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INTER-NAPOLI: RIFLETTORI SU DIEGO MILITO

Si capisce perché lo chiamano Principe: prendi una foto di Enzo Francescoli e mettila accanto a quella di Diego Milito. Trova le differenze. Il viso, i lineamenti, il portamento. Certi soprannomi si ereditano per analogia, poi diventano propri....

Alessandro De Felice

Si capisce perché lo chiamano Principe: prendi una foto di Enzo Francescoli e mettila accanto a quella di Diego Milito. Trova le differenze. Il viso, i lineamenti, il portamento. Certi soprannomi si ereditano per analogia, poi diventano propri. Dov’è finito Enzo, Ora c’è Diego. Solo Diego. La testa alta, il destro, il sinistro, lo stop. Centravanti elegante come un fantasista. Francescoli non serve, se non a ricordare. Milito basta e avanza perché quelli come lui sono la certezza dei gol e anche di un certo modo di fissarsi con i personaggi. Facile adesso. Una storia, la sua, ricca di gol, ha segnato ovunque abbia giocato, emozionando e incantando milioni di tifosi.

Diego nasce il 12 giugno del 1979 Bernal, nella provincia di Buenos Aires da una famiglia di emigrata da alcune generazioni e originaria della Calabria. La sua carriera inizia con il Racing Club de Avellaneda e lì totalizza 137 presenze e 34 gol, vincendo anche il campionato d’ apertura del 2001. Resterà in Argentina fino al gennaio del 2004 quando verrà acquistato dal Genoa del presidente Preziosi che vede in lui campione(e non si sbagliava).Nella prima parentesi rossoblu disputa due campionati di Serie B: nel 2003-2004 con 12 gol in 20 partite e nel 2004-2005 con 21 gol in 39 partite. All'inizio della stagione successiva a seguito della retrocessione del Genoa in Serie C-1 inflitta dalla giustizia sportiva, è stato ceduto in prestito biennale al Real Saragozza, con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro. Col Saragozza, che nel 2007 ne acquisisce poi l'intero cartellino, nel campionato 2005-2006 Milito segna 15 reti. Nella stagione 2006-2007 Milito segna 23 gol, classificandosi al secondo posto tra i cannonieri del campionato dietro al solo Ruud van Nistelrooy con 25. L'anno seguente il centravanti argentino mette a segno altri 15 gol, che però non bastano alla squadra spagnola per salvarsi dalla retrocessione.

L’estate del 2008 vede il ritorno del Principe alla corte di Preziosi. Milito approda al Genoa proprio all'ultimo minuto utile della sessione estiva di calciomercato 2008, diventando così il colpo dell'estate. La stagione è molto positiva: Milito compete costantemente per il titolo di capocannoniere di Serie A. Conclude la stagione con 24 gol, affermandosi come miglior marcatore stagionale nella storia del Genoa in Serie A e piazzandosi secondo in classifica marcatori dietro a Zlatan Ibrahimović.

29 giugno 2008: è questa la data che segna l’ inizio della nuova avventura calcistica del Principe. Milito è ufficialmente un calciatore dell‘ Inter.Sin dal precampionato Diego dimostra le sue qualità, nei giorni dei dubbi legati al futuro di Ibra, Milito è l’ unica solida certezza. Dimostra di essere già in palla e di aver assorbito gli schemi del mister Mourinho. Si mostra da subito uomo derby nelle prime uscite statunitensi e si lo riconferma alla seconda di campionato, dove, con due assist e un gol, si dimostra tra i migliori in campo di quel match stratosferico. In questo scorcio di campionato, Milito, dimostra sempre di essere tra i migliori in campo, giocando per la squadra e confermandosi astuto finalizzatore. Sono già 4 le reti messe a segno dall’ argentino.

Inoltre, a quest’ Inter in fieri e non ancora a pieno regime, che fatica a trovare gioco e personalità, i gol del Principe servono a mettere punti in cassaforte in attesa di tempi migliori. Contro il Cagliari in quest’ Inter poco brillante, la sua stella ha brillato tanto.Questa per Diego sarà la stagione della consacrazione, la sua personalità riservata e la sua dedizione per questo lavoro, faranno di lui un campione degno di indossare la casacca neroazzurra e capace di prendere per mano anche nei momenti più difficili la squadra e accompagnarla a suon di gol a traguardi che resteranno nei cuori dei tifosi, aiutato da una squadra mai come quest’ anno fenomenale capace di affiancargli un altro campione di stirpe reale come Samuel Eto’o. Una squadra costruita per vincere e dominare e che vede in quel campione con il numero 22 sulle spalle una delle sue splendenti punte di diamante.