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A tutto Barella: “Idolo Stankovic, ricordo indelebile. Odio le etichette, ormai gli arbitri…”

Il centrocampista sardo ha parlato a Sky

Matteo Pifferi

Nicolò Barella, centrocampsita classe 1997, è stato protagonista de La Giovane Italia, programma di Sky in merito ai giovani talenti azzurri: "Gianfranco Matteoli è stato un'altra persona importantissima nella mia crescita. La mia svolta è arrivato quando Franco Masia, il mister più importante nelle giovanili, mi mandò in tribuna per un litigio con un compagno nonostante giocassimo prima contro seconda. Lì ho capito che viene prima il gruppo e poi la persona, lui è malato di SLA ma mi ha dimostrato di dover lavorare duramente".

TATUAGGIO 16/04/2018 - "E' stata la data del mio primo gol in Nazionale, Under 16 in Spagna in rovesciata".

LA GIOVANE ITALIA - "Uscire nel libro è emozionante, sono andato a ritirare il premio due volte, ero emozionatissimo perché erano le mie prime interviste".

PASSIONE BASKET - "Vengo da una famiglia dove tutti giocano a basket, sono pro-LeBron James. Dove va LeBron, io tifo quella squadra".

GIGI RIVA - "E' il Cagliari, l'ho conosciuto e per me che lui si ricordi di me è una cosa importantissima che mi fa tanto piacere".

AUTOCRITICHE - "Ho sempre odiato le etichette, molto spesso gli arbitri sono portati a fischiare fallo quando entro in scivolata ed estrarre il cartellino. Però questa è una cosa che viene da dentro, non riesco a gestire l'irruenza. L'autocritica e le critiche al primo posto perché ti fanno crescere, sai che sei ammonito e devi ragionare e non fare le entrate".

CAPITANO - "Due anni fa è capitato che tutti i senatori non giocavano, c'era Murru con la faccia. Ad un certo punto gli ho detto 'Nico, esci così prendo la fascia e ti prendo il tuo record di capitano più giovane' e così sono riuscito a diventare il più giovane".

INFORTUNIO - "Ero al Mondiale (Under 20, ndr) e mi è rimasta sotto la mano, doppia frattura. Sono contento di cosa abbiano fatto i miei compagni e che Giuseppe Panico mi abbia dedicato il gol, il rapporto umano con le persone è ancora più importante".

IDOLO STANKOVIC - "Mi riempiva l'occhio il vedere la sua grinta, i suoi gol e mi ricordo quel gol da centrocampo (con lo Schalke 04, ndr)".

COMO - "E' stata la prima esperienza fuori da casa, eravamo da soli con il cane. E' stato difficile però è stato quello che mi ha fatto fare lo step nella mia carriera".

MOGLIE FEDERICA - "Ho trovato la persona giusta, ho pensato subito di fare la mia famiglia perché è quello che ho sempre sognato. All’inizio è stato difficile perché lei è più grande e ha un carattere importante, lei mi dice ‘Hai giocato male, hai sbagliato quella cosa’, è anche stimolante”.

CALCIO FEMMINILE - "A volte mi è capitato di vedere le partite, il livello sta crescendo ed è in continua evoluzione".

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