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Elefante (GdS): “Primeggiare è nel DNA di Suning. Dal silenzio a ‘Schiacciare’? Zhang jr. non…”

Il giornalista de La Gazzetta dello Sport analizza così quanto detto dal presidente nerazzurro

Matteo Pifferi

Andrea Elefante, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha analizzato così le parole di Steven Zhang alla cena di Natale dell'Inter, concentrandosi sui termini utilizzati dal presidente nerazzurro:

"La domanda si è rincorsa insistente, attraversando le pieghe dello stupore interista: perché Steven Zhang martedì sera ha usato proprio quel verbo? «Riusciremo a schiacciare tutti, in campo e fuori dal campo». Qualcuno direbbe: non l’ha toccata piano. Di sicuro, non è stata un’uscita casuale: non si parla senza scegliere bene le parole quando si è su un palco, per un discorso che è difficile supporre non preparato. Per quanto «schiacciare» possa essere suonato forte, quel che resta è il senso di quella dichiarazione: di intenti, non ci sono dubbi. E per motivare una volta di più in particolare i giocatori. Primeggiare è nel dna di Suning e chi vive l’impero dalla Cina lo sa, come sa che il calcio è stato scelto per accelerare e rafforzare ulteriormente il processo di crescita della casa madre: oggi i pianeti Suning e Inter non si sfiorano, si toccano, perché i punti di contatto sono voluti".

ZHANG - "Stupore ulteriore: quell’espressione è stata usata da un ragazzo-presidente che in questo anno e mezzo si era quasi sempre imposto un profilo molto basso, a proposito di scelte. Ma il silenzio, non solo per la cultura cinese, non corrisponde a inerzia, inazione. Silenzio è ascoltare, osservare, conoscere, imparare. Confrontarsi, ma con rispetto: che non significa non comandare, ma prepararsi a farlo. Ad agire quando ci si sente pronti per farlo. Zhang junior, grazie al suo know how, ad un background culturale e imprenditoriale non banale già prima di arrivare in Italia, probabilmente lo era quando atterrò per la prima volta a Milano. Ma proprio per questo ha capito subito, anche grazie ai consigli di chi c’era prima di lui (a parte Thohir), che il calcio italiano è un mondo dove è meglio entrare in punta di piedi e maneggiando con cura. Dunque la scelta di dosare al massimo le uscite, concordata con suo padre, va letta così: tempo al tempo, senza scavalcare il gruppo dirigenziale di cui si è fidato e che lo ha accompagnato in questi due anni e mezzo. Ora è arrivato il momento di uscire, quando necessario, allo scoperto, e non solo per la carica che riveste da fine ottobre. Martedì non era strettamente necessario, ma a volte si fa anche quello che si sente, non solo che si deve, e Zhang voleva ribadire la voglia di (ri)portare l’Inter davanti a tutti: il messaggio più semplice ma anche più atteso da chi aspetta da ormai otto anni".

ICARDI - "P.S. Ieri in tanti l’hanno pensato in automatico, ma «schiacciare» non era ovviamente riferito a Icardi e a sua moglie procuratrice: troppo poco consono alle abitudini di Zhang e poi i messaggi diretti sono stati delegati alle competenze di Marotta e Ausilio. Ma dietro quella frase, a saperlo leggere, c’era anche un appunto indiretto altrettanto semplice. E qui la cultura cinese c’entra, ma fino ad un certo punto: il rispetto dei «luoghi» e dei momenti, non solo dei ruoli, è importante. Molto".

(Andrea Elefante, Gazzetta dello Sport)

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