editoriale

LA SIMPATIA HA UN COLORE?

Facciamo progressi. Fino a qualche giorno fa Mario Balotelli era il giocatore più antipatico dell’universo calcio. Dalla sua visita ai bambini del Don Gnocchi qualcosa è cambiato. E questo non perché Mario abbia passato il suo tempo libero...

Sabine Bertagna

Facciamo progressi. Fino a qualche giorno fa Mario Balotelli era il giocatore più antipatico dell’universo calcio. Dalla sua visita ai bambini del Don Gnocchi qualcosa è cambiato. E questo non perché Mario abbia passato il suo tempo libero con dei ragazzi disabili meno fortunati di lui, facendosi interprete di un’iniziativa lodevole. Nulla di tutto ciò. L’improvvisa simpatia sbocciata nei confronti di Mario è una conseguenza di una frase buttata lì per rompere il ghiaccio e trovare un punto di contatto con il suo pubblico: Tifo Milan. Perché, non lo sapevate? A giudicare dalle reazioni (boati e applausi dei milanisti e un incerto silenzio degli interisti) il ghiaccio era stato rotto e, come tante volte succede, il calcio aveva annullato qualsiasi diversità. Ma se un Balotelli che fa visita ai disabili non è una notizia degna di nota, un Balotelli che dice di tifare Milan lo è eccome. Il Giornale ha dedicato nella giornata di ieri ampio spazio alla vicenda, aprendo un nuovo scenario di mercato e insinuando (Mario aveva anche detto “Per quest’anno gioco all’Inter”) un possibile addio tra il nerazzurro e l’Inter. E qui è scattata l’operazione simpatia. Improvvisamente Mario non era più il provocatore, l’arrogante, l’immaturo e il superficiale ragazzo fischiato in tutti gli stadi (fischi all’indirizzo della sua tracotanza, certamente non al fattore pelle…), ma un nuovo idolo. Il Giornale oggi ritorna sull’argomento e parla di Balotelli come nuovo eroe dei milanisti e degli juventini (sì, proprio quelli che lo avevano fischiato e non solo…) e aggiunge che numerosi tifosi hanno scritto per complimentarsi con Mario. Una vera e propria Balotellimania, insomma. E’ evidente che per la maggioranza dei tifosi non interisti Mario potrebbe essere degno di stima solo se giocasse in un’altra squadra. Allora sì che tante cose muterebbero. Come d’incanto di lui si direbbero altre cose. Per esempio, che è un giocatore straordinario e data l’età con un potenziale immenso. Che ha la freddezza nel fare goal tipica dei professionisti che, dopo anni di esperienza, non sbagliano più. Che le sue accelerazioni paralizzano gli avversari. E che forse, essendo lui italiano al 100% e non oriundo, una sua convocazione in nazionale potrebbe aiutare Lippi a fare bene in Sudafrica. Tutte cose che diciamo da molto tempo, ma che ad oggi sono rimaste inascoltate. E forse abbiamo compreso il problema. Se la simpatia ha un colore, di certo non è quello nerazzurro.