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Rinnovo Donnarumma: Raiola prende tempo ed ora al Milan hanno paura

Uno dei primi compiti della nuova proprietà cinese del Milan, sarà il rinnovo di Donnarumma

Riccardo Fusato

Uno dei primi compiti della nuova proprietà cinese del Milan, sarà il rinnovo di Donnarumma e, dalle premesse, non sarà proprio una passeggiata. Non parte col piede giusto, infatti,  il dialogo tra la nuova proprietà rossonera e l’entourage del portierone-prodigio. Addirittura ieri Mino Raiola è passato da Milano (diretto a Manchester da Ibra), ma non ha avuto tempo da dedicare ai vertici di via Aldo Rossi. Nei giorni scorsi l’agente italo-olandese ha mandato loro un messaggio forte, se non proprio urticante: «Vogliamo vedere gli acquisti, capire se il Milan sarà competitivo e poi...». Un chissà-chi-lo-sa che Fassone e Mirabelli non hanno preso bene. Si spiega così la decisione del responsabile dell’area tecnica milanista di esporre la questione nel dopo-gara con l’Empoli: «In settimana abbiamo parlato con Gigio e letto nei suoi occhi la volontà di restare in rossonero. Ora viene il difficile: parlare con Raiola, il suo agente». Nei contatti telefonici della scorsa settimana, Mino ha preso tempo, lasciando intendere che per quel che lo riguarda può aspettare anche fine estate per sedersi al tavolo. E ciò non sta assolutamente bene al club che, invece, auspica un’intesa in tempi brevi. Anche per fare da apripista agli altri rinnovi e (in genere) alle operazioni di mercato. Così Mirabelli non ha porto l’altra guancia. Anzi, ha lanciato il guanto di sfida a Raiola, che (per ora) non replica. Siamo, però, solo all’inizio di un braccio di ferro che si preannuncia appassionante. Nelle intenzioni di Fassone e Mirabelli (con l’avallo di mister Li) a Donnarumma verrà tracciato un percorso in salita (nei guadagni). Con la firma sino al 2022 al numero 99 milanista verrà consegnata la fascia da capitano e un contratto che lo farebbe salire subito dagli attuali 160 mila euro annuali alla soglia dei 3,2 milioni netti ora appannaggio di capitan Montolivo. In aggiunta una serie di bonus e un piano di sostanziosi rialzi nelle stagioni successive. Ma è chiaro che le buone intenzioni societarie si scontrano con le pregiudiziali tecniche «raioliane». E ciò spiega il repentino irrigidimento tra le parti. Dietro l’angolo c’è una fila che farebbe venire il capogiro a chiunque. Con offerte più che allettanti: cioè con un ingaggio annuo da 7,5 milioni netti a stagione. Vale a dire più del doppio della proposta milanista. E per l’eventuale cartellino? Diciamo intorno ai 50 milioni di euro, anche se questo passaggio non è ancora maturato per l’evidente indisponibilità milanista. Ma nell’orizzonte rossonero l’eventualità va messa nel conto. In questa guerra di nervi non è il momento per cercare punti di contatto: sarebbe tempo sprecato. Ora i contendenti mostrano i muscoli, paventando le soluzioni più estreme. Poniamo, però, che il nuovo Milan prenda corpo con dei rinforzi significativi e che da fuori frontiera non arrivino (in concreto) le offerte ora imbastite: cosa farebbe l’esigente Raiola? Difficile che si adegui all’idea di un rinnovo tradizionale. Nella sua testa un assistito di primo livello come Gigio deve, quantomeno, puntare a un prolungamento alla Pogba. Cioè con un’opzione di vendita. Comunque sia, non sarà facile uscire da questo ginepraio.

(Gazzetta dello Sport)

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