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Samaden: “Mancio conosce già  tutta la Primavera. Puscas? Per me…”

Nell’aula 208 dell’Università Statale di Milano si è parlato di calcio giovanile e dell’importanza che l’allenatore ha nella formazione dei giovani. Al centro del dibattito il libro di Andreissi e...

Eva A. Provenzano

Nell'aula 208 dell'Università Statale di Milano si è parlato di calcio giovanile e dell'importanza che l'allenatore ha nella formazione dei giovani. Al centro del dibattito il libro di Andreissi e Bignami, "L'allenatore di settore giovanile", la cui prefazione è stata scritta dal vice presidente dell'Inter Javier Zanetti. Al tavolo dei relatori c'erano anche Filippo Galli, responsabile del settore giovanile del Milan e Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell'Inter che a margine dell'evento ha parlato anche ai nostri microfoni: 

- Intanto qualche parola sull'evento e su Andreissi...

Era doveroso per molteplici motivi esserci. Intanto perché Luca è stato tanti anni nella nostra società e nel nostro settore giovanile. Ho iniziato nello stesso periodo in cui lui da poco aveva iniziato ad allenare i giovani. E poi si parla di giovani e credo sia doveroso esserci quando se ne parla poco e quindi è importante sfruttare questa occasione anche per cercare di trasmettere dei messaggi a ragazzi giovani come quelli che frequentano l'università.

- Un commento sull'annata in generale del settore giovanile Inter?

Sono soddisfatto del lavoro che stiamo facendo, del lavoro che stanno facendo i miei collaboratori, Bernazzani e i nostri osservatori, che si occupano della crescita dei ragazzi e dell'organizzazione. Un bilancio si può fare alla fine soprattutto e si può fare valutando quanti ragazzi avranno possibilità importanti nel futuro prossimo. Siamo estremamenti soddisfatti oltre alla Primavera ce ne sono nelle altre categorie che a breve diventeranno familiari a tante altre persone nel mondo del calcio. Sono convinto che in ogni nostra annata ci sono giovani che hanno la possibilità di percorrere un percorso importante.

- Troppa pressione e un po' di sfortuna per la Primavera: magari i due pareggi si spiegano così?

Secondo me non c'è pressione. La squadra ha fatto buone prestazioni, ma hanno incontrato ottime squadre. Il Cesena mi è piaciuto molto, ma come il Brescia che ha dimostrato come in dieci uomini si possa arginare chi fa dell'attacco la propria forza. E' molto formativo poter avere confronti del genere e non solo confronti in cui alla fine del primo tempo già finita. Ho fatto i complimenti ai ragazzi per le ultime prestazioni: ho ritenuto opportuno farlo perché queste gare dimostrano maggiormente il valore della nostra squadra. 

- In questo evento si è parlato di allenatori del settore giovanile. Con l'Inter si è formato Stramaccioni che torna a San Siro domenica con l'Udinese...

Ovviamente Andrea è un allenatore che non solo è stato da noi ma è anche un amico. Ci conosciamo da tanti anni e abbiamo vissuto un'esperienza incredibile e con lui abbiamo condiviso anche le sue difficoltà. Quindi posso solo augurargli ogni bene e sono sicuro che ad Udine riuscirà a fare quello che è nelle sue possibilità. Ovviamente, se potessi chiedergli qualcosa in cambio rispetto a tutto quanto gli abbiamo dato gli chiederei di fare del suo meglio la settimana dopo rispetto alla partita con l'Inter. 

- Ci sono grandi aspettative su Puscas, secondo lei ha sentito questa pressione?

Penso che George con il Cesena abbia fatto una delle sue migliori prestazioni. Spesso le prestazioni di un attaccante vengono giudicate solo in base al numero di gol che fa e posso dire anche che quando ne ha fatti 3-4 le sue gare erano state meno soddisfacenti. Questa è la vita di un attaccante, ma bisogna andare oltre questo: con il Cesena lui ha lavorato tantissimo per la squadra, ha sbagliato il rigore, ma i rigori li sbaglia chi li tira, ci sta. Ha fatto un grandissimo lavoro nell'aiutare la squadra nei momenti difficili e non solo nel finalizzare le poche occasioni avute. Anche se non segna è un giocatore che riesce a rendersi estremamente utile per la squadra e questa è una delle sue doti migliori. 

- Ormai Bonazzoli è nel giro della prima squadra. Lei lo conosce bene, crede che per le sue caratteristiche Federico possa essere valorizzato da Mancini?

Ovviamente si come tutti i ragazzi sui quali il nostro allenatore mette gli occhi, che controlla e sul quale vuole avere informazioni. Lui ha già dimostrato di essere un ragazzo molto precoce rispetto all'età che ha ed è a disposizione, come tutti i ragazzi della nostra Primavera, e sono convinto che il mister saprà valutare il momento migliore per dare loro spazio perché poi è questo che fa la differenza. 

- Mancini ha già avuto modo di confrontarsi anche con voi del settore giovanile? 

E' estremamente interessato, ha avuto tanti ragazzi a disposizione in allenamento e conosce alla perfezione, pur essendo arrivato da poco, tutti i ragazzi che compongono la rosa della nostra Primavera.

- Per un giovane è meglio allenarsi con grandi campioni in prima squadra oppure fare un'esperienza in una squadra di categoria inferiore o in una squadra di livello inferiore in Serie A?

Questo si valuta caso per caso e giocatore per giocatore. Sicuramente io vedo una grande crescita nei ragazzi nel momento in cui si allenano con la prima squadra: l'intensità, il ritmo d'allenamento, le difficoltà sono enormi e lo ritengo molto formativo. Poi dipende dai casi: ci sono giocatori per cui è meglio affrontare un calcio diverso magari a livelli diversi. 

- La cosa migliore per Puscas e Bonazzoli? 

In questo momento per loro la cosa migliore è giocare con l'Inter e continuare ad impegnarsi, a lavorare ed allenarsi con la serietà che stanno dimostrando. E poi il futuro e il campo diranno qual è il loro percorso migliore.