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Inter-Udinese, Marelli: “Abisso, rigore ok. Nuytinck-Icardi? Possibile penalty, ecco perché”

Questa l'analisi dell'ex arbitro

Marco Astori

NUYTINCK-ICARDI

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Come di consueto, nel giorno successivo al match, l'ex arbitro Luca Marelli analizza gli episodi arbitrali della partita. Questa la moviola su Inter-Udinese: "Nel complesso una gran prestazione del siciliano, ancora una volta convincente: l’obiettivo è gennaio 2020, prendere il posto di Rocchi (che, come già preannunciato più volte, otterrà una deroga a livello internazionale mentre lasceranno il ruolo Mazzoleni e Banti per raggiunti limiti di età). Obiettivo che sarà la naturale conseguenza se riuscirà a mantenere le proprie direzioni sui livelli visti in tutto questo inizio di campionato. Al minuto 63 un episodio dubbio in area Udinese. Su lancio in profondità di Martinez, Icardi viene affrontato da Nuytinck. Questo episodio è curioso non tanto per la scelta di Abisso (sulla quale non concordo) ma per evidenziare un concetto troppo poco (o per nulla) affrontato: conta relativamente che il difendente tocchi il pallone, quel che andrebbe valutato è tutto il contrasto, anche il movimento successivo. Vediamo la particolarità di questa fattispecie: è certamente vero che Nuytinck colpisca prima il pallone ma è altrettanto evidente che, subito dopo, alzi (e non di poco) la gamba sinistra, frapponendo un evidente ostacolo ad Icardi. Movimento volontario? Poco importa: come sappiamo, i falli non vanno giudicati sulla base della volontarietà ma sugli effetti. E’ questo il motivo per cui i falli sono classificati come negligenti o imprudenti oppure connotati da vigoria sproporzionata. La volontarietà è un concetto da tener presente per altre fattispecie, non per i contatti tra calciatori (e con contesa del pallone, ovviamente).

A mio parere questo episodio, da chiunque valutato come regolare, presenta in realtà alcuni aspetti che avrebbero potuto portare alla concessione di un calcio di rigore per l’Inter perché è veramente difficile considerare ininfluente quella gamba sinistra così alta. Poco conta, ovviamente, che i calciatori non abbiano protestato.Detto ciò, episodi come questo vengono sempre giudicati nei limiti del regolamento proprio per scarso approfondimento dei parametri regolamentari, essendo ormai passato come dogma inattaccabile che, una volta colpito il pallone, tutto sia lecito. Non è così. Altro elemento fondamentale: questa decisione può anche essere qualificata come “sostenibile” ma non va sottovalutato il fatto che non si tratta di episodio da VAR ma da moviola. E torniamo, come spesso accade, al solito protocollo: episodi di questo genere sono invisibili all’arbitro (che si trova dietro ai calciatori e, pertanto, può solo intuire quanto accaduto) ed il VAR non interverrà mai in vigenza dell’attuale protocollo, nemmeno nel caso limite (peraltro accaduto più volte) di un contrasto irregolare visto e valutato dall’arbitro. Il problema (serio) è che i VAR non interverranno mai nel caso in cui le scelte siano “sostenibili” e, in fattispecie del genere, vale praticamente tutto.

Il tutto per arrivare ad un’idea che conservo sempre: il VAR ha funzionato, può funzionare meglio, deve essere cambiato per non avere paletti talmente rigidi da renderlo quasi inutilizzabile se non per i tocchi di mano (e lo vedremo anche per il derby di Torino).

Ed è un peccato limitare in tal modo uno strumento potenzialmente straordinario ma con confini di utilizzo eccessivi".

MANI DI FOFANA

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Marelli ha poi analizzato il fallo di mano di Fofana, decisivo ai fini del risultato: "Al minuto 74 l’episodio che decide la gara. Su un calcio d’angolo battuto da Brozovic, il pallone viene deviato fuori area da Fofana: una curiosità (allacciandomi a quanto scritto precedentemente): solo Skriniar protesta per un tocco di mano. Ciò per confermare quanto affermato: il numero delle proteste non deve contare nulla perché, spesso, i calciatori non si rendono nemmeno conto di quanto accade sul terreno di gioco. Il VAR Calvarese non richiama subito Abisso. Al contrario lascia proseguire l’azione che si sviluppa dalla parte opposta, con l’Udinese che si porta fin nell’area dell’Inter con un cross bloccato da Handanovic. Il portiere dell’Inter rilancia l’azione dei suoi compagni e solo, a questo punto, con il pallone in possesso a centrocampo, il VAR invita l’arbitro a rivedere l’azione: bravo, molto bravo Calvarese ad individuare la deviazione di mano di Fofana, invisibile in presa diretta ma piuttosto evidente dopo le varie riproposizioni.

Tre particolari da evidenziare:

– è corretto l’uso del VAR, anche se avvenuto dopo ben due cambi di possesso. L’APP (attacking phase possession) è concetto che si applica prima dell’azione visionata con VAR, non dopo. Se anche l’azione fosse continuata per 10 minuti, il VAR avrebbe potuto intervenire senza alcuna limitazione temporale;

– Abisso, sebbene ben posizionato, non poteva vedere nulla ma, al limite, intuire che qualcosa di non corretto fosse avvenuto. Il concetto lo abbiamo già espresso più volte: i tocchi di mano avvengono in una frazione di secondo, quasi impossibile che l’occhio umano possa individuarlo con certezza;

– Dalle immagini non si capisce se Fofana tocchi o meno il pallone con la testa prima della deviazione di mano. In questo caso, però, è elemento marginale: il braccio sinistro è in posizione del tutto innaturale e anche una precedente deviazione di testa sarebbe ininfluente poiché il gesto sarebbe comunque punibile. Corretta la scelta di assegnare il calcio di rigore così come la mancanza di provvedimenti disciplinari: trattandosi di cross al centro dell’area, non è previsto alcun cartellino per tale infrazione. Un ultimo appunto (che preferisco scrivere pubblicamente per correttezza): commetto degli errori perché sono umano. Si può conoscere bene regolamento e protocollo ma capita di scrivere una sciocchezza. Ieri sera ero convinto che il VAR fosse stato utilizzato fuori dalla letteralità dello stesso, con un intervento eccessivamente ritardato: ho sbagliato. Piccola lezione personale: mai essere precipitosi per essere “sul pezzo” immediatamente, il rischio di scivoloni è dietro l’angolo…".

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