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Tronchetti: “Con Thohir incertezze, ora nuova Inter. Gabigol, Messi e l’allenatore…”

L'amministratore delegato di Pirelli ha parlato ai microfoni de Il Giornale

Daniele Vitiello

Lunga intervista rilasciata da Marco Tronchetti Provera ai microfoni de Il Giornale di questa mattina. Si parte subito con l'analisi della stagione, poi un commento sulla gestione Thohir e sul gruppo Suning: "Dico solo che è arrivato il momento di girare pagina. Questo sarà il primo anno della nuova Inter. È iniziato un nuovo percorso: il gruppo Suning è arrivato quando i giochi erano già stati fatti, la gestione già impostata. In questi mesi hanno fatto esperienza e ora passeranno all’azione. E vedo grande impegno. Thohir? E' stata una transizione. E in quanto tale è stato un periodo che ha lasciato incertezze: nel calcio e negli affari se non c’è un percorso chiaro a breve e medio termine, è difficile avere ambizioni. Ha risanato le finanze? Non c’era nulla da risanare: Moratti aveva fatto un percorso lungo e di successo ed era una garanzia per l’Inter. Thohir si è presentato come un’opportunità, invece poi si è rivelato una transizione. Adesso finalmente l’Inter torna ad essere una società che ha alle spalle un gruppo che ha forza e volontà di rilanciarla ai livelli che merita. Steven, un giovane serio, si è impegnato prima di tutto a capire la realtà in cui si è calato. Si è stabilito a Milano e sta studiando l’italiano: sta facendo le cose giuste per il compito che si è assunto. E, sono sicuro, per avere successo nelle scelte che farà".

Tanti i temi toccati dall'amministratore delegato di Pirelli: "Conte o Spalletti? Non mi pronuncio: bisogna lasciare alla società le sue responsabilità. E supportarla. Mi permetto solo un unico consiglio: è l’ora di decidere. I campionati sono finiti e il momento è delicato. Gabigol? Come si dice: è un black box. Un mistero, anche per me. La curva ha le sue emozioni, positive e negative. È come il loggione della Scala. E a proposito di Scala, ma del calcio: io sono per un San Siro ristrutturato. E lo dico da tifoso pluridecennale. Da Madrid in poi abbiamo avuto i nostri 7 anni di guai, come avessimo rotto uno specchio, come se avessimo ricevuto una punizione biblica. Ora è superata. Sogno Messi? E' un simbolo, il più grande degli ultimi decenni: è la creatività del calcio. Poi ci sono altri grandissimi campioni come ad esempio Neymar, Cristiano Ronaldo, Gabriel Jesus. Messi però è il simbolo della fantasia e il calcio deve regalare sogni. Un grande campione fa sempre la differenza".