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Pinamonti: “Con l’Inter mi sento spesso. Icardi? Un riferimento, mi ha insegnato tanto”

Le parole dell'attaccante di proprietà nerazzurra in prestito al Frosinone

Marco Macca

Una lunga intervista, per raccontare la sua stagione, ma anche le sue grandi ambizioni tinte di nerazzurro. Andrea Pinamonti, giovane attaccante di proprietà dell'Inter e attualmente in prestito al Frosinone, ha parlato in esclusiva al quotidiano l'Adige, tra Ciociaria e prospettive di un ritorno a Milano. Ecco le sue parole:

FUTURO NERAZZURRO - "Per ora penso al Frosinone. Dico che bisogna sgobbare durante la settimana perché a questi livelli nessuno ti regala niente. Anche cinque minuti di partita vanno meritati. Baroni ha subito fatto capire che gioca chi ha lavorato e poi ha dimostrato di darsi da fare. La fiducia a livello professionistico è una dote importante, soprattutto quando si è giovane come me. Icardi è naturalmente il mio riferimento. La passata stagione mi sono arrivate critiche perché sono voluto rimanere all’Inter. Avrò fatto anche troppa panchina però ho imparato molto e soprattutto da lui. Allenarsi con i campioni è la più importante lezione che ci possa essere. Con lui ho un ottimo rapporto, lo sento spesso. E quell’assist a Eder in Europa League lo ricordo con tanto piacere. Ho fatto poco allora, ma era questa la stagione giusta per andare a farmi le ossa. L’Inter è la mia società madre, mi ha inviato in Ciociaria a prestito secco (diritto di riscatto) e i suoi giovani continua a tenerli d’occhio. Con la società mi sento spesso tramite i dirigenti italiani".

SKRINIAR - "Tra i difensori nelle mie partite dove sono partito titolare e quindi da avversario diretto in maniera completa, ho avuto l’onore di duellare con lo slovacco Skriniar dell’Inter e con il senegalese Koulibaly del Napoli. Poi tra i centrocampisti tanta qualità in Allan, brasiliano del Napoli, e Pianjc, il bosniaco della Juve. Per l’attacco l’ex compagno argentino Icardi, anche se poi contro di noi al Meazza è entrato solo nel finale. Contro Milan e Chievo ho giocato partite quasi intere, ma sono state battaglie agonistiche senza particolari acuti di qualcuno".

FROSINONE - "La gente è simpatica, la città è avvolgente con quella giusta provincialità. C’è chi ci ferma per una foto e un autografo lungo le strade, allo stadio “Stirpe” c’è un grande trascinamento. Il pallone è vissuto in maniera entusiasmante. Fino a che la matematica non dirà il contrario, nella permanenza in A ci crediamo. Dopo un’andata trascorsa qui a Frosinone penso proprio di essermi fatto apprezzare sotto tanti aspetti".

SALTO - "Per me il salto dalla Primavera interista alla massima serie è stato un cambio radicale. Pur nella mia ancora breve carriera di serie A, dove occorre sempre tenersi pronti, il salto è stato notevole. Da allievo arrivato nel 2013 dal Chievo (dove si era trasferito dalla val di Non dal 2007) all’Inter ho fatto tutti i gradini delle giovanili fino al debutto nell’Inter di Spalletti contro l’Empoli e prima ancora nell’Europa League contro lo Sparta Praga. Solo pochi minuti in A, titolare con i cechi. Qui a Frosinone invece bisogna avere costanza, si impara a migliorare per conquistarsi il posto, si fa gruppo per l’obiettivo. E soprattutto il posto va meritato, fin dagli allenamenti".

(Fonte: ladige.it)

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