editoriale

JUVE-INTER DALLA A ALLA Z. GENESI DI UNA RIVALITA’

Non se la prendano i milanisti se da questa grande sfida sono stati esclusi per mano del grande Gianni Brera; la definizione di Derby d’Italia non nasce solo ed esclusivamente dal confronto di due dei club più titolati a livello nazionale, ma...

Sabine Bertagna

Non se la prendano i milanisti se da questa grande sfida sono stati esclusi per mano del grande Gianni Brera; la definizione di Derby d’Italia non nasce solo ed esclusivamente dal confronto di due dei club più titolati a livello nazionale, ma dal profondo ed ineluttabile grado di rivalità esistente. E quelli che hanno visto un Derby d’Italia qualsiasi, sanno di che cosa stiamo parlando. Nell'aria scintille e rumore di coltelli affilati. Senza nemmeno il bisogno di scomodare ricordi troppo lontani come il 6-1 a favore dei nerazzurri, i goleador Meazza e Boninsegna, il 9-1 per i bianconeri quando l’Inter per protesta schierò la Primavera e ad altre immagini in bianco e nero, la recente tensione storica è ricca di sfumature, che nella testa di tutti non smetteranno di agitarsi nemmeno nella partita di stasera.RONALDO. La sua immagine è legata più di ogni altra ad un’Inter che prova in tutti i modi a sconfiggere la rivale bianconera, ma alla quale deve regolarmente soccombere. Il fallo da rigore di Iuliano su Ronaldo non fischiato e l’ira di Gigi Simoni disegnano bene i sentimenti che corrono tra le due squadre. Lo stesso Ronaldo in lacrime in un indimenticabile 5 maggio, che consegna lo scudetto agli juventini, diventano il simbolo di un’Inter incapace di vincere. Successivamente molti di quei momenti acquisteranno luce nuova.CALCIOPOLI. E’ la fine di un’era a strisce bianconere e l’inizio di quella delle vittorie nerazzurre. Si scopre attraverso le intercettazioni l’esistenza di un sistema che da Moggi agli arbitri, dalle moviole al mercato condizionava in maniera pesantemente antisportiva diversi campionati, favorendo in prima battuta la Juventus. Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, dedica alla Juve, in tempi non sospetti, un libro dal titolo “Nostra Signora del dischetto”, nel quale si analizzano i quasi 500 rigori dati (e regalati) alla Vecchia Signora. Campionati falsati e ruberie mal digerite aleggiano tuttora sulla storia del calcio italiano. La giustizia sportiva ha tolto alla Juventus due scudetti e ne ha decretato la retrocessione in Serie B.MAI STATI IN B. Fino a qualche anno fa anche i bianconeri si potevano vantare di aver gareggiato unicamente nella massima serie (anche se in tempi molto lontani dopo una retrocessione erano stati incredibilmente ripescati). Questo per i nerazzurri è sempre stato un motivo di orgoglio incomparabile.PROFILI BASSI. Che un profilo modesto non sia parte del DNA bianconero è evidente. Dopo il patteggiamento allo scoppio di Calciopoli (che permise alla Juve di andare in serie B invece che in C) e l’allontanamento di Moggi & Co. la Juventus dovette imparare a tenere la testa bassa. Ora che è passato un po’ di tempo da quell’estate e la memoria incomincia ad oscillare lo stile Juve è tornato a pennellare le dichiarazioni della società bianconera, da Blanc a Cannavaro. Motivo per il quale in quest’ultima settimana, per non acuire una tensione già difficilmente gestibile, si sono fatti dei passi indietro. Blanc: che cosa dicevi a proposito della terza stella?LA PARTITA DELLA SVOLTA. Sulla panchina dell’Inter sedeva Zaccheroni (subentrato a Cuper) e si giocava in trasferta al Delle Alpi. Dopo 10 anni i nerazzurri espugnano lo stadio torinese con un secco 3-1. Segnano Cruz, ancora Cruz e Martins. Qualche tifoso interista ricorda di aver completamente cancellato con quella storica serata il 5-1 subito in casa dall’Arsenal, nella settimana precedente.BALOTELLI. Che giochi o non giochi stasera il protagonista di questa rinnovata rivalità tra Juve e Inter sarà proprio lui. L’attaccante classe ’90 segnò alla Juve una doppietta in Coppa Italia e anche l’anno scorso a Torino punì la porta bianconera. In risposta ci furono dei cori irripetibili, che purtroppo non si sono estinti. Mario rappresenta gli scudetti nerazzurri vinti in questi anni, il cambio generazionale nel calcio e la consapevolezza che alla fine, se sei forte e hai classe, vinci…