editoriale

BASTA PIANGERE

La storia si ripete a distanza di anni. Prima era la volta di Spalletti lo special two, che con la sua Roma tutto bel calcio, fantasia, azioni in velocità e goleade spettacolari, recriminava sui presunti favori arbitrali a vantaggio della diretta...

Giovanni Montopoli

La storia si ripete a distanza di anni. Prima era la volta di Spalletti lo special two, che con la sua Roma tutto bel calcio, fantasia, azioni in velocità e goleade spettacolari, recriminava sui presunti favori arbitrali a vantaggio della diretta concorrente al titolo. Morale? Per due anni la Roma si è limitata a recitare il ruolo di anti-Inter salvo poi aggiudicarsi lo scudetto per 37 minuti, quelli trascorsi dal vantaggio giallorosso a Catania e quello nerazzurro a Parma. Due anni di calcio Champagne purtroppo fine a se stesso. Attestati di stima, elogi e complimenti, da parte di tutti gli addetti ai lavori, ma ahimè, in bacheca, oltre alla Coppa Italia, non è finito nulla...Terminata la pacchia, il prode Luciano ha preferito, in maniera molto signorile, questo è indiscutibile, terminare il suo rapporto con la società giallorossa, lasciando spazio a quel Claudio Ranieri che nella passata edizione del torneo, aveva inscenato la novella della nuova anti-Inter, con la sua Juventus. Il risultato? Una scadente imitazione di quel ruolo recitato a meraviglia dalla squadra giallorossa. E ora ci risiamo: “La partita avremmo potuto vincerla, ma l'Inter si è limitata a fare falli per bloccare le nostre ripartenze. Noi siamo usciti dalla nostra metà campo con SPLENDIDI fraseggi, se oggi c'è stato un portiere più impegnato di un altro quello è stato Julio Cesar...”. Il ruolo di anti- qualcosa non riesce ad andar giù a Claudio Ranieri. Spalle strette e attacchi lanciati giusto per dire qualcosa, per dare un segnale, per far capire che c'è del carattere, una scocca dura, sguardo penetrante e mandibola fiera. Peccato però che nelle dichiarazioni del tecnico della Roma l'unico sentimento che riesce ad estrapolarsi è quella frustrazione di aver per pochi attimi, e con una formazione largamente rimaneggiata, rischiato di far perdere quell'imbattibilità casalinga al suo nemico – amico (?) Josè Mourinho. Fosse riuscito almeno in quello a Roma avrebbe vissuto il resto della stagione di rendita. Invece così non è stato. Un punto sicuramente meritato, ma non dimentichiamoci la bella parate di Julio Sergio su Milito, quella sul tiro-cross di Muntari, la lenta respinta su appoggio di Andreolli e altre ancora. Morale della favola? Basta girare con il fazzoletto, una punto strappato a San Siro contro l'Inter di questi tempi mi sembra un ottimo bottino, andiamo avanti, fino alla prossima recriminazione, e qualcuno ricordi al tecnico giallorosso che il calcio è uno sport di contatto, altrimenti ci diamo al balletto.