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Spalletti: “Il mio futuro è riportare l’Inter in Champions. Icardi sta bene qui, Perisic…”

Il tecnico nerazzurro ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato anche di Rafinha, della crisi e di mercato

Andrea Della Sala

Dopo la sconfitta con il Genoa, l'Inter è scivolata al quinto posto. Il periodo di crisi della squadra nerazzurra continua e tocca a Spalletti trovare il modo di riportare la squadra in zona Champions, dove è stata per tutta la stagione. Intervistato dal Corriere dello Sport, Spalletti ha parlato di tanti argomenti e della sua esperienza interista:

Spalletti, dopo 7 mesi alla Pinetina, quanto si sente interista e cosa vuol dire per lei essere interista? 

«L’ottimo precampionato e l’esaltante partenza di campionato mi hanno dato modo di provare subito l’entusiasmo dei nostri tifosi, un calore travolgente che in un attimo ti tinge di nerazzurro da capo ai piedi. Però è forse in questo periodo di difficoltà che mi sto rendendo conto del mio attaccamento all’Inter. Vedere i nostri tifosi sofferenti e preoccupati per i risultati di questo periodo è un qualcosa che mi fa veramente stare male e allo stesso tempo mi carica tantissimo perché sento fortemente di voler a ogni costo il bene di questa squadra».  

Se potesse tornare indietro allo scorso mese di giugno, direbbe ancora di sì all’Inter? 

«Risponderei con un sì ancora più convinto, con “s” maiuscola. Ma soprattutto più consapevole del compito che mi aspettava. In questi 7 mesi ho avuto la possibilità di vedere le cose da dentro e di conseguenza di capire ancora meglio tutte le situazioni. Potremmo dire che è come quando devi ristrutturare una casa: viene fatta un’analisi, una stima dei lavori da fare basandosi molto sull’esperienza, ma è solo a lavori in corso che capisci quali sono tutti gli interventi precisi da fare». 

Se fosse un giornalista, che voto darebbe al lavoro di Spalletti finora? 

«Potrei considerare una prima parte del campionato da 9 e una seconda parte da 4, ma il commento sotto sarebbe sempre lo stesso per entrambi i periodi: ho dato tutto quello che avevo ogni giorno». 

Che voto si darebbe se a fine stagione raggiungesse la Champions League? E se non la raggiungesse? 

«In caso di raggiungimento mi darei 10, cioé il massimo. Se non ce la facessimo, il voto lo potrei dare dopo aver visto come non è stata raggiunta e chi è arrivato davanti». 

Cosa la porta a pensare che riuscirete a mettervi alle spalle una tra la Roma e la Lazio? 

«A me interessa che non sia l’Inter a mettersi alle spalle di Roma e Lazio. Dobbiamo pensare solo a giocare tutte le partite al massimo delle nostre potenzialità e cercando di fare più punti possibili. Se alla fine non avremo raggiunto il quarto posto dovrà essere perché qualcuno è stato più bravo ed è riuscito a conquistare un punto più di noi». 

Qual è stata la maggiore difficoltà con la quale ha fatto i conti da quando lavora all’Inter? 

«Le maggiori difficoltà nascono da questi continui paragoni con i problemi degli anni precedenti. Questi paragoni portano a pensare che non ci si possa far niente se non aspettare che sia passata la tempesta. Quando invece noi avremmo bisogno di reazioni forti e immediate». 

Quando, tra ottobre e novembre, tutti dicevano che l’Inter era da scudetto, lei frenava. Sapeva che mancava ancora qualcosa e quello che sarebbe potuto succedere? 

«Frenavo allora, nel momento del massimo entusiasmo. Freno ancora di più adesso quando qualcuno pensa che siamo tutti da buttar via. Faccio questo lavoro da un po’ di tempo e vivo la mia squadra tutti i giorni. Ho una certa sensibilità, concedetemelo...». 

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