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Cottarelli: “Inter, non passare in Champions un suicidio. Marotta? Mi ricorda Allodi”

Il presidente di Interspac ha parlato del momento dell'Inter

Andrea Della Sala

La srl di tifosi vip dell'Inter è nata da poco, Interspac. Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato Carlo Cottarelli, presidente di questa società:

Professor Carlo Cottarelli, cominciamo dal martedì nero?

«E il mercoledì, e il giovedì? Se parliamo dell’Inter, è stato un suicidio. Ero in tv, a DiMartedì, non ho visto la partita con il Psv. Quando è terminata la puntata e ho scoperto che non eravamo riusciti a battere gli olandesi ed eravamo stati eliminati dalla Champions, non ci potevo credere. Ma è stato un turno catastrofico per tutto il calcio italiano».

Si riparte dal e con il sostegno di Interspac srl?

«(Ride) Non scherziamo, la nostra è una società neonata che non ha ancora capito cosa fare da grande. L’Inter riparte da un dirigente molto capace qual è Beppe Marotta».

Voi interisti lo state dipingendo come salvatore della patria...

«Io non so dove Marotta porterà l’Inter, posso solo immaginarlo e augurarmelo, ma so che per la società, l’ambiente, la squadra questo è un “acquisto” fondamentale. Mi viene un paragone molto alto...».

Prego...

«Mi ricorda quando il grande Italo Allodi fece il percorso inverso, passando dall’Inter alla Juventus. Cambiò tutto, da quel momento in poi i bianconeri cominciarono a vincere».

Ma un solo dirigente, sebbene molto capace, basterà a colmare il gap con la Juventus?

«Se dovesse farsi carico di un nuovo progetto, che consenta alla società di fare un vero salto di qualità, perché no? Ci sono tutti i presupposti. Ora la Juve sembra davvero irraggiungibile, ma credo sia dovere di una società della solidità dell’Inter provare ad avvicinarla, anche perché oggi mi sembra l’unica italiana per struttura societaria in grado di farlo».

E in questa impresa che ruolo potrà avere Interspac?

«Non lo sappiamo ancora. Abbiamo messo insieme risorse, competenze, passioni. Il progetto è ambizioso, ma siamo stati fermi tre mesi per qualche incomprensione interna. Dobbiamo decidere presto se e come muoverci. È una società nata con l’obiettivo di investire nel calcio, un settore in espansione, e mi auguro che lo faccia quanto prima. Al momento non posso e non sono in grado di dire di più».

Investire nel calcio o sostenere l’Inter da soci di minoranza? Sembrava un’idea così romantica. E non lo avrete scelto a caso il nome della società...

«Ognuno può farsi l’idea che vuole. Inter sta anche per internazionale... Certo, l’Inter è nei nostri cuori, se ce ne sarà la possibilità non ci tireremo indietro. Intanto io che sono il presidente di Interspac srl mi auguro che questa iniziativa riparta subito»

La rattrista l’idea che un giorno l’Inter possa non giocare più a San Siro?

«È inevitabile, ci sono legato per mille ricordi, ma se un nuovo stadio, di proprietà, aiuterà a vincere, ben venga».

Anche a braccetto con il Milan?

«Questo non lo so, mi sembra prematuro».

Come finisce questa stagione?

«La Juve purtroppo fa un campionato a parte, ma abbiamo ancora tutte le possibilità di arrivare secondi. Se riuscissimo almeno a batterli nel ritorno, a Milano, la stagione avrebbe già un gusto migliore».

Più che vincere l’Europa League?

«Non è la Champions, ma è pur sempre un trofeo. Ci sono i mezzi per arrivare in fondo alla Coppa, raggiungere il secondo posto in campionato, vincere una partita secca con i bianconeri. Perché rinunciare a qualcosa?».

Con o senza Spalletti?

«Lasciamolo lavorare in pace, è molto bravo».

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