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Inter, ecco la strategia di Suning per liberarsi da FPF e governo cinese

Queste le ultime sulla strategia del colosso che detiene la maggioranza delle azioni dell'Inter

Daniele Vitiello

Si continua a parlare della situazione finanziaria dell'Inter in queste settimane, con il Fair play finanziario e le restrizioni arrivate da Pechino a creare qualche difficoltà alla gestione del club da parte di Suning, che chiede tempo e pazienza, come ribadito anche da TuttoSport questa mattina: "Chi segue da vicino i movimenti imprenditoriali della multinazionale di Nanchino spiega che Suning ha sempre fatto crescere le aziende del gruppo in modo progressivo. Senza strappi. Anche l’Inter non fa eccezione: l’idea della proprietà, arrivata nel 2016, è quello di una crescita costante poggiata su basi solide. Questo approccio chiarisce meglio perché Zhang Jindong presti molta attenzione al rispetto del fairplay finanziario. Dopo aver adempiuto agli impegni del “settlement agreement” del 2015 potrebbe iniziare una nuova fase. Ma non era immaginabile effettuare forzature per sottrarsi ai patti sottoscritti con Nyon. E’ uno dei punti chiave che ha fatto spesso innervosire i tifosi in questi mesi: la sensazione che il fairplay finanziario venisse utilizzato come una scusa per non investire sul mercato. Ecco perché il prossimo bilancio, da chiudere in pareggio per muoversi successivamente con meno vincoli, diventerà un passaggio chiave per verificare le vere intenzioni di Suning".

A quel punto bisognerà comunque fare i conti con le restrizioni del partito comunista cinese: "Una politica che ha condizionato anche la vita dell’Inter, come dimostrano, ad esempio, i ritardi nei versamenti di alcune sponsorizzazioni dalla Cina o la necessità di chiedere a Goldman Sachs un finanziamento a breve termine pari a 18.8 milioni a luglio dell’anno scorso con un tasso del 7.5% per far fronte a esigenze di cassa a breve. Suning vuole rendere l’Inter meno dipendente da questi intoppi politici con l’espansione delle vendite di prodotti in cobranding nerazzurro nei suoi negozi in Estremo Oriente. In questo modo è possibile generare subito ricavi diretti sotto forma di royalty al club nerazzurro. Si tratta di prodotti molto vari, non legati al merchandising strettamente sportivo che rientra negli accordi con la Nike. In Cina interessano molto oggetti di design italiano, cibo, vino e abbigliamento. Tutto questo può essere legato al marchio nerazzurro. E’ uno dei punti dello sviluppo progressivo di Suning che deve armonizzarsi con i ritmi frenetici del calcio italiano".

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