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Spalletti: “Con i giocatori sarò un martello, voglio appartenenza. I tifosi dell’Inter…”

Lunga intervista concessa dal nuovo allenatore nerazzurro a La Gazzetta dello Sport

Marco Macca

Appartenenza, mercato, futuro. E, soprattutto, l'eccitazione per una nuova avventura dai contorni e dal contenuto talmente stimolante da averlo già conquistato. Luciano Spalletti è da pochi giorni l'allenatore dell'Inter, ma non ha perso tempo nel programmare la squadra che verrà. E la rinascita nerazzurra. In una lunga intervista concessa in esclusiva a La Gazzetta dello Sport, l'allenatore ha raccontato la sua idea di Inter e gli obiettivi per la nuova annata alle porte:

ORIGINI - "Perché le cose accadano bisogna volerle davvero. Io non sono nato in Toscana, sono voluto nascere in Toscana. Infatti ho le gambe storte di chi fa solo sali e scendi e non può mai andare pari, su un terreno regolare. Guardi le mani. Anzi, no. Le tocchi proprio. Sono quelle di uno che ama stare nella campagna, potare le piante, dare da mangiare agli animali".

SQUADRA - "Ho del sentimento e cercherò con tutte le forze di trasferire il mio modo di lavorare e le mie convinzioni alla squadra. All’Inter come squadra, non ai singoli. Perché questo gruppo ha tanti valori, ma poi ognuno ritiene di aver fatto il suo e come collettivo non funziona. Io sono fatto davvero così. (...) Chi vuol lavorare con me deve sentirsi convinto. Anzi, deve sentirsi l’Inter, non un calciatore dell’Inter. Se no è inutile parlare di senso di appartenenza. I ragazzi non devono pensare 'Io sono Candreva o Murillo, giocatore dell’Inter', bensì 'Io sono l’Inter!'. Bisogna avere a mente la grande storia di questo club".

SENSO DI APPARTENENZA - "Li martellerò in ogni istante su questo concetto. Se non capiscono cosa vuol dire vestire la maglia dell’Inter non si va da nessuna parte. Come lo ero per la Roma e per le squadra che ho allenato in precedenza, sono eccitato di poter lavorare per L'Inter. E voglio lo stesso sentimento nei miei uomini. Solo così si crea la giusta simbiosi che deve riguardare tutti. Anche i magazzinieri, che devono essere contenti se l’Inter vince e devono dare tutto perché i ragazzi facciano bene".

PIOLI - "Se lo sentirò? I ragazzi ho bisogno di guardarli negli occhi e affrontarli io per capire se c’è la giusta convinzione".

RESPONSABILITA' VERSO I TIFOSI - "Certo. È una cosa che ho toccato con mano quando con la Roma siamo venuti a San Siro. Noi eravamo lanciati da un filotto di vittorie, loro sembravano a terra eppure c’era lo stadio pieno. Perché i tifosi invece di mollare davano ancora di più la carica".

APPARTENENZA - "Se influirà sul mercato? Un po’ sì, perché un conto è prendere uno con cui puoi parlare e che conosce il tuo calcio. Un altro se invece arriva il ragazzino che non capisce, si aspetta di giocare sempre e ti pianta il muso se vede poco il campo. Dovremo essere bravi a creare il giusto mix tra un paio di elementi esperti e giovani di talento".

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)