editoriale

10 cose che ho capito di Napoli-Inter

È vero che nel calcio contano più i punti che la prestazione. L’Inter è andata a nozze con questo luogo comune per ben 13 giornate, ma nel caso di Napoli–Inter c’è da fare un’eccezione. Sono primi, ci hanno scavalcati e...

Marco Macca

È vero che nel calcio contano più i punti che la prestazione. L'Inter è andata a nozze con questo luogo comune per ben 13 giornate, ma nel caso di Napoli-Inter c'è da fare un'eccezione. Sono primi, ci hanno scavalcati e stanno gongolando: hanno vinto loro, ma non abbiamo perso noi.

Il primo scontro diretto in trasferta è arrivato, e ha lasciato in bocca un sapore agrodolce. È stata la partita dei rimpianti, del "se Ljajic avesse passato palla a Biabiany", "se il palo fosse stato mezzo millimetro più a destra", "se Reina avesse avuto i capelli così da essere meno aerodinamico". Quando ci sono tanti rimpianti vuol dire che c'è stata l'occasione di fare qualcosa. Qualcosa di grosso direi. Sarebbe bastato che la fortuna ci avesse assistito per un centesimo rispetto a come ha fatto finora, e invece no. Il Napoli ha vinto e l'Inter no, eppure non usciamo ridimensionati neanche un po' da questa sfida, anzi. Forse, addirittura, è il Napoli ad uscire ridimensionato da una sfida che ha visto la squadra di Sarri "farsela sotto" in superiorità numerica, in casa, in doppio vantaggio e con un alieno per centravanti. Merito dell'Inter e della sua cazzutaggine. Quest'anno siamo forti, ci siamo anche noi, e questa è solo l'antifona generale delle altre cose che ho capito di Napoli-Inter.

1) Icardi riguardi Napoli-Inter. Riguardi la sua partita ma soprattutto riguardi quella dell'altro numero 9, Higuain. Gli servirà da scuola e dopo scuola.

2) Se l'Inter è lassù, non è un caso. Ed è paradossale che sia una sconfitta a dare questa convinzione. L'Inter è lì perché merita di esserci. 

3) Brozovic è fortissimo, e tutti i calciatori azzurri a cui ha fatto i tunnel la penseranno come me.

4) Mancini sta facendo un capolavoro tattico, tecnico ed umano. Dispone di 25 calciatori e riesce a farli stare tutti "sul pezzo", sempre pronti a dare una mano alla squadra. Tutti in ogni momento possono diventare titolari e utili quanto chi crede di avere il posto assicurato, sbagliandosi.

5) Ljajic è un campione di umiltà. Chi credeva che fosse una prima donna ha avuto la conferma che non è cosi. Sebbene non sia mai stato abituato a farlo, quest'anno sta dimostrando una propensione alla fase difensiva tipica di chi è disposto al sacrificio per la causa, e a lui la causa interessa davvero. E poi quant'è forte!

6) Come detto, l'Inter non è riuscita a pareggiare solo perché Reina è pelato, e quindi più aerodinamico. Altrimenti il colpo di testa di Miranda non l'avrebbe mai preso. 

7) Non so quanto Santo fosse questo Paolo, ma i tifosi del Napoli dovrebbero lanciare una petizione per cambiare il nome dello stadio in "San Palo".

8) Se il dato è direttamente proporzionale alla grazia che se ne ricava, San Gennaro ha di certo più devoti di Sant'Ambrogio, ergo è più forte di lui. Le preghiere dei napoletani sono state utili.

9) Forse l'Inter era stata un po' fortunata fino ad ora, ma i nerazzurri hanno estinto il debito con la fortuna, e adesso sono in credito.

10) Dopo tanto tempo c'è qualcosa per cui lottare. Non tanto gli obiettivi, terzo posto o Scudetto che sia. C'è qualcosa per cui lottare a prescindere. Nessuno risparmia impegno e dedizione, e sebbene per questioni cromatiche sia difficile notarlo, le maglie sono sudate quest'anno. Meglio se ad indossarle sono campioni come Jovetic, Medel, Miranda, Murillo, Handanovic. Siamo forti, sono superstizioso e non lo dico, ma c'è qualcosa per cui lottare. 

@FabrizioJZLongo