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10 CONSIGLI (a Lippi) PER COPIARE MOU

Tanto valeva tagliare la testa al toro e proclamarlo apertamente. Dopo una settimana di botte e risposte tra il ct della nazionale e il tecnico nerazzurro, quello che sembrava un semplice gioco con scaramucce e tirate d’orecchie si è...

Sabine Bertagna

Tanto valeva tagliare la testa al toro e proclamarlo apertamente. Dopo una settimana di botte e risposte tra il ct della nazionale e il tecnico nerazzurro, quello che sembrava un semplice gioco con scaramucce e tirate d’orecchie si è trasformato in una vera e propria guerra, da vincere a tutti i costi. Ad oggi, per onestà d’informazione, dobbiamo ammettere che il portoghese non ha sbagliato un colpo, e si è aggiudicato almeno un paio di battaglie. L’ultima conferenza di Marcello Lippi ha finalmente messo a fuoco il problema vero, nello specifico la quasi totale assenza di interesse da parte dei media e della gente nei confronti delle prossime partite che gli azzurri affronteranno per ottenere l’agognato pass ai Mondiali 2010 in Sudafrica. Si parla solo di Mourinho e di Cassano ha sbottato il ct, abbandonandosi ad una sorta di pianto capriccioso e piccato davanti ai microfoni. A questo proposito abbiamo pensato che Marcello potesse aver bisogno di qualche consiglio per contrattaccare al mediaticamente onnipresente Mourinho e quindi ci siamo permessi di mettere nero su bianco alcune opinabili dritte:

1. Attaccare sempre. Ogni conferenza stampa nasconde insidie e tranelli e dietro a semplici curiosità si possono nascondere le supposizioni più maliziose. Come insegna Jose (che anche al Chiambretti Show era riuscito a prendere in contropiede il preparatissimo conduttore) è bene non farsi mai cogliere in fallo, anticipare la mossa del nemico e godere del suo rumore quando è in arrivo (ma soprattutto quando cade…) 

2. Sincerità. Doveva insegnarcelo un portoghese, che anche nel calcio viene premiato chi dice ciò che pensa. Anni di mugugni ed espressioni contorte (che enunciavano il contrario di ciò che si sentiva) avevano insegnato agli allenatori che la diplomatica tendenza a negare l’evidenza dei fatti li avrebbe salvati dal linciaggio in situazioni delicate. Poi è arrivato lui e ha fatto apparire un onesto aziendalista come Carletto a dir poco ridicolo 

3. Visione internazionale. Ne sa qualcosa Mourinho, che ha lavorato all’estero con giocatori dalle provenienze più disparate. Anche nell’Internazionale ha trovato pane per i suoi denti. Lippi, al contrario, non si è ancora espresso in maniera decisa sul tema degli oriundi (Amauri sì, Motta no, Balotelli non scherziamo!). Aspettiamo fiduciosi… 

4. Largo ai giovani. Mentre gli addetti ai lavori si riempivano come ogni anno le bocche dell’ esigenza di svecchiare il calcio e di dare spazio alle più giovani promesse di casa nostra, Jose buttava in campo il giovane Santon. Un esordio felice per il suo bambino, che tende a difendere con le unghie e con i denti (vedi la polemica con Cannavaro). E’ stato il primo ma non sarà l’ultimo. Lorenzo Crisetig, classe 1993 (in campo col Bahrein) potrebbe essere il prossimo! 

5. Eredità. Tra Jose e il Mancio non corre buon sangue, ma il rispetto del portoghese verso il tecnico di Jesi e i risultati da lui ottenuti è sempre stato altissimo. Consapevole di dover vincere a tutti costi il quarto scudetto della storia nerazzurra Mourinho ha dimostrato nei fatti di essere all’altezza della situazione. Lippi ha lasciato la nazionale con l’eredità più impossibile da gestire, un mondiale appena vinto. Donandoni non è stato aiutato in nessun modo, né dalla federazione, né dalla stampa, nel suo lavoro e per Marcello è stato facile subentrare come redentore a salvare gli azzurri dal disastro, traghettandoli verso un altro mondiale. Persino Totti potrebbe cambiare idea e tornare… 

6. Dialettica. Un portoghese, che dopo una manciata di mesi, padroneggia la lingua italiana, discorre in diretta con i giornalisti e farcisce il suo discorso con termini quali prostituzione intellettuale e conflitto d’interessi merita rispetto. Vincere sul terreno degli altri vale il doppio… 

7. Conferenze stampa. Uno starnuto di Mou può occupare dalle due alle tre pagine di qualsiasi quotidiano sportivo e non. I giornalisti si fregano le mani (c’è da lavorare) e i tifosi, non solo interisti, si radunano davanti al televisore per sentire l’ultima prova di arguzia del portoghese, mai in difficoltà. Se Lippi vuole raggiungere questi risultati non deve prendersela con i media che non lo assecondano come vorrebbe, ma puntare su uno studio attento dei punti 1 e 2 di cui sopra. L’applicazione è tutto… 

8. Inciuci. A Mourinho non piacciono, le uniche cose che nasconde sono gli allenamenti. Per quanto neghi, Lippi è consigliere fidato della Juventus (e probabile successore di Ciro Ferrara) e la sua nazionale ne contiene moltissimi elementi. Difficile credere che si tratti di un caso… 

9. Self-control. Mai mostrare le proprie debolezze. Jose perde il controllo solo davanti a enormi ingiustizie (vedi decisioni arbitrali che non comprende) o esplosioni di gioia incontenibili (la cavalcata e l’abbraccio con Maicon a Siena erano apparsi a qualcuno senz’altro sopra le righe). Far capire alla stampa che si è in competizione con uno come Mou per la prima pagina di un giornale non è saggio. 

10. Risultati. Alla fine contano solo quelli. La sparata dei Zero tituli aveva mandato su tutte le furie Ranieri e Spalletti (entrambi esonerati uno per sua volontà, l’altro un po’ meno), ma alla fine della stagione era il vero tormentone dell’estate, stampato sulle magliette dei gaudenti tifosi nerazzurri. Come dire, Mou ci aveva azzeccato. Consigliamo questo a Marcello. Si sbilanci quando sa di poterlo fare e difenda sempre le sue idee fino in fondo. Domani sera, nel bene e nel male, gli occhi saranno tutti puntati su di lui. E fare brutta figura potrebbe essere poco piacevole…