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Casarin: “L’invenzione di un rigore è grave. Da domani l’obiettivo degli arbitri deve essere…”

L'ex arbitro ha parlato di quanto successo al Franchi tra Fiorentina e Inter

Andrea Della Sala

Sulle pagine del Corriere della Sera, l'ex arbitro Paolo Casarin ha detto la sua su quanto avvenuto al Franchi tra Fiorentina e Inter e sull'inspiegabile decisione di Abisso di concedere rigore:

"Fiorentina-Inter sta finendo: Chiesa crossa e il pallone finisce sul petto di D’Ambrosio in area. Abisso è vicino e concede il rigore pensando a un contatto col braccio. Il Var Fabbri richiama il collega siciliano perché si tratta di una terza decisione da correggere. Nessuno lo può impedire: l’invenzione di un rigore è un errore grave, da sempre. Abisso ha bisogno di minuti per decidere e finisce per farsi intrappolare dal dubbio invece che ricorrere ancora al coraggio e alla competenza, già utilizzata con Fabbri. Lunghi minuti vuoti, il monitor è subito chiaro ma Abisso non sopporta più di essere smentito. Ha vinto l’arbitraggio del «qui comando solo io» perché questo fischietto non è ancora certo che sarà proprio il doppio arbitraggio a salvarlo. La tecnologia è vista come intruso che indebolisce la sua figura arbitrale mitica e irrinunciabile. «Con l’aiuto della Var non avrei certo fatto questa scelta, da giovane», mi sembra di sentire lui e migliaia di altri. Gli arbitri sembrano non amare questa novità, a parte le dichiarazioni di facciata, si sentono invasi, ridotti ma soprattutto un gruppo . Gli arbitri credono soprattutto a loro stessi. Prima di Russia 2018 i formatori della Fifa, a nove colonne, affermavano «con questa preparazione non abbiamo bisogno della tecnologia, si interverrà solo per pochi casi!». Hanno seminato l’idea che si trattasse di una moda, di una lotta di potere. Non si tornerà indietro, questo calcio dell’economia ma anche dei risultati indiscutibili, vuole tutti i gol certi, tutti i rigori certi, tutti i rossi certi, non accetta più i gol di mano non visti. In poco tempo la tecnologia ha risolto il fuorigioco: negli anni 90 tante partite decise da fuorigioco di metri. E tutto sembrava perfetto. Da domani l’obiettivo di ogni arbitro deve essere: in due si arbitra meglio e vogliamo essere ancora più giusti. A tutti i costi".

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