato, non mai sono mai immaginato in un tarlo posto o in un altro lavoro. Sono stato bravo, sono riuscito perché tanti miei compagni bravi si sono persi per molti motivi. Sono tutti bravi quelli che arrivano a giocare nei professionisti.

Campioni del calcio? Difficile dirlo, ce ne sono tanti. Ci sono i talenti puri come Messi. E' nato così, la natura gli ha dato tutto. Ronaldo, la natura gli ha dato tantissimo ed è riuscito a dare qualcosa in più. Giocare tra i professioni vuol dire che ha sacrificato tanto. Sono tutti campioni, altrimenti sarebbe un lavoro alla portata di tutti.

Cosa mi piace fare? Finito l'allenamento mi riposo. Il mister ci fa lavorare tanto. Poi vado a fare boxe o in giro con mia moglie o a fare la spesa. Mi rilasso al supermercato, è divertente. Abbiamo anche la fortuna di avere abbastanza tempo libero. Ci piace vivere in maniera rilassata.

Social -  Sono molto riservato, ho sempre cercato di proteggere la mia vita privata e le persone che mi sono vicino. Il mondo sta cambiando ed è già cambiato. Purtroppo bisogna adeguarsi un pochino. Non sono esagerato come i fashion blogger, un po' devo fare vedere la mia vita e quello che penso. Dipende dalle giornate, mostro quasi sempre la mia vita e quello che riguarda le partite. La mia vita privata sempre con il contagocce. Sono molto geloso della mia vita al di fuori del palcoscenico del calcio. L'impegno ce l'ho sempre messo e ce lo metterò sempre. Quando faccio una cosa cerco di farla al meglio e di migliorarla. Ho avuto anni complicati, li hanno tutti. Non è stato facile, sicuramente.

Onlus - Abbiamo fatto da poco le donazioni per quanto riguarda il 2017 alle varie associazioni. Abbiamo raccolto veramente tanto e inaspettatamente. Grazie anche a Bobo Vieri abbiamo aiutato l'ospedale Buzzi di Milano, due associazioni umbre e un'altra associazione per i ragazzi dislessici. Abbiamo anche fatto una donazione per la squadra di Nisso, città distrutta dopo il terremoto. Bello perché ho visto tanta collaborazione dai miei compagni e anche dagli avversari. Ho nesso all'asta tante maglie, biglietti. Ci sarà un nuovo progetto per il 2018 che partirà a gennaio, spero con una grande fondazione. Vorrei anche ringraziare tutti quelli che hanno comprato. Metteremo online tutto quello che abbiamo fatto.

Da piccolo giocavo da trequartista? Ho giocato da punta, centrocampista e trequartista. Sono sempre stato nel centrocampo quando ero più piccolo, poi a Perugia mancava un difensore centrale e il mister Montanelli mi ha detto che mi avrebbe arretrato. Mi ha messo dietro: io con le scelte dei mister sono sempre stato d'accordo. Alla fine sono rimasto dietro.

Esordio contro l'Inter? Nel 2009. Mi ricordo a sprazzi perché sono stati giorni ed emozioni fortissimi. Esordio in serie A, vidi molte cose in poco tempo. Giochi, vai e non è che ci capisci tanto. E stato bello, abbiamo giocato contro l'Inter del triplete. Io ero un ragazzino. Ho pensato oggi è dura. Ma mi sono divertito perché abbiamo fatto una partita incredibile e rischiato di vincere. E' stata una sorpresa. Abbiamo fatto benissimo con Ventura. Giocare la prima con l'Inter a San Siro: di più non potevo sperare. Con il Bari ho fatto bene, una bella esperienza per fare i primi passi nella mia carriera.

A chi darei un passaggio per un viaggio? A Jovanotti. Lo seguo da sempre, è il mio cantante preferito. credo che si possa parlare di tante cose, di tanti argomenti. Io canto malissimo. Sono stonatissimo. 

Zanetti? Ogni tanto veniva fuori con delle barzellette terribili. Che non facevano ridere per niente. C'è un ottimo rapporto, ci conosciamo da tanti anni. Un esempio vedere come si comportava negli spogliatoi, un esempio da seguire. E' stato importante per la mia carriera. Non è da tutti giocare con un giocatore di questo genere. Mi ha dato tanto e ha dato tanto ai nostri colori.

Musica - Ascolto Jovanotti, Negramaro, Zucchero. Mi fido di te è la mia canzone preferita. I Negrita mi ricordano gli anni di quando andavo in giro con gli amici in motorino. Le canzoni al di là della bellezza ti ricordano delle cose. L'ombelico del mondo mi dà una grandissima carica. E poi gli Articolo 31. Mi piace più la musica italiana che quella straniera.

(Inter TV)

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