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Suning, Marotta al guinzaglio non serve all’Inter. E il confronto tra queste frasi fa riflettere

L'intervista di Beppe Marotta a Radio Rai alimenta discussioni: il parere di Daniele Mari, direttore di Fcinter1908

Daniele Mari

Beppe Marotta ha tirato il freno a mano. Sulle ambizioni a breve termine dell'Inter e sulla possibilità di tornare, in tempi accettabili, a competere per lo scudetto. Solo un gioco delle parti in un momento della stagione in cui occorre concentrasi solo sull'obiettivo Champions? Può darsi, ma le parole del dirigente interista sono state piuttosto ferme: per diversi anni ancora non sarà possibile scalfire il dominio della Juventus.

Parole che fanno riflettere, che spostano temporalmente la rinascita targata Suning e che cozzano decisamente con le parole che lo stesso Marotta ha usato in tempi non sospetti, tra dicembre e gennaio, quando il nuovo uomo forte di Suning sembrava certo di poter costruire una grande Inter in tempi meno pachidermici.

"L'Inter deve tornare necessariamente ad alzare un trofeo, i risultati commerciali devono andare di pari passo con quelli sportivi.Mercato?Non è più tempo di ritocchi, è il momento di prendere giocatori che facciano la differenza. E questa è anche la volontà della proprietà". Così parlava Marotta a fine dicembre, solo qualche mese fa.

Impossibile non notare la differenza, a livello comunicativo, con quanto dichiarato stamattina: "La famiglia Zhang vuole fare bene ma ci sono paletti veramente difficili, quelli del FPF, che ci impediscono di investire con carta bianca. La Juve? Dominerà ancora per qualche anno".

Niente di nuovo, diranno alcuni. Non proprio. Quello che ha parlato a Radio Rai, è sembrato un Marotta intriso di Realpolitik, senza alcuna voglia di far fare voli pindarici ai tifosi. Giustissimo, sacrosanto. Ma quelli di Marotta sono sembrati anche avvertimenti alla piazza: non chiedete un'Inter vincente in tempi brevi perché la missione è doppiamente impossibile. Due le cause: la Juve e il fair play finanziario. Marotta non sembrava pensarla così lo scorso dicembre, a meno che non si voglia pensare che il "dover tornare necessariamente ad alzare un trofeo" si riferisse solo ed esclusivamente alla Coppa Italia.

Marotta, poi, ha parlato delle difficoltà di inserimento all'Inter. Difficoltà che rischiano di concretizzarsi anche per quanto riguarda la scelta dell'allenatore e degli uomini dell'area sportiva. L'Amministratore Delegato Sport, perché questa è la carica di Marotta, deve essere libero di scegliere i collaboratori che crede per il rilancio del progetto sportivo. Tenerlo al guinzaglio, frenarne le mosse, lo renderebbe preossoché inutile per questa Inter. Detto fuori dai denti: se Marotta ha intenzione di cambiare Spalletti, farglielo confermare a forza per motivi economici non sarebbe corretto (un altro discorso è discutere eventualmente se Marotta faccia bene a voler investire un budget così ingente per un nuovo allenatore).

Un Sabatini bis non servirebbe a nessuno: si lasci libero Marotta di creare la sua Inter e lo si giudichi su quella. L'impressione, a sentirlo parlare, è che i paletti che lo frenano non siano solo esterni all'Inter. A partire dalla scelta del prossimo allenatore.

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