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Wanda, il futuro di Icardi all’Inter e l’iscrizione dei figli: mossa mediatica, c’è una legge

Wanda Nara ha provato nuovamente a blindare il futuro nerazzurro di Icardi con una mossa strategica

Daniele Mari

Wanda Nara ha ricevuto l'ennesimo tapiro di Striscia la Notizia e ha colto l'occasione per provare a blindare il futuro nerazzurro di Mauro Icardi. Con una frase non certo buttata lì per caso: "Siamo una famiglia interista, rimaniamo a Milano al 100%. Abbiamo già iscritto i bambini a scuola".

Proprio quest'ultima frase ha un forte valore strategico: rafforza la posizione della coppia, lascia intendere come le loro non siano solo parole ma ci siano anche dei fatti a supportare l'idea di una permanenza all'Inter. C'è ovviamente molto di mediatico in questa frase di Wanda, soprattutto per i non addetti ai lavori.

L'iscrizione dei bambini a scuola per l'anno successivo, in questo periodo dell'anno, non è infatti una scelta. Spieghiamo nel dettaglio qual è la situazione e quale sarebbe stata la vera notizia.

Nel sistema scolastico italiano tutte le famiglie, secondo scadenze fissate dal Ministero della Istruzione (in genere fra gennaio e febbraio), procedono nella prima parte dell'anno solare ad iscrivere i propri figli (per qualunque ordine e grado di istruzione) in una scuola per il successivo anno scolastico.

Intanto perché devono assicurarsi un posto in una istituzione scolastica per l'anno seguente (e questo vale, mutatis mutandis, anche per le scuole private). Inoltre se si tratta di scuola dell'obbligo (elementari e medie, ad esempio) l'iscrizione secondo questa tempistica diventa addirittura atto dovuto, rispetto alla legge sull'obbligo scolastico. Come nel caso dei figli di Wanda Nara.

Peraltro tutte le scuole (pubbliche e private) sulla base di queste iscrizioni "preventive" definiscono gli organici per l'anno scolastico successivo. E l'iscrizione va fatta in scuole corrispondenti al proprio luogo di residenza. Ovviamente se poi nei mesi successivi si determina un cambio di residenza, la famiglia procede a chiedere il nulla osta alla scuola dove ha iscritto il proprio figlio; e la scuola con la motivazione del cambio di residenza chiaramente concede senza problemi il nulla osta per il trasferimento.

Dunque in questo  periodo dell'anno, a meno che non si abbia già contezza di un cambio di residenza della famiglia (cosa di cui, nel caso specifico, la famiglia Icardi non sembra avere consapevolezza) l'iscrizione risulta atto amministrativo "di routine", addirittura, come detto, per alcuni gradi di istruzione obbligatorio per legge.

Una iscrizione ad una scuola per l'anno successivo avrebbe potuto essere significativa, in modo addirittura inequivocabile, nel caso opposto, cioè se la famiglia avesse iscritto i propri figli in scuole di altra città. Questa sì sarebbe stata una notizia significativa, di un trasferimento della famiglia. Per adesso l'iscrizione in scuole di Milano diventa irrilevante, o comunque una non notizia.

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