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Ex Inter, Recoba: “Mondiali? Attenti, il mio Uruguay arriva fino in fondo. L’Argentina…”

Altri estratti dell'intervista del Chino a la Gazzetta dello Sport

Marco Macca

Altri estratti della lunga intervista rilasciata da Alvaro Recoba a la Gazzetta dello Sport. Se nella prima parte El Chino aveva soprattutto parlato di Inter, nella seconda tranche l'ex nerazzurro, che a breve potrebbe diventare il presidente del Nacional di Montevideo, si è concentrato soprattutto sui Mondiali e sul cammino del suo Uruguay. Ecco le sue parole:

URUGUAY - "C’è parecchia incredulità, non siamo abituati a passare il turno dopo appena due gare, di solito soffriamo all’inizio. Eppure non mancano le critiche qui da noi. Si evidenziano soprattutto i limiti di gioco, c’è la convinzione che senza un salto di qualità ulteriore sia difficile andare troppo avanti. In una competizione simile, soprattutto all’inizio, conta solo vincere e passare velocemente il turno. E poi per tradizione l’Uruguay è sempre stato concreto, spigoloso, quasi mai spettacolare, esempio soprattutto di compattezza, concentrazione e voglia di sacrificarsi per il bene comune. Il tutto, naturalmente, con un ottimo tasso tecnico in generale. E’ questo il nostro modo di vivere il calcio. Dove può arrivare l'Uruguay? Fino in fondo. Il nostro problema era passare la fase a gironi. Nella gara secca, invece, sono gli altri a doversi preoccupare di noi: saremo un brutto cliente per chiunque. La squadra è tosta, unita. Cavani e Suarez, stelle di prima grandezza a livello internazionale, qui si sacrificano come gli ultimi dei gregari".

PORTOGALLO O SPAGNA AGLI OTTAVI - "Occhio a dare tutto per scontato, in questo Mondiale si sono già viste parecchie sorprese, e nei panni dei portoghesi in particolare io starei molto attento all’Iran, squadra da non sottovalutare. Preferirei comunque il Portogallo. Il Portogallo. A livello di gioco la Spagna è secondo me la più forte di questo Mondiale: prendono palla al 1’ e te la restituiscono al 90’".

ARGENTINA - "Sono arrivati in Russia con troppa pressione addosso. Ed è bastato che Messi soffrisse un po’ perché la squadra si sfaldasse. Leo stesso sente forse in maniera eccessiva certe responsabilità.Credo che debbano imparare dall’Uruguay: capire i loro limiti, che non sono comunque molti, fare gruppo, soffrire per la squadra e sfruttare poi i fenomeni là davanti. L’Argentina è ancora in corsa, serve la scintilla giusta e io credo che se Messi passerà il turno poi saranno guai per tutti".

MESSI O RONALDO - "Io dico sempre Messi".

(Fonte: la Gazzetta dello Sport)