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GdS – Derby, per Perisic l’occasione della rinascita. Con il Milan…

L’uomo chiave di Spalletti in calo, ma nel derby di ottobre fece sfracelli

Francesco Parrone

Il timore dei tifosi interisti è che dopo la grande vergogna della primavera scorsa seguita al 7-1 sull’Atalanta (12 marzo) temono che anche il 5-0 al Chievo del 3 dicembre possa avere generato pericolose illusioni e introdotto una nuova frenata. Secondo La Gazzetta dello Sport di sicuro a inizio mese si è fermato Ivan Perisic. Dopo essersi portato a casa il pallone per la tripletta ai veneti, la «Grande Scintilla» nerazzurra non è più riuscita ad accendere se stesso e l’Inter. Contro Juve, Udinese e Sassuolo (ma c’è anche il Pordenone in Coppa Italia), Perisic non è riuscito a produrre gol né assist. Mentre nelle 15 gare precedenti era arrivato a 7 marcature e 6 passaggi decisivi. Compreso quello stupendo - con Musacchio incapace di prendergli la targa - per il momentaneo 2-1 di Icardi nel derby di metà ottobre. E proprio al Milan, nella prima stagione in nerazzurro, il 28enne di Spalato all’andata aveva piazzato al 92’ la rete del 2-2 e al ritorno l’assist per il solito Icardi.

Derby come svolta per tornare Terribile? Si vedrà, perché dopo tre mesi a tutta Perisic a Reggio Emilia è sembrato proprio sgonfio e Spalletti si prenderà tutto il tempo necessario per valutare se puntare su di lui o su Eder. Non è dato a sapere se il tecnico si riferisse anche ad Ivan quando dopo il k.o. di Reggio aveva detto «chi non regge certi livelli va messo in discussione», ma in generale il calo di rendimento dell’ex Wolfsburg è evidente. E tenere in panchina in una sfida così uno dei tre pilastri che non ha ancora saltato un minuto in campionato potrebbe sortire un doppio effetto. Psicologico, per stimolare l’orgoglio del croato. Ma anche tattico, per avere una vera arma pesante dalla panchina. Di sicuro non trovarselo davanti dal 1’ farebbe piacere a Rino Gattuso, che ieri ha indicato Perisic - al pari di Candreva - come l’avversario da frenare per evitare che a Icardi arrivino munizioni.

Eppure, al di là del calo di tutta la squadra e del valzer recente di compagni di binario mancino (Nagatomo, Santon, D’Ambrosio, Dalbert) l’uomo che raramente ha inciso nei primi tempi, salvo straripare alla distanza, nelle ultime uscite invece è parso indolente per tutti i 90’. Meno bionico nelle chiusure - vedi il gol dell’udinese Barak, quando sul più bello ha smesso di inseguire l’avversario - e meno ficcante in attacco, dove una squadra in cui manca chi salti l’uomo nello stretto e inventi qualcosa per aprire le difese barricate non può prescindere dai suoi strappi. Anche i dati Opta confermano la tendenza recente. Perisic creava 2,53 occasioni da rete a gara fino al Chievo, poi è sceso a 1,67; metteva 5,53 cross e dopo la media è di 4; la precisione al tiro (le conclusioni nello specchio rispetto a quelle tentate) è passata dal 43% al 22%, con quella realizzativa crollata dal 18% allo 0. Visto il fisico da decathleta che si ritrova, è difficile pensare che Perisic sia in difficoltà atletica. Più probabile che un elemento poco portato a trascinare il gruppo risenta di una flessione generale. Per diventare un top player Ivan però deve iniziare a pensare da leader. Lo psicologo Spalletti ci conta.

(Fonte: Luca Taidelli, La Gazzetta dello Sport 27/12/17)

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