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Inter: ecco finalmente il vero Banega. Contro Atalanta e Cagliari l’argentino…

Le ultime due partite gli sono servite per lanciare un messaggio chiaro alla Serie A: Ever Banega non è il giocatore visto nelle prime 26 giornate

Riccardo Fusato

Le ultime due partite gli sono servite per lanciare un messaggio chiaro alla Serie A: Ever Banega non è il giocatore visto nelle prime 26 giornate quando ha espresso il suo talento a corrente alternata ed è finito pure in panchina per scelta tecnica. Il Tanguito ha deciso di svegliarsi nel momento caldo della stagione e nei 180' contro Cagliari e Atalanta ha messo insieme un fatturato (4 gol e 3 assist) nettamente superiore a quello del resto del campionato (2 reti e 3 assist). A livello tattico per Banega di differenze non ce ne sono molte rispetto all’inizio della stagione: a parte l’esperimento provato da De Boer che voleva utilizzarlo come regista basso davanti alla difesa, all’Inter ha sempre fatto il trequartista nel 4-2-3-1 che poi è il modulo con il quale la squadra è offensivamente esplosa nelle ultime 2 gare (12 gol segnati, 2 soli al passivo). Di diverso, però, sembrano esserci due cose: la testa e le gambe. Fisicamente l’ex Siviglia adesso sembra più tonico rispetto a inizio stagione quando faticava se il ritmo si alzava.

Partecipa alla fase di pressing e, anche se come vedete dallo studio qui a fianco, in fase di non possesso ha numeri che sono ancora inferiori rispetto a quelli dei pari-ruolo (4 palloni recuperati a incontro contro una media di 4,59; 0,59 intercetti contro una media di 1,06), negli ultimi due incontri ha lavorato di più perché ha più sprint. La differenza, però, la sta facendo soprattutto la testa: contro le grandi (Juventus, Roma e Lazio), quando gli spazi a disposizione sono solitamente maggiori, Banega aveva fatto bene anche in passato, ma quelle prestazioni rimanevano casi isolati. Le maggiori difficoltà le ha incontrate contro le medio-piccole, che gli mettevano addosso un uomo per soffocarlo. Contro Cagliari e Atalanta invece ha dimostrato velocità di pensiero e di giocate, quello che gli era mancato tante volte.

(Corriere dello Sport)

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