editoriale

GIACINTO? VERGOGNOSO SILENZIO STAMPA

Ci rammarica scoprire che quattro frasi infamanti occupino ( a prescindere da chi le pronunci) automaticamente la prima pagina di tutti i giornali e che la smentita delle stesse finisca relegata nelle pieghe di altre notizie. De Santis...

Alessandro De Felice

Ci rammarica scoprire che quattro frasi infamanti occupino ( a prescindere da chi le pronunci) automaticamente la prima pagina di tutti i giornali e che la smentita delle stesse finisca relegata nelle pieghe di altre notizie. De Santis protagonista e accusatore di Facchetti aveva ottenuto grande spazio ai tempi dello scandalo di Calciopoli. Le sue insinuazioni che parlavano di amabili chiacchierate con il Presidente dell’Inter al limite del lecito erano state riportate ovunque. A nessuno era parso strano che l’arbitro De Santis raccontasse della sua abitudine a discorrere con tutti i dirigenti, tranne che con Luciano Moggi. Il sistema, ormai incrinato, tentava di auto legittimarsi con il classico slogan: tanto lo facevano tutti. E qui casca l’asino. E’ bene sottolineare invece che non tutti lo facevano. E che chi non lo faceva non era un fesso, nonostante l’opinione generale negli anni abbia dato l’impressione di avvallare questo tipo di messaggio.  

A questo proposito un po’ più di equità nell’informazione non ci dispiacerebbe. Come molti lettori del nostro sito ci hanno segnalato i media (Gazzetta dello Sport, trafiletto in terza pagina) hanno accolto la notizia del dietro-front dell’accusatore De Santis con un atteggiamento simile ad uno sbadiglio. La persona di Giacinto Facchetti è stata sottoposta ad una diffamazione gratuita, giunta nel momento in cui la malattia se lo stava portando via. Infangato il suo nome, il suo lavoro e la sua Inter. Nessun giornale si è mai chiesto il motivo di quelle dichiarazioni? Qualcuno ha mai pensato di sondare anche solo in superficie il grado di attendibilità dell’accusatore De Santis? Considerazioni superflue. Si sa, le grida richiamano l’attenzione più del silenzio. E l’onestà non fa notizia. 

Siamo convinti che una notizia di questo tipo si meritasse una considerazione giornalistica diversa. Per amore della verità. Per un senso di giustizia verso chi è stato accostato ad un sistema mafioso, con il quale non aveva mai spartito nulla. Per la famiglia Facchetti, che dopo la lettera di scuse ha ritirato la querela e che può finalmente chiudere un capitolo spiacevole e doloroso. Ora che i giochi sono scoperti qualche giornalista se la sente di rendere giustizia a questa pagina incresciosa? E di porre a De Santis una domanda facile facile? Del tipo: chi è stato a manovrarlo in questa vicenda?

SABINE BERTAGNA