editoriale

C’E’ SOLO UN WALTER ZENGA…

L’Uomo Ragno e l’Inter sono e saranno sempre indissolubilmente legati. 473 le presenze in nerazzurro (1982-1994) e un sogno che si realizza: Walter passa dall’essere tifoso nella curva della Beneamata a difenderne la porta in campo....

Sabine Bertagna

L’Uomo Ragno e l’Inter sono e saranno sempre indissolubilmente legati. 473 le presenze in nerazzurro (1982-1994) e un sogno che si realizza: Walter passa dall’essere tifoso nella curva della Beneamata a difenderne la porta in campo. Un’opportunità che sfrutta al massimo e che gli apre le porte della leggenda neroazzurra. Dopo una lunga esperienza all’estero come allenatore (una gavetta che ha quasi il sapore di un esilio) dallo Steaua Bucarest alla Stella Rossa di Belgrado, dal Gaziantepspor alla Dinamo Bucarest, Zenga torna in Italia per sedersi sulla panchina del Catania. E’ proprio con il Catania che Walter si presenta al Meazza per affrontare la “sua” Inter. Ad attenderlo una sorpresona. La curva è tappezzata da uno striscione riservato agli indimenticabili, che recita: La Nord non dimentica i suoi eroi: Walter Zenga uno di noi. E sotto quelle occhiaie, senza le quali non lo riconosceremmo, siamo sicuri che una lacrima di commozione gli sia sicuramente sfuggita. In fondo tutti quanti sappiamo che un giorno o l’altro, in un futuro ancora da delinearsi, a sedersi sulla panchina nerazzurra ci sarà lui, Zenga. Estroso, impulsivo, sincero e tremendamente tifoso sono elementi del carattere di Walter che non possono che coincidere con l’identikit di un prossimo mister nerazzurro. In realtà se ne era parlato quasi seriamente ai tempi della dichiarazione di Mancini dopo la partita del Liverpool. Alla domanda se potesse essere lui il traghettatore della Beneamata fino alla fine del campionato (nell’ottica che il Mancio avesse abbandonato immediatamente la barca) il saggio Walter rispose: “Io come traghettatore? Ho dato 22 anni della mia vita all’Inter ed è da tempo che giro il mondo per guidare squadre importanti come Steaua e Dinamo Bucarest. Se mi chiamano non potrei dire di no, ma preferisco considerarlo come un sogno a lunga scadenza.” 

Oggi Walter siede sulla panchina del Palermo e continua ad accumulare esperienza. Da vero professionista si concede ad ogni nuova avventura con la passione più totale. Irriso all’inizio del campionato per una frase nella quale diceva di ambire a vincere il campionato, Walter incomincia a raccogliere lentamente i frutti del suo lavoro. In un mondo dove tutto si presta a molteplici interpretazioni la sua dichiarazione era stata tradotta letteralmente e accompagnata da risate di scherno. Come ha dichiarato recentemente sulla Gazzetta di qualche giorno fa Buffon: “Walter non l’ha fatto per gonfiarsi il petto, riempirsi la bocca, ma per dare carica al suo gruppo, toccare le corde giuste. E chi non ha capito questo non ha mai giocato a pallone, nè fatto parte di una squadra, di un gruppo…” Parole di solidarietà che valgono tantissimo anche perché vengono da un portiere nr.1 come Gigi. E’ finita 2-0 la sfida tra i due “portieroni” di ieri sera. Nulla ha potuto il gioco balbettato della Juve contro l’interpretazione precisa e senza sbavature di Walter, che per un po’ di tempo potrà fare a meno dei rumors che vorrebbero la sua panchina a rischio. Congratulazioni Uomo Ragno! Un giorno, prima o poi, ci rincontreremo…