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Pinamonti: “Con Pioli mi trovo bene. Convocazione in EL? Ho pianto. In Serie A…”

Il giocatore nerazzurro si è raccontato a Inter Channel.

Simona Castellano

Andrea Pinamonti è il protagonista della puntata odierna di Caffè Doppio, format di Inter Channel in cui i campioni nerazzurri si raccontano al canale tematico davanti ad un caffè.

-Prima volta che facciamo una chiacchierata? 

No, ne abbiamo fatta una in America.

-Com'eri da bambino? 

Sono sempre stato al campetto di Tassullo, l'unica cos che 'è in tutto il paese. I miei amici ancora vanno a giocare lì. Abbiamo un gruppo su WhatsApp che si chiama proprio "I ragazzi del campetto di Tassullo". Era di cemento, tante volte tornavo a casa con le ginocchia sbucciate e perché mi facevo male per niente. Lì giocavo in tutti i ruoli. Giocavo con ragazzi della mia età e più grandi, facevo fatica lo stesso. Mi volevano per primo? Lì ti senti importante (ride, ndr). Litigavano per chi voleva giocare con me, quindi alla fine facevo io il capitano.

-Locali? 

C'è qualche locale dove vanno i miei amici. Ad alcuni piace stare lì. Si coltivano principalmente mele.

-Quanti caffè bevi al giorno? 

Uno se va bene. Non sono un grande amante.

-Prima squadra? 

20 minuti di macchina da casa mia, non c'erano neanche gli spogliatoi, facevo la doccia a casa.  Ogni volta che torno a casa rivedo gli allenatori, gli amici.

-Primo allenatore? 

Diceva che avevo buone qualità e si aspettava tutto questo.

-Sacrifici dei genitori? 

Piano piano spero di togliermi delle soddisfazioni anche per loro. Mio padre è direttore di banca, mia madre impiegata in un'azienda agricola.

-Destro? 

Sì sì. Ogni allenatore mi dà qualche consiglio per migliorare sotto tutti gli aspetti. Devo migliorare con il sinistro e ci sto lavorando.

-Ambizioni? 

Normale per un ragazzo averne, ogni volta che mi alleno mi dico che il mio obiettivo è arrivare a fare il calciatore professionista a grandi livelli, ho la fortuna di allenarmi con grandi campioni.

-Chievo Verona? 

Era comunque lontano da casa mia, arrivava il pullman a prendermi. Sono sempre stato molto contento dell'ambiente, degli allenatori, dell'ambiente in generale. Sono stato cinque anni lì, con la scuola diventata un po' difficile.

-Scuola? 

Finora me la sono sempre cavata, mai avuto problemi. Ora sono al quarto anno di ragioneria. Mi piace l'inglese, sto seguendo anche un corso privato. In generale mi piacciono più materie scientifiche comunque.

-Esultanza tiro con l'arco? 

È partito tutto un venerdì sera, per la prima partita di campionato. Ero in stanza con Valietti. Mi chiede 'Se fai gol cos'è che fai'. Abbiamo pensato di trovare un'esultanza insieme. Federico ci ha messo un bel po' per cercare quest'esultanza, poi gli è venuta questa idea, non so per quale motivo ha pensato all'arco e quindi mi hanno chiamato l'arciere. In teoria dovremmo farlo entrambi, lui però è terzino e fa meno gol.

-Passaggio dal Chievo all'Inter? 

Nuova città, nuovo ambiente. È stato un grande salto, non ho più fatto un'ora e mezza di pullman, ma avevo ilc campo a cinque minuti. Lontano da casa è difficile, ho sofferto poco perché comunque anche prima stavo poco in casa. Anche il cibo è un cambiamento che devi affrontare se vuoi fare il calciatore. L'entusiasmo era forte, mi sono abituato piano piano e anno dopo anno è andata sempre meglio.

-Primi amici? 

Due ragazzi che sono stati con me in convitto. Poi Valietti lo conoscevo da bambino.

-Con i più grandi? 

I primi mesi ho sofferto questa cosa, ho fatto allenamento con persone nuove di nuovo. Poi in questo mondo devi abituarti a tutto. Anno per anno ti fai amici tutti.

-Nazionale? 

Primo anno con l'under 15. Fino a dicembre tutti stage, il primo anno ho giocato solo 3 o quattro partite. Di quell'under 15 c'è Donnarumma in serie A, mi ha fatto piacere rivederlo al derby domenica. È salito subito nelle categorie superiori, si vedeva già che aveva qualcosa in più.

-La gioia più grande?

Al di là dell'esordio in Serie A, sicuramente la notte della vittoria in Primavera TIM Cup contro la Juventus. È stato un bel traguardo, faticoso perché abbiamo giocato con grandi squadre ma meritato. È stato bellissimo giocare a San Siro, la prima volta, davanti a tantissimi tifosi. Vincere lì è stato ancora più bello. Notte prima? Sono sempre stato tranquillo, non ho mai sentito pressione prima delle partite.

-Debutto in prima squadra? 

Avevo già fatto qualche allenamento con la prima squadra qualche settimana prima, poi è arrivata la prima convocazione per la partita in Israele. Non ci potevo credere, ho chiamato mamma e papà e mi sono messo a piangere. Non ho potuto giocare in quell'occasione. Due settimane eravamo già fuori, Pioli mi aveva chiesto se me la sentivo giocare con lo Sparta Praga e ho detto di sì. Come prima volta è andata bene così.

-Come ti trovi con Pioli?

Mi sto trovando molto bene, mi dà tanti consigli. Devo ringraziarlo per l'esordio in Europa League e in Serie A.

-Partita con l'Empoli? 

Me lo aspettavo ancora meno, c'erano i tre punti in palio, per fortuna stavamo vincendo 2-0, la condizione giusta per entrare. Ringrazio ancora Pioli per l'opportunità, è andata bene anche lì.

-Vecchi? 

Lo ricorderò sempre. € stato lui a credere in me, a farmi entrare sempre, fino a dicembre sono stato sempre con la Primavera, è andata quasi sempre bene. Il campionato è quasi finito, mancano le finali.

-Primo contratto: cosa vuoi fare? 

A papà e mamma avevo già promesso che avrei fatto un regalo, poi uno anche a mia sorella che vive in Australia e qualcosina per me, non ci ho ancora pensato, magari una macchina.

-Vivere da solo? 

Mi farebbe piacere vivere in un appartamento con qualcuno, non da solo. Anche al di là degli appartamenti dell'Inter.

-Fan? 

Ci sono tifosi sia maschi che femmine, fanno piacere, sperando ce ne siano sempre di più (ride, ndr).

-Ci sarai per Fiorentina-Inter o sarai con la Primavera? 

Speriamo di portare a casa i tre punti in ogni caso. Un saluto a tutti e forza Inter!

(Fonte: Inter Channel)

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