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Zanetti: “Mourinho via anche senza CL, a Kiev capimmo tutto. E quella scena con Guardiola…”

Il vicepresidente dell'Inter ripercorre le tappe dell'esperienza di Mourinho in nerazzurro

Giovanni Montopoli

Puntata de "Il falco e il gabbiano" trasmissione radiofonica in onda su Radio24, dedicata ai grandi Condottieri. Argomento che - nello sport - e nello specifico, nel calcio, trova in Josè Mourinho uno dei suoi massimi rappresentanti. Dagli esordi come traduttore fino alla prima panchina in Portogallo da allenatore del Benifica, Enrico Ruggeri ripercorre la vita dello Special One e lo fa con la testimonianza del vice-Presidente dell'Inter, Javier Zanetti: "Cosa aveva di Speciale Mourinho? E' uno che cura tutto i dettagli, preparava le partite con grande senso di responsabilità e noi sapevamo tutto dell'avversario e cosa dovevamo fare. Poi quello che riusciva a trasmettere a tutti, per questo i risultati sono quelli che tutti conoscono. Aspetto psicologico? Si, lui con ognuno di noi parlava in maniera diretta, trovando il linguaggio giusto per ognuno e riusciva a farci dare il massimo, anche quando eravamo in difficoltà, si reagiva insieme"

TRIPLETE - "Bisognava sacrificarsi tanto, avere spirito di squadra, di team, sapere che non conta il singolo ma la squadra. Per noi, mano a mano che passavano le partite, sapevamo che potevamo farcela. Per noi era un sogno che è diventato realtà. Un percorso fantastico dove ogni partita giocavamo una finale. Grande tensione ma la squadra era pronta"

ADDIO - "Sarebbe andato via comunque, anche se non avessimo vinto la coppa. Il Real era una sfida importante e sapeva bene che sarebbe stato difficile ripetere quello che ha fatto con noi. Mi fece capire qualcosa le ultime due settimane, prima della Champions, ma ci tengo a precisare che lui voleva prima finire al meglio quello che aveva iniziato, poi pensava al Real"

PARTITA DELLA SVOLTA -"In Ucraina, contro la Dinamo Kiev, li abbiamo capito che potevamo vincere la Champions, nell'intervallo ci fece un discorso dove comunicò che avrebbe rischiato mettendo due punte. Poi la gara contro il Barcellona al Camp Nou, in inferiorità numerica, lui era tranquillissimo, e ricordo ancora la scenetta con Guardiola, dove gli disse che avremmo passato noi il turno. Li capimmo questa cosa e in quella gara uscì lo spirito di squadra"